I rifiuti da costruzione e demolizione, inclusi i terreni contaminati, costituiscono quasi il 50% dei rifiuti speciali prodotti in Italia. Il biorisanamento rappresenta un’alternativa sostenibile ai trattamenti convenzionali, sfruttando organismi come piante funghi e batteri per ridurre contaminanti e migliorare la fertilità dei suoli, rendendoli adatti per interventi di ingegneria naturalistica. Tuttavia, l’assenza di normative specifiche limita il reimpiego di tali terreni. L’Università di Milano Bicocca promuove una Prassi di Riferimento (PdR) UNI, documento pre-normativo, che definirà i criteri di qualità per terre recuperate con tecnologie biologiche “terre da coltivo”. La PdR includerà prescrizioni tecniche, protocolli per valutare impatti ambientali e sanitari, e una sezione sulle analisi ecotossicologiche per valutare funzionalità ecosistemica. Tra i criteri ecotossicologici figurano test su specie indicatori come Eisenia fetida/andrei e Folsomia candida, utili per rilevare la biodisponibilità dei contaminanti nei suoli. L’approccio è articolato in fasi: Step 1: Test di evitamento (UNI EN ISO 17512-1:2020 e UNI EN ISO 17512-2:2020) per verificare il comportamento anomalo delle specie target in presenza di suoli biorisanati rispetto a terreni di controllo. Step 2 (facoltativo): Test riproduttivo (UNI EN ISO 11268-2) su Eisenia fetida/andrei, per valutare la tossicità cronica del suolo. In base ai risultati di evitamento e riproduzione verrà restituito un livello di pericolosità ecotossicologica del materiale tra “elevato”, “moderato”, “lieve” o “assente”. La valutazione ecotossicologica contribuirà alla definizione dell’utilizzo più idoneo del terreno biorisanato.
Rossi, D., Federico, L., Villa, S., Franzetti, A. (2025). L' approccio ecotossicologico nella proposta di linee guida per la definizione delle terre da coltivo ottenute dal risanamento biologico di rifiuti terrosi. Intervento presentato a: SiCon 2025 Workshop su: Siti Contaminati. Esperienze negli interventi di risanamento, Brescia, Italia.
L' approccio ecotossicologico nella proposta di linee guida per la definizione delle terre da coltivo ottenute dal risanamento biologico di rifiuti terrosi
Rossi, D
Primo
;Federico, L;Villa, S;Franzetti, A
2025
Abstract
I rifiuti da costruzione e demolizione, inclusi i terreni contaminati, costituiscono quasi il 50% dei rifiuti speciali prodotti in Italia. Il biorisanamento rappresenta un’alternativa sostenibile ai trattamenti convenzionali, sfruttando organismi come piante funghi e batteri per ridurre contaminanti e migliorare la fertilità dei suoli, rendendoli adatti per interventi di ingegneria naturalistica. Tuttavia, l’assenza di normative specifiche limita il reimpiego di tali terreni. L’Università di Milano Bicocca promuove una Prassi di Riferimento (PdR) UNI, documento pre-normativo, che definirà i criteri di qualità per terre recuperate con tecnologie biologiche “terre da coltivo”. La PdR includerà prescrizioni tecniche, protocolli per valutare impatti ambientali e sanitari, e una sezione sulle analisi ecotossicologiche per valutare funzionalità ecosistemica. Tra i criteri ecotossicologici figurano test su specie indicatori come Eisenia fetida/andrei e Folsomia candida, utili per rilevare la biodisponibilità dei contaminanti nei suoli. L’approccio è articolato in fasi: Step 1: Test di evitamento (UNI EN ISO 17512-1:2020 e UNI EN ISO 17512-2:2020) per verificare il comportamento anomalo delle specie target in presenza di suoli biorisanati rispetto a terreni di controllo. Step 2 (facoltativo): Test riproduttivo (UNI EN ISO 11268-2) su Eisenia fetida/andrei, per valutare la tossicità cronica del suolo. In base ai risultati di evitamento e riproduzione verrà restituito un livello di pericolosità ecotossicologica del materiale tra “elevato”, “moderato”, “lieve” o “assente”. La valutazione ecotossicologica contribuirà alla definizione dell’utilizzo più idoneo del terreno biorisanato.File | Dimensione | Formato | |
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