Tra gli approcci che una psicologia dell’arte può sviluppare, vi è quello di tipo ‘percettivo’ in cui si studiano e si valutano gli aspetti strutturali delle opere d’arte, secondo una tradizione che ha in Arnheim il capofila. In questo lavoro ci siamo chiesti se la Psicologia della percezione può fornire un vero contributo alla comprensione di fenomeni sensoriali-cognitivi che sono tradizionalmente terreno di ricerca della Storia dell’arte. Attraverso l’analisi di due casi concreti, i quali partivano da un presupposto simile – cioè l’ipotesi che l’esecuzione di un’opera d’arte fosse stata in parte influenzata dalla distorsione spaziale nota come ‘illusione di Poggendorff’ – abbiamo tentato di evidenziare il ruolo rilevante che l’indagine sperimentale può ricoprire anche nello studio di fatti artistici. Se la Psicologia della percezione vuole contribuire in modo serio e originale all’analisi e comprensione di fenomeni artistici, essa deve andare oltre la sola osservazione – punto di partenza imprescindibile per la scoperta di problemi e argomenti di studio, ma che da sola rischia di divenire alla più aneddotica, quando non causa di conclusioni affrettate – mettendo in campo anche i metodi che le sono propri, cioè l’approccio sperimentale
Zavagno, D., Stucchi, N., Daneyko, O. (2015). Quando la Psicologia della Percezione incontra la Storia dell'Arte: Il caso San Lorenzo. In C.M. Fossaluzza, I. Verstegen (a cura di), Ragionamenti Percettivi. Saggi in onore di Alberto Argenton (pp. 37-50). Mimesis.
Quando la Psicologia della Percezione incontra la Storia dell'Arte: Il caso San Lorenzo
ZAVAGNO, DANIELEPrimo
;STUCCHI, NATALE ADOLFOSecondo
;
2015
Abstract
Tra gli approcci che una psicologia dell’arte può sviluppare, vi è quello di tipo ‘percettivo’ in cui si studiano e si valutano gli aspetti strutturali delle opere d’arte, secondo una tradizione che ha in Arnheim il capofila. In questo lavoro ci siamo chiesti se la Psicologia della percezione può fornire un vero contributo alla comprensione di fenomeni sensoriali-cognitivi che sono tradizionalmente terreno di ricerca della Storia dell’arte. Attraverso l’analisi di due casi concreti, i quali partivano da un presupposto simile – cioè l’ipotesi che l’esecuzione di un’opera d’arte fosse stata in parte influenzata dalla distorsione spaziale nota come ‘illusione di Poggendorff’ – abbiamo tentato di evidenziare il ruolo rilevante che l’indagine sperimentale può ricoprire anche nello studio di fatti artistici. Se la Psicologia della percezione vuole contribuire in modo serio e originale all’analisi e comprensione di fenomeni artistici, essa deve andare oltre la sola osservazione – punto di partenza imprescindibile per la scoperta di problemi e argomenti di studio, ma che da sola rischia di divenire alla più aneddotica, quando non causa di conclusioni affrettate – mettendo in campo anche i metodi che le sono propri, cioè l’approccio sperimentaleI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.