Milano, 8 Marzo 2020. Nel carcere milanese di San Vittore scoppia una rivolta fra i detenuti, sgomenti e preoccupati per le misure COVID-19 che improvvisamente impediscono loro di comunicare con il mondo esterno. Cosa significa “tutto chiuso” per chi è già rinchiuso? Le rivolte in carcere sono una secchiata d’acqua gelida, la consapevolezza della profonda sofferenza che attraversa la città che molti di noi abitano. “Milano non si ferma” ci dicono, ed è vero: non si arresta la crescita del mercato immobiliare, non si ferma la precarietà, la violenza e la marginalizzazione delle periferie, così come non si ferma l’impennata dei costi non per vivere, per sopravvivere. Può esserci salute mentale per gli abitanti di una città malata? La storia della Brigata Basaglia nasce da qui: un gruppo di persone (operatori della salute mentale e non) decide di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie conoscenze per far fronte all’emergenza anche psicologica in corso attraverso un centralino di primo soccorso psicologico. Da quel giorno sono passati quasi 5 anni, di pandemia COVID-19 non si parla quasi più, e, come comunità, crediamo di aver dimenticato. Il trauma è, però, ancora dentro di noi e la città che ammala è fuori dalla nostra finestra e le sofferenze emerse durante la pandemia sono ancora presenti. Il telefono squilla ancora, gli operatori al centralino rispondono ancora, quotidianamente, alle telefonate. La Brigata Basaglia non è più solo a Milano, ma anche a Firenze, Pavia, Perugia e Torino. I bisogni e le domande sono allo stesso tempo sempre uguali e sempre diverse, così come le solitudini delle comunità che abitiamo. La risposta terapeutica non può essere soltanto la psicoterapia individuale, offerta anche a basso prezzo da aziende e piattaforme. Per questo motivo la Brigata Basaglia ha deciso di cercare la cura delle persone e della comunità nella lotta politica, provando a costruire pratiche di cura dal basso, a sviluppare critiche all’istituzione (sanitaria e educativa) e intrecciare una rete di relazioni che rompono l’isolamento imposto da una società che aziendalizza anche la cura e il sapere.

Campanella, E. (2024). Non è solo la clinica che cura: un'esperienza basagliana contemporanea. Intervento presentato a: Si può pensare altro, si deve fare altro. Seminario Dottorale per il centenario della nascita di Franco Basaglia, Milano, Italia.

Non è solo la clinica che cura: un'esperienza basagliana contemporanea

Campanella, E. G.
2024

Abstract

Milano, 8 Marzo 2020. Nel carcere milanese di San Vittore scoppia una rivolta fra i detenuti, sgomenti e preoccupati per le misure COVID-19 che improvvisamente impediscono loro di comunicare con il mondo esterno. Cosa significa “tutto chiuso” per chi è già rinchiuso? Le rivolte in carcere sono una secchiata d’acqua gelida, la consapevolezza della profonda sofferenza che attraversa la città che molti di noi abitano. “Milano non si ferma” ci dicono, ed è vero: non si arresta la crescita del mercato immobiliare, non si ferma la precarietà, la violenza e la marginalizzazione delle periferie, così come non si ferma l’impennata dei costi non per vivere, per sopravvivere. Può esserci salute mentale per gli abitanti di una città malata? La storia della Brigata Basaglia nasce da qui: un gruppo di persone (operatori della salute mentale e non) decide di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie conoscenze per far fronte all’emergenza anche psicologica in corso attraverso un centralino di primo soccorso psicologico. Da quel giorno sono passati quasi 5 anni, di pandemia COVID-19 non si parla quasi più, e, come comunità, crediamo di aver dimenticato. Il trauma è, però, ancora dentro di noi e la città che ammala è fuori dalla nostra finestra e le sofferenze emerse durante la pandemia sono ancora presenti. Il telefono squilla ancora, gli operatori al centralino rispondono ancora, quotidianamente, alle telefonate. La Brigata Basaglia non è più solo a Milano, ma anche a Firenze, Pavia, Perugia e Torino. I bisogni e le domande sono allo stesso tempo sempre uguali e sempre diverse, così come le solitudini delle comunità che abitiamo. La risposta terapeutica non può essere soltanto la psicoterapia individuale, offerta anche a basso prezzo da aziende e piattaforme. Per questo motivo la Brigata Basaglia ha deciso di cercare la cura delle persone e della comunità nella lotta politica, provando a costruire pratiche di cura dal basso, a sviluppare critiche all’istituzione (sanitaria e educativa) e intrecciare una rete di relazioni che rompono l’isolamento imposto da una società che aziendalizza anche la cura e il sapere.
relazione (orale)
ambulatori popolari, Franco Basaglia, movimenti sociali, cura comunitaria
Italian
Si può pensare altro, si deve fare altro. Seminario Dottorale per il centenario della nascita di Franco Basaglia
2024
2024
none
Campanella, E. (2024). Non è solo la clinica che cura: un'esperienza basagliana contemporanea. Intervento presentato a: Si può pensare altro, si deve fare altro. Seminario Dottorale per il centenario della nascita di Franco Basaglia, Milano, Italia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/559401
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