La scuola all’aperto milanese “Umberto di Savoia”, avviata nel 1922 per volontà della prima giunta socialista della città nel solco di una riflessione medico-igienica e pedagogica allora all’avanguardia, è concepita con l’obiettivo di accogliere in un contesto salubre alunni gracili soggetti al rischio di ammalarsi di tubercolosi; nel contempo, al pari delle analoghe iniziative che vedono la luce in quegli anni in Italia e all’estero, essa si propone come luogo di sperimentazione di una didattica innovativa, che ha quale punto di forza la dimensione en plein air: la relazione diretta con l’elemento naturale, caratterizzato da spazi fluidi e allestito con arredi trasportabili e meno costrittivi, consente infatti di motivare all'apprendimento alunni i cui problemi di salute si accompagnano spesso a povertà di ordine educativo. Durante i primi anni del fascismo questa scuola diviene subito un prestigioso elemento di vanto per il regime, che la esibisce con orgoglio e la indica quale modello da imitare; con il procedere del Ventennio, pur non abbandonando la sua vocazione originaria, la “Umberto di Savoia” assimila però progressivamente le sempre più radicali intenzionalità propagandistiche del regime, espressione di una pedagogia autoritaria, di matrice assai diversa dall’attivismo al quale gli spazi della scuola all’aperto sono ispirati. La principale fonte del presente studio sono le Relazioni del Direttore risalenti a quegli anni, conservate presso l’Archivio storico della “Casa del Sole”, denominazione originariamente assegnata al solo convitto annesso alla scuola, ma nel dopoguerra estesa all’intero Istituto; come emerge dai documenti esaminati, dei quali saranno proposti alcuni significativi stralci, nei primi anni di esistenza della scuola l’attenzione della direzione è orientata prevalentemente alla ricerca di una perfetta sinergia tra gli aspetti profilattici e pedagogici, valorizzando gli spazi presenti nel parco – stalle, frutteti, orti, un solarium, una grande piscina – al fine di realizzare una didattica basata sull’esperienza e di favorire una vita intima e familiare dei gruppi classe; a partire dalla seconda metà degli anni Trenta le Relazioni rivelano invece un progressivo assorbimento degli elementi dell’ortodossia fascista, emblematicamente rappresentati dall’insieme di riti, posture e inquadramenti che sfruttano quale teatro il grande piazzale: le aree aperte della scuola, concepite in origine per accogliere una routine pacata e serena, vissuta dalla comunità di ciascuna classe al riparo da sguardi indagatori, vengono così trasformate nel luogo della massificazione ma anche del controllo, dove ogni classe, rigidamente inquadrata a comporre una moltitudine obbediente, è esposta agli sguardi, scrutata, sezionata e valutata in ogni suo componente.

Comerio, L. (2024). Una scuola all’aperto negli anni del fascismo: transizioni e intrecci tra educazione attiva e propaganda di regime. Il caso della “Umberto di Savoia” di Milano.. Intervento presentato a: Convegno SIPed, Bressanone.

Una scuola all’aperto negli anni del fascismo: transizioni e intrecci tra educazione attiva e propaganda di regime. Il caso della “Umberto di Savoia” di Milano.

Comerio, L.
Primo
2024

Abstract

La scuola all’aperto milanese “Umberto di Savoia”, avviata nel 1922 per volontà della prima giunta socialista della città nel solco di una riflessione medico-igienica e pedagogica allora all’avanguardia, è concepita con l’obiettivo di accogliere in un contesto salubre alunni gracili soggetti al rischio di ammalarsi di tubercolosi; nel contempo, al pari delle analoghe iniziative che vedono la luce in quegli anni in Italia e all’estero, essa si propone come luogo di sperimentazione di una didattica innovativa, che ha quale punto di forza la dimensione en plein air: la relazione diretta con l’elemento naturale, caratterizzato da spazi fluidi e allestito con arredi trasportabili e meno costrittivi, consente infatti di motivare all'apprendimento alunni i cui problemi di salute si accompagnano spesso a povertà di ordine educativo. Durante i primi anni del fascismo questa scuola diviene subito un prestigioso elemento di vanto per il regime, che la esibisce con orgoglio e la indica quale modello da imitare; con il procedere del Ventennio, pur non abbandonando la sua vocazione originaria, la “Umberto di Savoia” assimila però progressivamente le sempre più radicali intenzionalità propagandistiche del regime, espressione di una pedagogia autoritaria, di matrice assai diversa dall’attivismo al quale gli spazi della scuola all’aperto sono ispirati. La principale fonte del presente studio sono le Relazioni del Direttore risalenti a quegli anni, conservate presso l’Archivio storico della “Casa del Sole”, denominazione originariamente assegnata al solo convitto annesso alla scuola, ma nel dopoguerra estesa all’intero Istituto; come emerge dai documenti esaminati, dei quali saranno proposti alcuni significativi stralci, nei primi anni di esistenza della scuola l’attenzione della direzione è orientata prevalentemente alla ricerca di una perfetta sinergia tra gli aspetti profilattici e pedagogici, valorizzando gli spazi presenti nel parco – stalle, frutteti, orti, un solarium, una grande piscina – al fine di realizzare una didattica basata sull’esperienza e di favorire una vita intima e familiare dei gruppi classe; a partire dalla seconda metà degli anni Trenta le Relazioni rivelano invece un progressivo assorbimento degli elementi dell’ortodossia fascista, emblematicamente rappresentati dall’insieme di riti, posture e inquadramenti che sfruttano quale teatro il grande piazzale: le aree aperte della scuola, concepite in origine per accogliere una routine pacata e serena, vissuta dalla comunità di ciascuna classe al riparo da sguardi indagatori, vengono così trasformate nel luogo della massificazione ma anche del controllo, dove ogni classe, rigidamente inquadrata a comporre una moltitudine obbediente, è esposta agli sguardi, scrutata, sezionata e valutata in ogni suo componente.
abstract + slide
Scuole all’aperto; educazione all’aperto; fascismo; patrimonio archivistico; scuola all'aperto “Casa del Sole”
Italian
Convegno SIPed
2024
2024
reserved
Comerio, L. (2024). Una scuola all’aperto negli anni del fascismo: transizioni e intrecci tra educazione attiva e propaganda di regime. Il caso della “Umberto di Savoia” di Milano.. Intervento presentato a: Convegno SIPed, Bressanone.
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