L’articolo proposto vuole riflettere sul legame che intercorre tra cibo, educazione e cura di sé, presentando un lavoro di ricerca di taglio pedagogico-clino (Massa, 1992) svolto con delle educatrici di due nidi d’infanzia del Comune di Lecco. L’oggetto cibo risulta essere poco esplorato dalla teoresi educativa, anche se esso si caratterizza come un oggetto-soglia che materializza il concetto di cura, non solo verso gli altri, ma anche verso sé stessi. In una contemporaneità dove la dimensione della cura è entrata profondamente in crisi e l’atteggiamento dell’uomo occidentale contemporaneo fa prevalere logiche fortemente individualiste, caratterizzate da sentimenti di spaesamento, indifferenza, cinismo e passività (Morin, 2015); riflettere sul cibo e sulle pratiche alimentari in un’ottica pedagogica significa riappropriarsi del gusto, del piacere, della gioia di vivere e di condividere che contraddistinguono il benessere dell’individuo (Birbes, 2012). La tavola, perciò, diventa uno spazio educativo e di cura, dove al soggetto è permesso di sperimentare un processo in divenire, teso a un benessere che non si dà nel qui ed ora ma è in costante ricerca e costruzione. Obiettivo di tale lavoro è, dunque, quello di pensare a una pedagogia del nutrimento che orienti la cura di sé attraverso il piacere del gusto e della convivialità fin dalla più tenera età.
Ambrosini, V. (2023). Il cibo e le pratiche alimentari come dispositivo di self-care. JOURNAL OF HEALTH CARE EDUCATION IN PRACTICE, 5(1), 59-69 [10.14658/pupj-jhcep-2023-1-7].
Il cibo e le pratiche alimentari come dispositivo di self-care
Ambrosini, V.
2023
Abstract
L’articolo proposto vuole riflettere sul legame che intercorre tra cibo, educazione e cura di sé, presentando un lavoro di ricerca di taglio pedagogico-clino (Massa, 1992) svolto con delle educatrici di due nidi d’infanzia del Comune di Lecco. L’oggetto cibo risulta essere poco esplorato dalla teoresi educativa, anche se esso si caratterizza come un oggetto-soglia che materializza il concetto di cura, non solo verso gli altri, ma anche verso sé stessi. In una contemporaneità dove la dimensione della cura è entrata profondamente in crisi e l’atteggiamento dell’uomo occidentale contemporaneo fa prevalere logiche fortemente individualiste, caratterizzate da sentimenti di spaesamento, indifferenza, cinismo e passività (Morin, 2015); riflettere sul cibo e sulle pratiche alimentari in un’ottica pedagogica significa riappropriarsi del gusto, del piacere, della gioia di vivere e di condividere che contraddistinguono il benessere dell’individuo (Birbes, 2012). La tavola, perciò, diventa uno spazio educativo e di cura, dove al soggetto è permesso di sperimentare un processo in divenire, teso a un benessere che non si dà nel qui ed ora ma è in costante ricerca e costruzione. Obiettivo di tale lavoro è, dunque, quello di pensare a una pedagogia del nutrimento che orienti la cura di sé attraverso il piacere del gusto e della convivialità fin dalla più tenera età.File | Dimensione | Formato | |
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