Questo contributo si propone di far emergere, nella concreta attività delle classi di Lodi, i tratti di quel costante e appassionato ancoraggio ai principi della Costituzione che ha sostenuto il maestro lombardo nella ricerca di una didattica capace di formare cittadini liberi in grado di partecipare in modo attivo e responsabile alla vita del paese. Lodi ritiene che la trasformazione in senso democratico della scuola possa prendere avvio solo "dal basso", partendo dalla liberazione del bambino, “che è sotto a tutti, «proprietà» di tutti e senza difese”, in un processo utile a innescare un più ampio percorso di emancipazione nell’intera umanità: “il resto verrà da sé perché se siamo capaci di liberare il bambino, spezziamo dentro di noi anche le altre catene”. La via è quella di un profondo rinnovamento dall’interno della vita scolastica – lontano dunque dal radicalismo tipico delle istanze di descolarizzazione degli anni Settanta - che deve riconoscere l’alunno, con i suoi bisogni e i suoi specifici interessi, come l’autentico motore della didattica quotidiana; compito del maestro è accogliere la curiosità dei bambini per la realtà e per i problemi del loro ambiente e guidarli in questa progressiva scoperta del mondo. Alla base dell’attività in classe vi è il principio di libera manifestazione del pensiero, sancito dall’art. 21 della Costituzione, del quale il maestro di Piadena coglie la dirompente forza: l'avvio dell’attività didattica è affidato alla conversazione, vista come testo libero orale, attraverso il quale il bambino condivide spontaneamente con la classe un proprio particolare vissuto, che diviene poi spesso lo spunto per un’attività di ricerca comune. La scrittura, anch’essa intesa come testo libero, è invece connessa alla realizzazione del giornalino, un diario quasi quotidiano che documenta l’attività creativa dei bambini e riporta le riflessioni condivise riguardanti temi importanti legati al loro mondo; intorno alla progettazione e alla stampa del giornalino, ispirato all’esperienza di Freinet, ruota l’intera vita di classe, organizzata con una modalità cooperativa, nella quale il tradizionale ruolo del maestro viene radicalmente trasformato: Lodi appare come una sorta di primus inter pares, una figura competente e affidabile, riconosciuta per la sua autorevolezza e apprezzata per il suo modo pacato di orientare gli alunni “all’esplorazione della vita”.

Comerio, L. (2023). Secondo Costituzione. La liberazione del bambino nella quotidianità didattica delle classi di Mario Lodi.. In M. Fiorucci, I. Loiodice, M. Ladogana (a cura di), Scuola, democrazia, partecipazione e cittadinanza in occasione dei 100 anni dalla nascita di Mario Lodi (pp. 221-226). Lecce : Pensa Multimedia.

Secondo Costituzione. La liberazione del bambino nella quotidianità didattica delle classi di Mario Lodi.

Comerio, L
2023

Abstract

Questo contributo si propone di far emergere, nella concreta attività delle classi di Lodi, i tratti di quel costante e appassionato ancoraggio ai principi della Costituzione che ha sostenuto il maestro lombardo nella ricerca di una didattica capace di formare cittadini liberi in grado di partecipare in modo attivo e responsabile alla vita del paese. Lodi ritiene che la trasformazione in senso democratico della scuola possa prendere avvio solo "dal basso", partendo dalla liberazione del bambino, “che è sotto a tutti, «proprietà» di tutti e senza difese”, in un processo utile a innescare un più ampio percorso di emancipazione nell’intera umanità: “il resto verrà da sé perché se siamo capaci di liberare il bambino, spezziamo dentro di noi anche le altre catene”. La via è quella di un profondo rinnovamento dall’interno della vita scolastica – lontano dunque dal radicalismo tipico delle istanze di descolarizzazione degli anni Settanta - che deve riconoscere l’alunno, con i suoi bisogni e i suoi specifici interessi, come l’autentico motore della didattica quotidiana; compito del maestro è accogliere la curiosità dei bambini per la realtà e per i problemi del loro ambiente e guidarli in questa progressiva scoperta del mondo. Alla base dell’attività in classe vi è il principio di libera manifestazione del pensiero, sancito dall’art. 21 della Costituzione, del quale il maestro di Piadena coglie la dirompente forza: l'avvio dell’attività didattica è affidato alla conversazione, vista come testo libero orale, attraverso il quale il bambino condivide spontaneamente con la classe un proprio particolare vissuto, che diviene poi spesso lo spunto per un’attività di ricerca comune. La scrittura, anch’essa intesa come testo libero, è invece connessa alla realizzazione del giornalino, un diario quasi quotidiano che documenta l’attività creativa dei bambini e riporta le riflessioni condivise riguardanti temi importanti legati al loro mondo; intorno alla progettazione e alla stampa del giornalino, ispirato all’esperienza di Freinet, ruota l’intera vita di classe, organizzata con una modalità cooperativa, nella quale il tradizionale ruolo del maestro viene radicalmente trasformato: Lodi appare come una sorta di primus inter pares, una figura competente e affidabile, riconosciuta per la sua autorevolezza e apprezzata per il suo modo pacato di orientare gli alunni “all’esplorazione della vita”.
Capitolo o saggio
Mario Lodi; Costituzione italiana; testo libero; giornalino scolastico; cooperativa
Italian
Scuola, democrazia, partecipazione e cittadinanza in occasione dei 100 anni dalla nascita di Mario Lodi
Fiorucci, M; Loiodice, I; Ladogana, M
2023
9791255680147
11
Pensa Multimedia
221
226
Comerio, L. (2023). Secondo Costituzione. La liberazione del bambino nella quotidianità didattica delle classi di Mario Lodi.. In M. Fiorucci, I. Loiodice, M. Ladogana (a cura di), Scuola, democrazia, partecipazione e cittadinanza in occasione dei 100 anni dalla nascita di Mario Lodi (pp. 221-226). Lecce : Pensa Multimedia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/415083
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