Questo contributo propone una riflessione sull’opera di Rodolphe Töpffer, educatore e disegnatore ginevrino (Willems, 2009), il quale, a partire dall’estate del 1825, organizza per i ragazzi ospiti del suo convitto dei lunghi e avventurosi viaggi attraverso le Alpi, imprese che registra accuratamente in diari illustrati pubblicati con il titolo di Voyages en zigzag (Kunzle, 2007). Töpffer, che accompagna i propri allievi attraverso i luoghi ancora impervi di una montagna che descrive con i tratti pittoreschi e sublimi tipici del sentire romantico dell’epoca (Töpffer, 1843, 1859a, 1859b), è tra i primi a vivere il contesto montano secondo la concezione che ha origine proprio in quegli anni e che guarda alla montagna come a un mondo particolarmente congeniale all’educazione, in quanto implica la rinuncia alle comodità della vita cittadina e sollecita il coraggio, lo spirito di gruppo e la solidarietà (Paullau, 2007). L'ambiente alpino rappresenta secondo l’autore ginevrino lo sfondo ideale per sviluppare negli allievi la passione per lo studio della natura attraverso un'osservazione libera e autonoma (Töpffer, 1853), nel solco di quella secolare corrente pedagogica che promuove il contatto diretto dell’allievo con il mondo naturale, della quale Rousseau, Pestalozzi e Fröbel sono solo alcuni dei più autorevoli rappresentanti. Le Alpi costituiscono per Töpffer l’occasione di vivere con i suoi giovani compagni di viaggio una positiva estraniazione dal mondo abituale e uno stimolante confronto con un altrove ignoto: la catena montuosa diviene dunque lo sfondo ideale per una sorta di viaggio iniziatico (Hoibian, 2003), per un'avventura "forte", tale da marcare con decisione un prima e un dopo nella crescita di ciascun partecipante (Bellatalla, 2006). Accostarsi da un punto di vista storico a un’esperienza come quella di Töpffer può stimolare gli educatori e gli studiosi di oggi a interrogarsi su quale tipo di ambiente alpino intendano proporre ai giovani: una montagna simile a quella descritta in alcune pagine di Voyages en zigzag, selvaggia, autentica e sfidante - peraltro sempre più rara-, oppure delle Alpi artificiali e “addomesticate”, dove tutto è agevole, tracciato e previsto?
Comerio, L. (2022). La montagna tra educazione e avventura nei Voyages en zigzag di Rodolphe Töpffer (1799-1846). La montagne entre éducation et aventure dans les «Voyages en zigzag» de Rodolphe Töpffer (1799-1846).. In COLLOQUE INTERNATIONAL "MONTAGNE ENSEIGNANTE, MONTAGNE ENSEIGNÉE" ASSOCIATION INTERNATIONALE POUR L'HISTOIRE DES ALPES 8-10 SEPTEMBRE 2022 - GRENOBLE ET LA MURE.
La montagna tra educazione e avventura nei Voyages en zigzag di Rodolphe Töpffer (1799-1846). La montagne entre éducation et aventure dans les «Voyages en zigzag» de Rodolphe Töpffer (1799-1846).
Comerio, L.
2022
Abstract
Questo contributo propone una riflessione sull’opera di Rodolphe Töpffer, educatore e disegnatore ginevrino (Willems, 2009), il quale, a partire dall’estate del 1825, organizza per i ragazzi ospiti del suo convitto dei lunghi e avventurosi viaggi attraverso le Alpi, imprese che registra accuratamente in diari illustrati pubblicati con il titolo di Voyages en zigzag (Kunzle, 2007). Töpffer, che accompagna i propri allievi attraverso i luoghi ancora impervi di una montagna che descrive con i tratti pittoreschi e sublimi tipici del sentire romantico dell’epoca (Töpffer, 1843, 1859a, 1859b), è tra i primi a vivere il contesto montano secondo la concezione che ha origine proprio in quegli anni e che guarda alla montagna come a un mondo particolarmente congeniale all’educazione, in quanto implica la rinuncia alle comodità della vita cittadina e sollecita il coraggio, lo spirito di gruppo e la solidarietà (Paullau, 2007). L'ambiente alpino rappresenta secondo l’autore ginevrino lo sfondo ideale per sviluppare negli allievi la passione per lo studio della natura attraverso un'osservazione libera e autonoma (Töpffer, 1853), nel solco di quella secolare corrente pedagogica che promuove il contatto diretto dell’allievo con il mondo naturale, della quale Rousseau, Pestalozzi e Fröbel sono solo alcuni dei più autorevoli rappresentanti. Le Alpi costituiscono per Töpffer l’occasione di vivere con i suoi giovani compagni di viaggio una positiva estraniazione dal mondo abituale e uno stimolante confronto con un altrove ignoto: la catena montuosa diviene dunque lo sfondo ideale per una sorta di viaggio iniziatico (Hoibian, 2003), per un'avventura "forte", tale da marcare con decisione un prima e un dopo nella crescita di ciascun partecipante (Bellatalla, 2006). Accostarsi da un punto di vista storico a un’esperienza come quella di Töpffer può stimolare gli educatori e gli studiosi di oggi a interrogarsi su quale tipo di ambiente alpino intendano proporre ai giovani: una montagna simile a quella descritta in alcune pagine di Voyages en zigzag, selvaggia, autentica e sfidante - peraltro sempre più rara-, oppure delle Alpi artificiali e “addomesticate”, dove tutto è agevole, tracciato e previsto?File | Dimensione | Formato | |
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