La crisi ecologica in atto impone dei sostanziali mutamenti nei modi di pensare, vivere, agire. La pedagogia può giocare un ruolo di primo piano in questo processo di metamorfosi, in quanto essa è un sapere orientato alla costituzione di nuove forme di soggettività attraverso l’apertura di campi di esperienza, capaci di sollecitare inedite relazioni tra anthropos, bios e oikos. Ma quali sentimenti morali e quali motivazioni possono essere posti alla base dei progetti di educazione ambientale e per la sostenibilità? Su quali affetti far leva per costruire percorsi efficaci di cambiamento? Sino a questo momento, tanto nei media quanto molto spesso nei diversi settori disciplinari che si occupano di problematiche ecologiche sembra prevalere una logica centrata su quella che il filosofo Hans Jonas ha definito “euristica della paura”. In questo senso, la principale motivazione a cambiare andrebbe ricercata nel timore della catastrofe, nella preoccupazione per il futuro, nell’urgenza di scongiurare i pericoli che l’agire umano stesso ha concorso a creare. Pur senza rifiutare del tutto il ruolo della paura, nel paper si vuole affermare la priorità del desiderio, quale potenza positiva in grado di trasfigurare per via esperienziale il legame tra l’uomo e la natura.

Ferrante, A. (2019). Educazione sostenibile e affetti. Dall’euristica della paura all’esperienza del desiderio. In Preatti Educazione Terra Natura. Io Posso: Educazione per lo sviluppo sostenibile (pp.63-63). Zeroseiup.

Educazione sostenibile e affetti. Dall’euristica della paura all’esperienza del desiderio

Ferrante, A
2019

Abstract

La crisi ecologica in atto impone dei sostanziali mutamenti nei modi di pensare, vivere, agire. La pedagogia può giocare un ruolo di primo piano in questo processo di metamorfosi, in quanto essa è un sapere orientato alla costituzione di nuove forme di soggettività attraverso l’apertura di campi di esperienza, capaci di sollecitare inedite relazioni tra anthropos, bios e oikos. Ma quali sentimenti morali e quali motivazioni possono essere posti alla base dei progetti di educazione ambientale e per la sostenibilità? Su quali affetti far leva per costruire percorsi efficaci di cambiamento? Sino a questo momento, tanto nei media quanto molto spesso nei diversi settori disciplinari che si occupano di problematiche ecologiche sembra prevalere una logica centrata su quella che il filosofo Hans Jonas ha definito “euristica della paura”. In questo senso, la principale motivazione a cambiare andrebbe ricercata nel timore della catastrofe, nella preoccupazione per il futuro, nell’urgenza di scongiurare i pericoli che l’agire umano stesso ha concorso a creare. Pur senza rifiutare del tutto il ruolo della paura, nel paper si vuole affermare la priorità del desiderio, quale potenza positiva in grado di trasfigurare per via esperienziale il legame tra l’uomo e la natura.
relazione (orale)
Educazione sostenibile, crisi ecologica, natura, affetti, euristica della paura, desiderio, conatus, Hans Jonas, Spinoza, Gilles Deleuze, Rosi Braidotti
Italian
Convegno Internazionale Educazione, Terra, Natura
2019
Ferrante, A
Preatti Educazione Terra Natura. Io Posso: Educazione per lo sviluppo sostenibile
978-88-99338-78-7
2019
63
63
none
Ferrante, A. (2019). Educazione sostenibile e affetti. Dall’euristica della paura all’esperienza del desiderio. In Preatti Educazione Terra Natura. Io Posso: Educazione per lo sviluppo sostenibile (pp.63-63). Zeroseiup.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/252461
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