L’atteggiamento degli esseri umani nei confronti dei luoghi deriva da una somma di fattori. Alle considerazioni razionali e utilitaristiche si sommano le influenze culturali personali e sociali, le capacità percettive e le sensibilità dei singoli individui e, non da ultimo, le emozioni che i luoghi suscitano e che sui luoghi sono proiettate. La letteratura è un mirabile strumento di espressione delle emozioni e, molto spesso, di connotazione emotiva degli spazi. Così il nostro sentire emotivo nei confronti dei luoghi può essere il frutto di uno spontaneo moto affettivo, ma a cui si può sommare l’esperienza emotiva mediata dalle pagine letterarie, o, addirittura, può semplicemente conformarsi ad un sentire comune di derivazione letteraria. Il presente contributo analizza le emozioni suscitate dal confronto con l’alto mare espresse da alcuni navigatori e navigatrici contemporanee in alcune opere letterarie che descrivono le loro imprese sportive. Fra queste prevalgono, accomunando i diversi narratori, pur con diversi livelli di sensibilità e di stili narrativi, le sensazioni di gioia e di paura derivanti dal confronto con un ambiente naturale amato e temuto. La descrizione di queste emozioni concorre a caratterizzare gli spazi pelagici e a influenzare il modo di rapportarsi con essi, sia da parte di chi con l’alto mare ha dei legami intensi e ricorrenti, sia da parte di chi con questo spazio ha rapporti solo saltuari, sia tra chi ha rapporti con il mare solo mediati dalla comunicazione letteraria, confermando la considerazione di Matvejević che afferma: “il mare non lo scopriamo da soli e non lo guardiamo solo con i nostri occhi. Lo vediamo anche come lo hanno guardato gli altri, nelle immagini e nei racconti che ci hanno lasciato: veniamo a conoscerlo e lo riconosciamo al tempo stesso” (1993, p. 143), in fondo affermando che l’appropriazione affettiva degli spazi è un atto individuale, ma che non può prescindere dalla cultura collettiva della comunità di appartenenza.

Squarcina, E. (2019). Gioia e paura, la geografia emozionale dell'alto mare attraverso il racconto dei naviganti contemporanei. In F. Salvatori (a cura di), L'apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme (pp. 663-667). Roma : Agei.

Gioia e paura, la geografia emozionale dell'alto mare attraverso il racconto dei naviganti contemporanei

Squarcina, E
2019

Abstract

L’atteggiamento degli esseri umani nei confronti dei luoghi deriva da una somma di fattori. Alle considerazioni razionali e utilitaristiche si sommano le influenze culturali personali e sociali, le capacità percettive e le sensibilità dei singoli individui e, non da ultimo, le emozioni che i luoghi suscitano e che sui luoghi sono proiettate. La letteratura è un mirabile strumento di espressione delle emozioni e, molto spesso, di connotazione emotiva degli spazi. Così il nostro sentire emotivo nei confronti dei luoghi può essere il frutto di uno spontaneo moto affettivo, ma a cui si può sommare l’esperienza emotiva mediata dalle pagine letterarie, o, addirittura, può semplicemente conformarsi ad un sentire comune di derivazione letteraria. Il presente contributo analizza le emozioni suscitate dal confronto con l’alto mare espresse da alcuni navigatori e navigatrici contemporanee in alcune opere letterarie che descrivono le loro imprese sportive. Fra queste prevalgono, accomunando i diversi narratori, pur con diversi livelli di sensibilità e di stili narrativi, le sensazioni di gioia e di paura derivanti dal confronto con un ambiente naturale amato e temuto. La descrizione di queste emozioni concorre a caratterizzare gli spazi pelagici e a influenzare il modo di rapportarsi con essi, sia da parte di chi con l’alto mare ha dei legami intensi e ricorrenti, sia da parte di chi con questo spazio ha rapporti solo saltuari, sia tra chi ha rapporti con il mare solo mediati dalla comunicazione letteraria, confermando la considerazione di Matvejević che afferma: “il mare non lo scopriamo da soli e non lo guardiamo solo con i nostri occhi. Lo vediamo anche come lo hanno guardato gli altri, nelle immagini e nei racconti che ci hanno lasciato: veniamo a conoscerlo e lo riconosciamo al tempo stesso” (1993, p. 143), in fondo affermando che l’appropriazione affettiva degli spazi è un atto individuale, ma che non può prescindere dalla cultura collettiva della comunità di appartenenza.
Capitolo o saggio
Geografia emozionale, geografia del mare, vela d'altura
Italian
L'apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme
Salvatori, F
feb-2019
2019
978-88-942641-2-8
Agei
663
667
Squarcina, E. (2019). Gioia e paura, la geografia emozionale dell'alto mare attraverso il racconto dei naviganti contemporanei. In F. Salvatori (a cura di), L'apporto della Geografia tra rivoluzioni e riforme (pp. 663-667). Roma : Agei.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/220207
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