La letteratura scientifica mostra che l’essere rifiutati, ignorati, discriminati dagli altri produce un’ampia gamma di effetti negativi sull’individuo: emozioni negative, calo dell’autostima, depressione, calo delle capacità cognitive, comportamenti aggressivi e un aumentato rischio di suicidio e mortalità (Schinka et al., 2012; Twenge et al., 2001). Per via del loro status, i migranti sono tra i gruppi sociali maggiormente esposti a fenomeni di esclusione sociale prolungati nel tempo. Lo studio mira ad individuare fattori di rischio e di protezione, individuali, di gruppo e situazionali, in grado di predire le risposte psicologiche (es. depressione) e comportamentali (es. antisocialità) dell’esclusione sociale cronica nei rifugiati e richiedenti asilo. In particolare si ipotizza che l’esclusione sociale cronica esiti non solo nelle forme di ritiro sociale, depressione, alienazione, perdita di speranza e di significato della propria esistenza (cosi come previsto dai modelli teorici esistenti), ma anche nello sviluppo di comportamenti aggressivi, prosociali e di integrazione. Il campione è composto da 150 adulti migranti richiedenti asilo ospitati in Lombardia. Le analisi preliminari mostrano che il legame tra esperienze di esclusione sociale prolungate nel tempo e risposte psicologiche è articolato in base a variabili di moderazione, come la discriminazione percepita, la qualità e quantità di connessioni sociali esistenti, e la partecipazione a progetti di integrazione nelle strutture di accoglienza. Questi risultati consentono di meglio articolare i modelli teorici esistenti (Smart Richman & Leary, 2009; Willams, 2009) sulla base di dati empirici.

Marinucci, M., Riva, P. (2018). Fattori di rischio e protezione dall'esclusione sociale cronica nei richiedenti asilo. In Congresso dell’Associazione Italiana di Psicologia. Book of Abstracts (pp.13-14).

Fattori di rischio e protezione dall'esclusione sociale cronica nei richiedenti asilo

MARINUCCI, MARCO
;
Riva P
2018

Abstract

La letteratura scientifica mostra che l’essere rifiutati, ignorati, discriminati dagli altri produce un’ampia gamma di effetti negativi sull’individuo: emozioni negative, calo dell’autostima, depressione, calo delle capacità cognitive, comportamenti aggressivi e un aumentato rischio di suicidio e mortalità (Schinka et al., 2012; Twenge et al., 2001). Per via del loro status, i migranti sono tra i gruppi sociali maggiormente esposti a fenomeni di esclusione sociale prolungati nel tempo. Lo studio mira ad individuare fattori di rischio e di protezione, individuali, di gruppo e situazionali, in grado di predire le risposte psicologiche (es. depressione) e comportamentali (es. antisocialità) dell’esclusione sociale cronica nei rifugiati e richiedenti asilo. In particolare si ipotizza che l’esclusione sociale cronica esiti non solo nelle forme di ritiro sociale, depressione, alienazione, perdita di speranza e di significato della propria esistenza (cosi come previsto dai modelli teorici esistenti), ma anche nello sviluppo di comportamenti aggressivi, prosociali e di integrazione. Il campione è composto da 150 adulti migranti richiedenti asilo ospitati in Lombardia. Le analisi preliminari mostrano che il legame tra esperienze di esclusione sociale prolungate nel tempo e risposte psicologiche è articolato in base a variabili di moderazione, come la discriminazione percepita, la qualità e quantità di connessioni sociali esistenti, e la partecipazione a progetti di integrazione nelle strutture di accoglienza. Questi risultati consentono di meglio articolare i modelli teorici esistenti (Smart Richman & Leary, 2009; Willams, 2009) sulla base di dati empirici.
paper
chronic social exclusion, immigration, integration, asylum seekers
Italian
Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Sociale dell’Associazione Italiana di Psicologia (AIP)
2018
Congresso dell’Associazione Italiana di Psicologia. Book of Abstracts
979-12-200-3675-7
2018
13
14
none
Marinucci, M., Riva, P. (2018). Fattori di rischio e protezione dall'esclusione sociale cronica nei richiedenti asilo. In Congresso dell’Associazione Italiana di Psicologia. Book of Abstracts (pp.13-14).
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