L’articolo esamina dal punto di vista pedagogico i processi di studio della memoria Familiare, come occasione preziosa per riflettere sulla complessità, ovvero sull’interazione e interdipendenza irriducibile tra la biografia dei componenti della famiglia, le trasformazioni sistemiche alle quali ogni famiglia è costantemente sottoposta e le transizioni culturali e sociali più ampie3. Questi tre livelli di interazione – micro, meso e macro sono embricati, secondo una prospettiva sistemica e complessa. L’articolo sostiene che destino dell’umano è nascere dipendenti e bisognosi dell’altro, crescere dentro legami affettivi e materiali con i conspecifici; sviluppare un linguaggio che consenta il coordinamento e la collaborazione, e dunque posizionarsi costantemente gli uni rispetto agli altri. Il sistema prossimale di cura sviluppa una memoria condivisa, ovvero un patrimonio di storie, ma anche di silenzi e racconti mancati, gesti e oggetti, ritualità che vanno oltre le parole, il conscio e il condiviso. L’articolo esplora dunque la memoria immanente, distribuita nella struttura delle relazioni familiari, fatta di oggetti, spazi, istituzioni, storie e discorsi. La tesi è che la costruzione dei soggetti e della/delle famiglie si appoggi su pratiche di narrazione incorporata, intrecciate alle tracce concrete del passato che agiscono nel presente e prefigurano/preparano il futuro. Viene messo in evidenza come tutto ciò sia di enorme rilevanza per la pedagogia e l’educazione, in particolare attraverso l’idea di dispositivo, enunciata da Foucault e ripresa in chiave pedagogica da Riccardo Massa.
Formenti, L. (2016). Memoria familiare come dispositivo complesso, tra costruzione dell’Io e del Noi. LA FAMIGLIA, 50(260), 31-50.
Memoria familiare come dispositivo complesso, tra costruzione dell’Io e del Noi
FORMENTI, LAURA
2016
Abstract
L’articolo esamina dal punto di vista pedagogico i processi di studio della memoria Familiare, come occasione preziosa per riflettere sulla complessità, ovvero sull’interazione e interdipendenza irriducibile tra la biografia dei componenti della famiglia, le trasformazioni sistemiche alle quali ogni famiglia è costantemente sottoposta e le transizioni culturali e sociali più ampie3. Questi tre livelli di interazione – micro, meso e macro sono embricati, secondo una prospettiva sistemica e complessa. L’articolo sostiene che destino dell’umano è nascere dipendenti e bisognosi dell’altro, crescere dentro legami affettivi e materiali con i conspecifici; sviluppare un linguaggio che consenta il coordinamento e la collaborazione, e dunque posizionarsi costantemente gli uni rispetto agli altri. Il sistema prossimale di cura sviluppa una memoria condivisa, ovvero un patrimonio di storie, ma anche di silenzi e racconti mancati, gesti e oggetti, ritualità che vanno oltre le parole, il conscio e il condiviso. L’articolo esplora dunque la memoria immanente, distribuita nella struttura delle relazioni familiari, fatta di oggetti, spazi, istituzioni, storie e discorsi. La tesi è che la costruzione dei soggetti e della/delle famiglie si appoggi su pratiche di narrazione incorporata, intrecciate alle tracce concrete del passato che agiscono nel presente e prefigurano/preparano il futuro. Viene messo in evidenza come tutto ciò sia di enorme rilevanza per la pedagogia e l’educazione, in particolare attraverso l’idea di dispositivo, enunciata da Foucault e ripresa in chiave pedagogica da Riccardo Massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.