Negli ultimi decenni si è assistito ad un progressivo incremento nella frequenza delle patologie allergiche, tanto da considerarle, attualmente, come la “nuova epidemia” del XXI secolo. Questo notevole ed inarrestabile aumento ha attirato l’attenzione della comunità scientifica e pubblica, rendendo le allergie una priorità a livello globale. Tra le malattie allergiche la pollinosi è certamente la manifestazione più comune e diffusa, soprattutto nei paesi industrializzati; è difficile stabilire la prevalenza assoluta delle pollinosi ma in Italia si stima che fino al 15% della popolazione ne sia interessata. A questo proposito, in Italia, ed in particolare nell’area piemontese e lombarda, Ambrosia artemisiifolia L. è la specie che desta maggiori preoccupazioni anche a causa della sua veloce espansione, tanto da essere considerata la seconda causa di pollinosi nel milanese. Ambrosia artemisiifolia L è una pianta erbacea invasiva alloctona a ciclo annuale, originaria del Nord America e accidentalmente introdotta in Europa in seguito all’importazione di carichi di semi di interesse agricolo all’inizio del secolo scorso. A causare allergie è l’allergene maggiore di ambrosia, Amb a 1 con le sue isoforme; proteine appartenenti alla famiglia delle pectato liasi (Amb a 1.1, Amb a 1.2, Amb a 1.3, Amb a 1.4, Amb a 1.5), che possono essere espresse nel polline. Rimane da appurare se tutte le isoforme sono espresse contemporaneamente nel polline di singole piante e quale sia l’attività immunologica delle singole isoforme. Da dati bibliografici risulta che l’ambrosia produce popolazioni verosimilmente caratterizzate da un’alta variabilità genetica tra gli individui e risulta quindi importante studiare le singole piante per comprendere i fattori genetici ed ambientali che determinano l’aggressività del polline. In questo contesto, stiamo valutando la variabilità genetica inter ed intra-popolazione dell’ambrosia in relazione alle isoforme di Amb a 1 e al loro potenziale allergenico. Lo studio è iniziato da pochi mesi e gli sforzi sono stati finora indirizzati a collezionare semi provenienti da popolazioni di diversa origine (italiana ed estera), a mettere a punto un protocollo di germinazione di tali semi, a predisporre la crescita delle rispettive piante in serra e ad effettuare analisi di variabilità genetica complessiva intra ed inter-popolazione mediante l’uso di microsatelliti. I pochi dati finora ottenuti sembrano effettivamente indicare un’alta variabilità genetica almeno tra le piante appartenenti a singole popolazioni.

Ciappetta, S., Ghiani, A., Bellotto, E., Gentili, R., Citterio, S. (2013). Studio della variabilità genetica intra ed inter-popolazione di ambrosia in relazione alle isoforme di Amb a 1 e al loro potenziale allergenico. In Proceedings.

Studio della variabilità genetica intra ed inter-popolazione di ambrosia in relazione alle isoforme di Amb a 1 e al loro potenziale allergenico

CIAPPETTA, SILVIA
;
GHIANI, ALESSANDRA
Secondo
;
BELLOTTO, EMANUELE;GENTILI, RODOLFO FILIPPO;CITTERIO, SANDRA
Ultimo
2013

Abstract

Negli ultimi decenni si è assistito ad un progressivo incremento nella frequenza delle patologie allergiche, tanto da considerarle, attualmente, come la “nuova epidemia” del XXI secolo. Questo notevole ed inarrestabile aumento ha attirato l’attenzione della comunità scientifica e pubblica, rendendo le allergie una priorità a livello globale. Tra le malattie allergiche la pollinosi è certamente la manifestazione più comune e diffusa, soprattutto nei paesi industrializzati; è difficile stabilire la prevalenza assoluta delle pollinosi ma in Italia si stima che fino al 15% della popolazione ne sia interessata. A questo proposito, in Italia, ed in particolare nell’area piemontese e lombarda, Ambrosia artemisiifolia L. è la specie che desta maggiori preoccupazioni anche a causa della sua veloce espansione, tanto da essere considerata la seconda causa di pollinosi nel milanese. Ambrosia artemisiifolia L è una pianta erbacea invasiva alloctona a ciclo annuale, originaria del Nord America e accidentalmente introdotta in Europa in seguito all’importazione di carichi di semi di interesse agricolo all’inizio del secolo scorso. A causare allergie è l’allergene maggiore di ambrosia, Amb a 1 con le sue isoforme; proteine appartenenti alla famiglia delle pectato liasi (Amb a 1.1, Amb a 1.2, Amb a 1.3, Amb a 1.4, Amb a 1.5), che possono essere espresse nel polline. Rimane da appurare se tutte le isoforme sono espresse contemporaneamente nel polline di singole piante e quale sia l’attività immunologica delle singole isoforme. Da dati bibliografici risulta che l’ambrosia produce popolazioni verosimilmente caratterizzate da un’alta variabilità genetica tra gli individui e risulta quindi importante studiare le singole piante per comprendere i fattori genetici ed ambientali che determinano l’aggressività del polline. In questo contesto, stiamo valutando la variabilità genetica inter ed intra-popolazione dell’ambrosia in relazione alle isoforme di Amb a 1 e al loro potenziale allergenico. Lo studio è iniziato da pochi mesi e gli sforzi sono stati finora indirizzati a collezionare semi provenienti da popolazioni di diversa origine (italiana ed estera), a mettere a punto un protocollo di germinazione di tali semi, a predisporre la crescita delle rispettive piante in serra e ad effettuare analisi di variabilità genetica complessiva intra ed inter-popolazione mediante l’uso di microsatelliti. I pochi dati finora ottenuti sembrano effettivamente indicare un’alta variabilità genetica almeno tra le piante appartenenti a singole popolazioni.
abstract + slide
Ambrosia artemisiifolia
Amb a 1
Italian
Gruppi di lavoro di "biologia cellulare e molecolare" e "biotecnologie e differenziamento" - Società Botanica Italiana - SBI
2013
Proceedings
2013
none
Ciappetta, S., Ghiani, A., Bellotto, E., Gentili, R., Citterio, S. (2013). Studio della variabilità genetica intra ed inter-popolazione di ambrosia in relazione alle isoforme di Amb a 1 e al loro potenziale allergenico. In Proceedings.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/75521
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