Se c’è una sensazione diffusa, in questa epoca moderna avvolta nella crisi economica, è l’incertezza. E’ una percezione che permea l’intera struttura dei sistemi umani (Bauman, 1999). Nonostante la sua ineludibile presenza, l’uomo, come un equilibrista, cerca di ergersi dall’incertezza, vagando alla ricerca di un orientamento. Questo tentativo prende forma in quel gioco relazionale tra uomo e incertezza che racchiude in sé un doppio vincolo (Bateson, 1984): l’uomo vive avvolto in un’incertezza ineliminabile ma costantemente cerca di creare saldi punti di appoggio che la esorcizzino (Musso, 2009). L’orientamento universitario appare entrare in campo in questo fluido scenario come uno studente impreparato che arranca dinnanzi ad una prova d’esame non superabile: l’università in cui lavorano gli orientatori ha una struttura profondamente mutata rispetto a quella in cui hanno studiato, al punto che essa appare una terra straniera anche a chi si è appena laureato. Questo scarto tra l’esperienza biografica studentesca degli orientatori e le domande portate dagli studenti è visibile non soltanto nell’orientamento riguardante l’aspetto informativo ma anche in quello formativo. Se nei primi anni novanta, infatti, il momento della scelta poteva essere considerato un passaggio di apicale incertezza che poi sfociava nella certezza di un lavoro, ora l’orientatore universitario si trova per necessità a educare all’incertezza (Formenti, 2009). Allora la domanda su cui ci si trova a interrogarsi è: come fare i consulenti nell’incertezza nell’orientamento formativo? Come poter, in questo contesto incerto, lavorare con gli studenti sulla speranza e sulle loro competenze di resilienza? In risposta, la pratica pedagogica del Servizio d’orietamento “Parliamone” (Unimib) si forgia su tre linee guida: 1) favorire in consulenza dei processi di apprendimento “calibrati” (Bateson, 1989; Vitale, 2012), ovvero che attivino delle riflessioni sulle classi logiche in esame; 2) allestire contesti di consulenza dalla struttura “fluttuante” (Caillé,Rey, 2005), cioè spazi che siano un terreno di gioco volto a favorire la dinamizzazione del racconto e la trasformazione dei punti di vista; 3) infine, valorizzare la “sacralità dell’esperienza di orientamento” (Vitale, 2012), ovvero di quello spazio sacro in cui si cerca di capire cosa lega una possibile scelta ad un’altra piuttosto che cosa le separa (Bateson, 1989). Blibliografia Bateson, G., (1984). Mente e Natura. Milano: Adelphi. Bateson, G., & Bateson, M.C., (1989). Dove gli angeli esitano. Milano: Adelphi. Bauman, Z., (1999). La società dell’incertezza. Bologna: Il Mulino. Caillé, P., & Rey, Y., (2005). Gli oggetti fluttuanti. Metodi di interviste sistemiche. Roma: Armando Editore. Formenti L: (2009), “Educare all’incertezza: l’educazione presso l’Università”, in Riflessioni Sistemiche, n° 1 Musso (2009), “E se l’incertezza avesse un senso?”, in Riflessioni Sistemiche, n° 1 Vitale A. (2012), "L'orientamento fluttuante. Riflessioni epistemologiche e metodologiche sull'allestimento di dispositivi estetici in orientamento", MeTis

Vitale, A. (2013). Educare all’incertezza per dar spazio alla speranza. Un esempio di orientamento universitario calibrato, fluttuante e sacro presso il Servizio “Parliamone”.. Intervento presentato a: Conferenza internazionale "Life Design: instillare la Speranza e fortificare la resilienza", Padova.

Educare all’incertezza per dar spazio alla speranza. Un esempio di orientamento universitario calibrato, fluttuante e sacro presso il Servizio “Parliamone”.

VITALE, ALESSIA
2013

Abstract

Se c’è una sensazione diffusa, in questa epoca moderna avvolta nella crisi economica, è l’incertezza. E’ una percezione che permea l’intera struttura dei sistemi umani (Bauman, 1999). Nonostante la sua ineludibile presenza, l’uomo, come un equilibrista, cerca di ergersi dall’incertezza, vagando alla ricerca di un orientamento. Questo tentativo prende forma in quel gioco relazionale tra uomo e incertezza che racchiude in sé un doppio vincolo (Bateson, 1984): l’uomo vive avvolto in un’incertezza ineliminabile ma costantemente cerca di creare saldi punti di appoggio che la esorcizzino (Musso, 2009). L’orientamento universitario appare entrare in campo in questo fluido scenario come uno studente impreparato che arranca dinnanzi ad una prova d’esame non superabile: l’università in cui lavorano gli orientatori ha una struttura profondamente mutata rispetto a quella in cui hanno studiato, al punto che essa appare una terra straniera anche a chi si è appena laureato. Questo scarto tra l’esperienza biografica studentesca degli orientatori e le domande portate dagli studenti è visibile non soltanto nell’orientamento riguardante l’aspetto informativo ma anche in quello formativo. Se nei primi anni novanta, infatti, il momento della scelta poteva essere considerato un passaggio di apicale incertezza che poi sfociava nella certezza di un lavoro, ora l’orientatore universitario si trova per necessità a educare all’incertezza (Formenti, 2009). Allora la domanda su cui ci si trova a interrogarsi è: come fare i consulenti nell’incertezza nell’orientamento formativo? Come poter, in questo contesto incerto, lavorare con gli studenti sulla speranza e sulle loro competenze di resilienza? In risposta, la pratica pedagogica del Servizio d’orietamento “Parliamone” (Unimib) si forgia su tre linee guida: 1) favorire in consulenza dei processi di apprendimento “calibrati” (Bateson, 1989; Vitale, 2012), ovvero che attivino delle riflessioni sulle classi logiche in esame; 2) allestire contesti di consulenza dalla struttura “fluttuante” (Caillé,Rey, 2005), cioè spazi che siano un terreno di gioco volto a favorire la dinamizzazione del racconto e la trasformazione dei punti di vista; 3) infine, valorizzare la “sacralità dell’esperienza di orientamento” (Vitale, 2012), ovvero di quello spazio sacro in cui si cerca di capire cosa lega una possibile scelta ad un’altra piuttosto che cosa le separa (Bateson, 1989). Blibliografia Bateson, G., (1984). Mente e Natura. Milano: Adelphi. Bateson, G., & Bateson, M.C., (1989). Dove gli angeli esitano. Milano: Adelphi. Bauman, Z., (1999). La società dell’incertezza. Bologna: Il Mulino. Caillé, P., & Rey, Y., (2005). Gli oggetti fluttuanti. Metodi di interviste sistemiche. Roma: Armando Editore. Formenti L: (2009), “Educare all’incertezza: l’educazione presso l’Università”, in Riflessioni Sistemiche, n° 1 Musso (2009), “E se l’incertezza avesse un senso?”, in Riflessioni Sistemiche, n° 1 Vitale A. (2012), "L'orientamento fluttuante. Riflessioni epistemologiche e metodologiche sull'allestimento di dispositivi estetici in orientamento", MeTis
abstract + slide
Orientamento
Italian
Conferenza internazionale "Life Design: instillare la Speranza e fortificare la resilienza"
20-21-22 giugno 2013
2013
none
Vitale, A. (2013). Educare all’incertezza per dar spazio alla speranza. Un esempio di orientamento universitario calibrato, fluttuante e sacro presso il Servizio “Parliamone”.. Intervento presentato a: Conferenza internazionale "Life Design: instillare la Speranza e fortificare la resilienza", Padova.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/73318
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