Questo contributo intende presentare i dati relativi alla validazione della scala di atteggiamenti nei confronti della morte DAP-R (Death Attitude Profile Revised) di Wong, Reker e Gesser (1994) nella traduzione italiana di Blaes, Rossi e Tagini. La scala indaga gli atteggiamenti verso la morte tramite un approccio multidimensionale che ha identificato cinque fattori, due atteggiamenti più negativi (paura ed evitamento) e tre neutrali e/o positivi (atteggiamento neutrale, approccio e per fuga). L’accettazione neutrale implica una visione della morte come un evento normale e naturalmente collegato al ciclo di vita. Secondo Wong e collaboratori, questa disposizione è positivamente associata con il benessere psicofisico e negativamente connessa alla depressione. Inoltre gli autori sottolineano che, quando si realizza come la morte sia un aspetto inevitabile della vita, si tende a valorizzare la propria investendo nel migliore dei modi le proprie risorse. L’accettazione per approccio presuppone la credenza in un aldilà positivo e desiderabile, perciò tende ad essere associata a credenze e pratiche religiose. Alcune ricerche hanno evidenziato che gli individui più religiosi credono maggiormente nell’aldilà ed esibiscono una minore paura della morte. In questo tipo di atteggiamento la morte, essendo un evento non negativo, viene accettata serenamente. Nell’accettazione per fuga la morte viene vista come una valida alternativa ad una vita piena di dolori e sofferenze. Vernon (1972) ha sostenuto che la paura di vivere in determinate circostanze potrebbe essere maggiore della paura della morte. In alcune situazioni, quando le risorse di coping per affrontare i dolori della vita sono esaurite, la morte potrebbe essere valutata come l’unica soluzione. Per questo motivo, nell’accettazione per fuga la morte è preferita in confronto alla vita e non è intrinsecamente positiva. Lo strumento è stato somministrato a due campioni (uno di studenti universitari del primo anno di psicologia e un campione di operatori di Hospice) ed è in fase di raccolta un campione di adulti. La coerenza interna dei primi due sottogruppi è molto simile a quella del campione di Wong, Reker e Gesser (1994): considerando che nel campione originario, gli alfa di Cronbach oscillavano da .65 (Neutra) a .97 (Approccio), il fatto che nel nostro primo campione oscillino fra .61 e .95 (stesse scale) sembrerebbe dimostrare una buona somiglianza di interpretazione da parte dei partecipanti. Nel secondo campione, gli alfa oscillano da .48 a .94 (stesse scale). Questo fatto sembra evidenziare come un campione più familiare alle esperienze di morte (personale degli Hospice) abbia una coerenza interna molto più bassa (e quindi poco coerente internamente) ma solo per la scala Neutra; inoltre, suddividendo la parte di campione proveniente dagli Hospice in volontari e personale ospedaliero, questa scala ha valori di alfa molto bassi, .26 per il personale e .47 per i volontari. In effetti la scala DAP-R è stata teorizzata per una popolazione ”normale”, mentre chi lavora negli Hospice ha una notevole affinità con la morte, che evidentemente non facilità atteggiamenti omogenei. Tuttavia l’analisi fattoriale confermativa del modello originale a 5 fattori è accettabile sia per il primo sottocampione (RMSEA = 0.070) sia per il secondo (RMSEA = 0.68).
Rossi, G., Blaes, L., Tagini, A. (2014). Contributo alla validazione italiana della scala "Death Attitude Profile-Revised". In Seeing beyond in facing death (pp.17-17). Padova : Padova University Press.
Contributo alla validazione italiana della scala "Death Attitude Profile-Revised"
Rossi, G;Tagini, A
2014
Abstract
Questo contributo intende presentare i dati relativi alla validazione della scala di atteggiamenti nei confronti della morte DAP-R (Death Attitude Profile Revised) di Wong, Reker e Gesser (1994) nella traduzione italiana di Blaes, Rossi e Tagini. La scala indaga gli atteggiamenti verso la morte tramite un approccio multidimensionale che ha identificato cinque fattori, due atteggiamenti più negativi (paura ed evitamento) e tre neutrali e/o positivi (atteggiamento neutrale, approccio e per fuga). L’accettazione neutrale implica una visione della morte come un evento normale e naturalmente collegato al ciclo di vita. Secondo Wong e collaboratori, questa disposizione è positivamente associata con il benessere psicofisico e negativamente connessa alla depressione. Inoltre gli autori sottolineano che, quando si realizza come la morte sia un aspetto inevitabile della vita, si tende a valorizzare la propria investendo nel migliore dei modi le proprie risorse. L’accettazione per approccio presuppone la credenza in un aldilà positivo e desiderabile, perciò tende ad essere associata a credenze e pratiche religiose. Alcune ricerche hanno evidenziato che gli individui più religiosi credono maggiormente nell’aldilà ed esibiscono una minore paura della morte. In questo tipo di atteggiamento la morte, essendo un evento non negativo, viene accettata serenamente. Nell’accettazione per fuga la morte viene vista come una valida alternativa ad una vita piena di dolori e sofferenze. Vernon (1972) ha sostenuto che la paura di vivere in determinate circostanze potrebbe essere maggiore della paura della morte. In alcune situazioni, quando le risorse di coping per affrontare i dolori della vita sono esaurite, la morte potrebbe essere valutata come l’unica soluzione. Per questo motivo, nell’accettazione per fuga la morte è preferita in confronto alla vita e non è intrinsecamente positiva. Lo strumento è stato somministrato a due campioni (uno di studenti universitari del primo anno di psicologia e un campione di operatori di Hospice) ed è in fase di raccolta un campione di adulti. La coerenza interna dei primi due sottogruppi è molto simile a quella del campione di Wong, Reker e Gesser (1994): considerando che nel campione originario, gli alfa di Cronbach oscillavano da .65 (Neutra) a .97 (Approccio), il fatto che nel nostro primo campione oscillino fra .61 e .95 (stesse scale) sembrerebbe dimostrare una buona somiglianza di interpretazione da parte dei partecipanti. Nel secondo campione, gli alfa oscillano da .48 a .94 (stesse scale). Questo fatto sembra evidenziare come un campione più familiare alle esperienze di morte (personale degli Hospice) abbia una coerenza interna molto più bassa (e quindi poco coerente internamente) ma solo per la scala Neutra; inoltre, suddividendo la parte di campione proveniente dagli Hospice in volontari e personale ospedaliero, questa scala ha valori di alfa molto bassi, .26 per il personale e .47 per i volontari. In effetti la scala DAP-R è stata teorizzata per una popolazione ”normale”, mentre chi lavora negli Hospice ha una notevole affinità con la morte, che evidentemente non facilità atteggiamenti omogenei. Tuttavia l’analisi fattoriale confermativa del modello originale a 5 fattori è accettabile sia per il primo sottocampione (RMSEA = 0.070) sia per il secondo (RMSEA = 0.68).File | Dimensione | Formato | |
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