Una ricostruzione della giurisprudenza costituzionale sull’art. 41 Cost. deve tenere conto di tre aspetti: il primo è rappresentato dalle ragioni che secondo la Corte costituzionale sono idonee a giustificare una restrizione della libertà economica; il secondo, strettamente complementare al primo, è ravvisabile nella concezione che la Corte ha della libertà economica; l’ultimo è costituito dai requisiti ritenuti indispensabili dalla Corte per un intervento pubblico nell’economia. Dalla giurisprudenza costituzionale emerge anzitutto che l’intervento pubblico e l’interesse pubblico che lo giustifica presentano un carattere fondamentalmente conservativo, cautelativo, di argine rispetto alla durezza del mercato. Secondo la Corte l’intervento pubblico è fattore di mediazione e di riequilibrio delle tendenze spontanee del mercato, che anticipa la logica insita nel processo economico, agendo gradualmente nel corso del tempo in modo da favorire lo sviluppo del mercato. Ma il carattere relativo della riserva di legge in materia economia porta con sé specifici problemi, dal momento che i requisiti della riserva relativa di legge non sono affatto pacifici: non è chiaro se l’amministrazione debba trovare nelle leggi solo un attribuzione di competenza oppure anche direttive e limiti. La Corte tende comunque a esprimere un evidente favore per una regolazione economica fatta caso per caso dall’amministrazione, ritenendo che in questa materia sia impossibile per la legge, necessariamente riferita a ipotesi astratte, seguire il rapido e mutevole corso della realtà. E’ tuttavia mancata da parte della Corte qualsiasi sottolineatura della differenza tra la politica di concorrenza e la politica industriale, mentre una delle linee di sviluppo del diritto europeo maggiormente incidenti sul nostro diritto dell’economia è rappresentata dalla necessità di depurare la regolazione amministrativa dell’economia da finalità e strumenti tradizionali di politica industriale, per sostituirli con strumenti di regolazione generale, obiettiva e neutrale rispetto agli interessi in gioco.

Ramajoli, M. (2008). La regolazione amministrativa dell'economia e la pianificazione economica nell'interpretazione dell'art. 41 Cost. DIRITTO AMMINISTRATIVO, 2008(1), 121-162.

La regolazione amministrativa dell'economia e la pianificazione economica nell'interpretazione dell'art. 41 Cost

RAMAJOLI, MARGHERITA
2008

Abstract

Una ricostruzione della giurisprudenza costituzionale sull’art. 41 Cost. deve tenere conto di tre aspetti: il primo è rappresentato dalle ragioni che secondo la Corte costituzionale sono idonee a giustificare una restrizione della libertà economica; il secondo, strettamente complementare al primo, è ravvisabile nella concezione che la Corte ha della libertà economica; l’ultimo è costituito dai requisiti ritenuti indispensabili dalla Corte per un intervento pubblico nell’economia. Dalla giurisprudenza costituzionale emerge anzitutto che l’intervento pubblico e l’interesse pubblico che lo giustifica presentano un carattere fondamentalmente conservativo, cautelativo, di argine rispetto alla durezza del mercato. Secondo la Corte l’intervento pubblico è fattore di mediazione e di riequilibrio delle tendenze spontanee del mercato, che anticipa la logica insita nel processo economico, agendo gradualmente nel corso del tempo in modo da favorire lo sviluppo del mercato. Ma il carattere relativo della riserva di legge in materia economia porta con sé specifici problemi, dal momento che i requisiti della riserva relativa di legge non sono affatto pacifici: non è chiaro se l’amministrazione debba trovare nelle leggi solo un attribuzione di competenza oppure anche direttive e limiti. La Corte tende comunque a esprimere un evidente favore per una regolazione economica fatta caso per caso dall’amministrazione, ritenendo che in questa materia sia impossibile per la legge, necessariamente riferita a ipotesi astratte, seguire il rapido e mutevole corso della realtà. E’ tuttavia mancata da parte della Corte qualsiasi sottolineatura della differenza tra la politica di concorrenza e la politica industriale, mentre una delle linee di sviluppo del diritto europeo maggiormente incidenti sul nostro diritto dell’economia è rappresentata dalla necessità di depurare la regolazione amministrativa dell’economia da finalità e strumenti tradizionali di politica industriale, per sostituirli con strumenti di regolazione generale, obiettiva e neutrale rispetto agli interessi in gioco.
Articolo in rivista - Articolo scientifico
Costituzione, economia, regolazione
Italian
2008
2008
1
121
162
none
Ramajoli, M. (2008). La regolazione amministrativa dell'economia e la pianificazione economica nell'interpretazione dell'art. 41 Cost. DIRITTO AMMINISTRATIVO, 2008(1), 121-162.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/6812
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact