Come antropologo che lavora in contesti rurali e di modernizzazione nei “sud” del mondo (Giordania, Egitto ma anche a “casa nostra”), in aree considerate marginali e periferiche, la relazione tra cultura e ambiente è un focus cruciale: per la competizione nella gestione delle risorse (in primis l’acqua), per le dinamiche di globalizzazione che si giocano sempre più intensamente, e soprattutto per l’incontro/scontro culturale attorno a diverse idee, e pratiche, di ciò che noi chiamiamo “natura”. Altri saperi ambientali, altre agri/culture, altre tecniche che partono da “modelli di natura” che raccontano dell’incredibile creatività culturale dei popoli, ma evidenziano una problematica centrale: solo la nostra storia di pensiero ha costruito una campo della “cultura” distinto, e opposto a quello di una “natura”, resa oggetto disponibile alla conoscenza e allo sfruttamento senza limiti. Da un punto di vista antropologico ogni cultura è già multiculturale, perché costituisce sempre una dinamica di selezione e relazione tra gruppi sociali, sistemi simbolici e visioni del mondo, ed è quindi sempre già un confronto con la diversità culturale. I pericoli contemporanei che affronta l’antropologia nella comunicazione culturale sono le esagerazioni, le strumentalizzazioni e le reificazioni della nozione di cultura, oggi spesso parola pass-partout, in visioni culturaliste, dove la cultura è pensata come un contenitore chiuso e fuori dalle relazioni politiche. In molti contesti di intervento dello sviluppo rurale, i saperi locali, le pratiche ecologiche, il senso del luogo, le idee di acqua e di ambiente sono spesso il primo target ad essere censurato, reso invisibili o non colto come attore del cambiamento. Questo proprio perché abbiamo reso universale, transculturale, neutro un modello particolare e storico di natura: un campo esterno alla cultura, certo, immutabile, coerente e ciclico, fuori dalla storia e dalla società, a disposizione dell’azione umana, oggetto e non anche insieme di soggetti come molte culture ritengono. A partire da alcuni casi etnografici, sono due questioni centrali che ci interpellano per un dialogo e traduzione delle culture nel contemporaneo. Innanzitutto la necessità di reimmettere gli studi umanistici e sociali all’interno dell’ambiente: se nella modernità ci siamo “liberati della natura”, la cultura è un sistema simbolico già imbricato e relazionato ad un ambiente complesso. Ciò porta alla messa a critica della dicotomia epistemologica che sta alla base dei nostri saperi (non solo antropologici) tra cultura/natura che spesso è ben poco condivisa da molte culture. In secondo luogo, questo passo ci aiuta a comprendere e rendere visibili altri “modelli di natura”, altri saperi su alberi, su acqua, su terra, altre ecologie culturali che sono sempre più una risorsa: inter-culture come relazioni tra diversità culturali, assieme a molteplicità di “nature”.

VAN AKEN, M. (2014). Diversità culturali e altre idee di natura. Un breve percorso antropologico. In M. Giusti (a cura di), Intercultura Interdisciplinare. Costruire inclusione anche con le discipline (pp. 227-237). Milano : Raffaello Cortina.

Diversità culturali e altre idee di natura. Un breve percorso antropologico

VAN AKEN, MAURO IVO
2014

Abstract

Come antropologo che lavora in contesti rurali e di modernizzazione nei “sud” del mondo (Giordania, Egitto ma anche a “casa nostra”), in aree considerate marginali e periferiche, la relazione tra cultura e ambiente è un focus cruciale: per la competizione nella gestione delle risorse (in primis l’acqua), per le dinamiche di globalizzazione che si giocano sempre più intensamente, e soprattutto per l’incontro/scontro culturale attorno a diverse idee, e pratiche, di ciò che noi chiamiamo “natura”. Altri saperi ambientali, altre agri/culture, altre tecniche che partono da “modelli di natura” che raccontano dell’incredibile creatività culturale dei popoli, ma evidenziano una problematica centrale: solo la nostra storia di pensiero ha costruito una campo della “cultura” distinto, e opposto a quello di una “natura”, resa oggetto disponibile alla conoscenza e allo sfruttamento senza limiti. Da un punto di vista antropologico ogni cultura è già multiculturale, perché costituisce sempre una dinamica di selezione e relazione tra gruppi sociali, sistemi simbolici e visioni del mondo, ed è quindi sempre già un confronto con la diversità culturale. I pericoli contemporanei che affronta l’antropologia nella comunicazione culturale sono le esagerazioni, le strumentalizzazioni e le reificazioni della nozione di cultura, oggi spesso parola pass-partout, in visioni culturaliste, dove la cultura è pensata come un contenitore chiuso e fuori dalle relazioni politiche. In molti contesti di intervento dello sviluppo rurale, i saperi locali, le pratiche ecologiche, il senso del luogo, le idee di acqua e di ambiente sono spesso il primo target ad essere censurato, reso invisibili o non colto come attore del cambiamento. Questo proprio perché abbiamo reso universale, transculturale, neutro un modello particolare e storico di natura: un campo esterno alla cultura, certo, immutabile, coerente e ciclico, fuori dalla storia e dalla società, a disposizione dell’azione umana, oggetto e non anche insieme di soggetti come molte culture ritengono. A partire da alcuni casi etnografici, sono due questioni centrali che ci interpellano per un dialogo e traduzione delle culture nel contemporaneo. Innanzitutto la necessità di reimmettere gli studi umanistici e sociali all’interno dell’ambiente: se nella modernità ci siamo “liberati della natura”, la cultura è un sistema simbolico già imbricato e relazionato ad un ambiente complesso. Ciò porta alla messa a critica della dicotomia epistemologica che sta alla base dei nostri saperi (non solo antropologici) tra cultura/natura che spesso è ben poco condivisa da molte culture. In secondo luogo, questo passo ci aiuta a comprendere e rendere visibili altri “modelli di natura”, altri saperi su alberi, su acqua, su terra, altre ecologie culturali che sono sempre più una risorsa: inter-culture come relazioni tra diversità culturali, assieme a molteplicità di “nature”.
Capitolo o saggio
natura, culture, acqua, ecologhe
Italian
Intercultura Interdisciplinare. Costruire inclusione anche con le discipline
Giusti, M
2014
9788870431834
Raffaello Cortina
227
237
4.1
VAN AKEN, M. (2014). Diversità culturali e altre idee di natura. Un breve percorso antropologico. In M. Giusti (a cura di), Intercultura Interdisciplinare. Costruire inclusione anche con le discipline (pp. 227-237). Milano : Raffaello Cortina.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/65286
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