È giudizio ormai diffuso che stiano avvenendo non solo cambiamenti più o meno significativi nella società moderna capitalistico-industriale, ma che si stia delineando all’orizzonte una vera e propria nuova specie sociale, la società della conoscenza. A mio parere dovremmo meglio definirla come una società globale e democratica (società degli individui in Norbert Elias) basata sulla scienza (knowledge society in Nico Stehr). Ma a proposito di scienza ci imbattiamo in alcune patologie esiziali per ogni futuro sviluppo della società, ancorché siano ben radicate nella modernità. Si tratta di diffuse patologie nel modo di pensare che sembrano veri e propri miti contemporanei. Le scienze sociali, dal canto loro, lungi dall’aver superato il contrasto fra le “due culture” e dal poterlo, dunque, sanare (cfr. Snow, Lepenies), sembrano piuttosto averlo introiettato, finendo così per amplificarlo. Certo, occuparsi di miti contemporanei è sempre operazione delicata, di sociologia riflessiva (Bourdieu) e distacco razionale (Mannheim-Elias), ma non più dilazionabile di fronte a una svolta nel processo di civilizzazione (Elias). Stiamo vivendo un’epoca di frontiera e proprio il lavoro del sociologo in quanto cacciatore di miti (Elias) assume un’importanza capitale per l’orientamento dei singoli, per la governance della complessità e per lo sviluppo della stessa conoscenza scientifica. È da tempo, invero, che si lamenta la separazione fra le “due culture”, cioè fra “gli umanisti” (humies) e “gli scienziati” (techies). Ma su questa frattura all’interno della nostra conoscenza si sta oggi arenando l’analisi della società contemporanea. Da un lato, vi sono quelle posizioni che possiamo denominare dell’Antiscienza (collegate a tendenze tecnofobiche) e, dall’altro, quelle riconducibili allo Scientismo (vari riduzionismi collegati a tendenze tecnofreniche). Già molti scienziati sociali hanno individuato queste patologie. Il conflitto in gioco è ancora quello fra romanticismo e positivismo, fra Kultur e Zivilisation, rivitalizzato anche dalla recente beffa del cosiddetto affaire Sokal (Sokal e Bricmont). Il suo superamento comporterà il superamento di due visioni che, egualmente anguste, hanno egualmente caratterizzato la modernità.

Cerroni, A. (2008). Conflitti sulla conoscenza: la Grande Contrapposizione fra scientismo e antiscienza. In G. Grossi (a cura di), I conflitti contemporanei. Contrasti, scontri e confronti nella società del III millennio (pp. 61-78). Torino : UTET.

Conflitti sulla conoscenza: la Grande Contrapposizione fra scientismo e antiscienza

CERRONI, ANDREA
2008

Abstract

È giudizio ormai diffuso che stiano avvenendo non solo cambiamenti più o meno significativi nella società moderna capitalistico-industriale, ma che si stia delineando all’orizzonte una vera e propria nuova specie sociale, la società della conoscenza. A mio parere dovremmo meglio definirla come una società globale e democratica (società degli individui in Norbert Elias) basata sulla scienza (knowledge society in Nico Stehr). Ma a proposito di scienza ci imbattiamo in alcune patologie esiziali per ogni futuro sviluppo della società, ancorché siano ben radicate nella modernità. Si tratta di diffuse patologie nel modo di pensare che sembrano veri e propri miti contemporanei. Le scienze sociali, dal canto loro, lungi dall’aver superato il contrasto fra le “due culture” e dal poterlo, dunque, sanare (cfr. Snow, Lepenies), sembrano piuttosto averlo introiettato, finendo così per amplificarlo. Certo, occuparsi di miti contemporanei è sempre operazione delicata, di sociologia riflessiva (Bourdieu) e distacco razionale (Mannheim-Elias), ma non più dilazionabile di fronte a una svolta nel processo di civilizzazione (Elias). Stiamo vivendo un’epoca di frontiera e proprio il lavoro del sociologo in quanto cacciatore di miti (Elias) assume un’importanza capitale per l’orientamento dei singoli, per la governance della complessità e per lo sviluppo della stessa conoscenza scientifica. È da tempo, invero, che si lamenta la separazione fra le “due culture”, cioè fra “gli umanisti” (humies) e “gli scienziati” (techies). Ma su questa frattura all’interno della nostra conoscenza si sta oggi arenando l’analisi della società contemporanea. Da un lato, vi sono quelle posizioni che possiamo denominare dell’Antiscienza (collegate a tendenze tecnofobiche) e, dall’altro, quelle riconducibili allo Scientismo (vari riduzionismi collegati a tendenze tecnofreniche). Già molti scienziati sociali hanno individuato queste patologie. Il conflitto in gioco è ancora quello fra romanticismo e positivismo, fra Kultur e Zivilisation, rivitalizzato anche dalla recente beffa del cosiddetto affaire Sokal (Sokal e Bricmont). Il suo superamento comporterà il superamento di due visioni che, egualmente anguste, hanno egualmente caratterizzato la modernità.
Capitolo o saggio
Scientismo, antiscienza, riduzionismo, tecnofobie, tecnofrenie, cultura e scienza, società della conoscenza
Italian
I conflitti contemporanei. Contrasti, scontri e confronti nella società del III millennio
Grossi, G
2008
978-88-6008-210-7
UTET
61
78
Cerroni, A. (2008). Conflitti sulla conoscenza: la Grande Contrapposizione fra scientismo e antiscienza. In G. Grossi (a cura di), I conflitti contemporanei. Contrasti, scontri e confronti nella società del III millennio (pp. 61-78). Torino : UTET.
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