Introduzione - La classificazione internazionale del funzionamento disabilità e salute (ICF) Core Set per lo stroke è una delle applicazioni del sistema ICF creato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con lo scopo di rappresentare il tipico spettro di funzionamento del paziente con stroke. Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare se il Core Set per lo stroke contenesse le categorie dell’ICF più adeguate a coprire gli ambiti propri del paziente in corso di riabilitazione. Ci si è inoltre proposti di chiarire il suo ruolo in relazione alle altre scale di valutazione individuando gli eventuali elementi complementari o ridondanti. Infine si è verificato se il Core Set per lo stroke fosse capace di rilevare differenze di età, di appartenza a diversi servizi territoriali e di regime assistenziale. Materiali e Metodi - Sono stati reclutati pazienti inseriti in un percorso riabilitativo a seguito di un evento cerebrovascolare acuto, di tipo ischemico o emorragico, afferenti al DH e all’U.O. di Riabilitazione Specialistica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza e al DH e all’U.O. di Medicina Fisica e Riabilitazione degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Sono stati esclusi i pazienti affetti da emorragia subaracnoidea o intracranica ad eziologia traumatica, da afasia globale o da grave deterioramento cognitivo. Per ciascun paziente sono state somministrate oltre all’ICF Core Setper lo stroke (nella versione ‘comprehensive’ del 2004 con l’aggiunta dei codici rivisti nel 2009), l’ICD-10 CM, la Classificazione di Bamford, la CIRS, la FIM, la NIH Stroke Scale, la scala di Ashworth e il questionario SF-36. Per la raccolta dati ci si è avvalsi del software EpiInfo. È stata eseguita l’analisi descrittiva dei dati generali della popolazione, l’analisi fattoriale delle componenti principali per ricercare fattori che accorpassero le variabili più rilevanti e, basandosi su tali variabili, si è stratificato il campione per età, regime assistenziale e contesto territoriale.Risultati - Sono stati reclutati 46 pazienti, di cui 37 a Carate Brianza e a Mozzo. L’analisi fattoriale è stata eseguita in sequenza su 2, 30, 10 e 7 assi. La lettura dell’analisi fattoriale è risultata fattibile solo per la distribuzione su 2 e 7 assi con aggregazione della maggior parte delle voci ICF, FIM e SF-36 rispettivamente intorno alle variabili espressione di mobilità e cognitività (distribuzione su 2 assi), e di abilità motoriocognitive, cognitosociali, autosufficienza, comunicazione e socio-assistenziali, meno ben definibili (distribuzione su 7 assi). Dalla analisi stratificata del campione per età sopra e sotto 65 anni e regime di ricovero risulta che la comunicazione e la relazione appaiono carenti per tutte le fasce di età. Le funzioni motorie e la cura della persona sono migliori per i pazienti più giovani e peggiori nei pazienti in regime di ricovero ordinario. I pazienti in regime di ricovero ordinario hanno ottenuto punteggi FIM peggiori, tranne che nelle capacità relazionali e comunicative, dato confermato all’ICF, e hanno mostrato maggiore percezione della riduzione delle possibilità di eseguire attività fisica al SF-36. Non sono emerse differenze nella gestione delle politiche sociali tra le due ASL, anche se i pazienti ricoverati a Carate hanno mostrato valori FIM e distribuzione alle categorie ICF peggiori relativamente alla cura della persona, controllo sfinterico e mobilità. L’uso della mano rimane un obiettivo difficile da raggiungere a tutte le età e indipendentemente dal tipo di regime riabilitativo. Conclusioni - Dal presente studio emerge che: • le 132 categorie di secondo livello del core set e le 19 proposte in aggiunta nel 2009 (su 362 esistenti) del sistema ICF consentono di valutare aspetti strutturali (7), clinico-funzionali (58 categorie), di natura relazionale (52 categorie), sociale e ambientale (34 categorie), essenziali per la definizione dell’intervento riabilitativo-assitenziale integrato e personalizzato; • il Core Set per lo stroke rivela capacità di descrivere il deficit in modo ben delineato e sovrapponibile alle altre scale (FIM e SF-36) in 63 categorie, anche se appare necessario per molte funzioni ricorrere al classificatore di 3° e 4° livello; • non sono state trovate relazioni con le altre scale: la CIRS (comorbidità) e la NIHSS (scala neurologica) sono risultate solo debolmente confrontabili; la Ashworth, la Bamford e l’ICD-10 non sono potute entrare nell’analisi per limiti statistici; • per poter fare ulteriori analisi di correlazione considerando aspetti più specifici, andrebbero applicate categorie dell’ICF di 3° e 4° livello (le quali in totale costituiscono 1424 codici, fino a 4-5 per ognuna di 2° livello), che complicherebbero però il processo di analisi; • l’ICF ha fatto emergere che le politiche sociali non sembrano avvantaggiare le persone più giovani, anche se nel Core Set non vengono identificate le problematiche del lavoro per i disabili; • esiste una difficoltà nella comunicazione sia nei giovani che negli anziani; • in ambito riabilitativo potrebbe essere più utile sviluppare Core Set prettamente riabilitativi, indipendenti dalla causa di disabilità e creare dei link con le altre scale funzionali utilizzate, onde disporre di uno strumento maneggevole. È quindi necessario approfondire ulteriormente le potenzialità dell’utilizzo dell’ICF, ma soprattutto comprenderne il ruolo in ambito clinico. Bibliografia 1. Werner A. Steiner, Liliane Ryser, Erika Huber, Daniel Uebelhart, André Aeschlimann, Gerold Stucki, Use of the ICF Model as a Clinical Problem-Solving Tool in Physical Therapy and Rehabilitation Medicine, Physical Therapy november 2002; vol. 82; 11: 1098-1107 2. Szilvia Geyh, Alarcos Cieza, Jan Schoute, Hugh Dickson, Peter Frommelt, Zaliha Omar, Nenand Kostanjsek, Haim Ring, Gerold Stucki, ICF core sets for stroke, J Rehabil Med 2004; Suppl. 44: 135-141 3. I. Lembreg, I. Kirchberger, G. Stucki, A. Cieza, The ICF Core Set for stroke from the perspective of physicians: a worldwide validation study using the Delphi technique, Eur J Phys Rehabil Med 2010; 46: 377-88

Bolis, M., Perin, C., Limonta, M., DE VITO, G., Cerri, C. (2012). L’applicazione Clinica dell’ICF Core Set per lo Stroke in Ambiente Riabilitativo. Intervento presentato a: XII Congresso Nazionale S.I.R.N., Milano.

L’applicazione Clinica dell’ICF Core Set per lo Stroke in Ambiente Riabilitativo

BOLIS, MARTA;PERIN, CECILIA;LIMONTA, MARCO;DE VITO, GIOVANNI;CERRI, CESARE GIUSEPPE
2012

Abstract

Introduzione - La classificazione internazionale del funzionamento disabilità e salute (ICF) Core Set per lo stroke è una delle applicazioni del sistema ICF creato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con lo scopo di rappresentare il tipico spettro di funzionamento del paziente con stroke. Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare se il Core Set per lo stroke contenesse le categorie dell’ICF più adeguate a coprire gli ambiti propri del paziente in corso di riabilitazione. Ci si è inoltre proposti di chiarire il suo ruolo in relazione alle altre scale di valutazione individuando gli eventuali elementi complementari o ridondanti. Infine si è verificato se il Core Set per lo stroke fosse capace di rilevare differenze di età, di appartenza a diversi servizi territoriali e di regime assistenziale. Materiali e Metodi - Sono stati reclutati pazienti inseriti in un percorso riabilitativo a seguito di un evento cerebrovascolare acuto, di tipo ischemico o emorragico, afferenti al DH e all’U.O. di Riabilitazione Specialistica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza e al DH e all’U.O. di Medicina Fisica e Riabilitazione degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Sono stati esclusi i pazienti affetti da emorragia subaracnoidea o intracranica ad eziologia traumatica, da afasia globale o da grave deterioramento cognitivo. Per ciascun paziente sono state somministrate oltre all’ICF Core Setper lo stroke (nella versione ‘comprehensive’ del 2004 con l’aggiunta dei codici rivisti nel 2009), l’ICD-10 CM, la Classificazione di Bamford, la CIRS, la FIM, la NIH Stroke Scale, la scala di Ashworth e il questionario SF-36. Per la raccolta dati ci si è avvalsi del software EpiInfo. È stata eseguita l’analisi descrittiva dei dati generali della popolazione, l’analisi fattoriale delle componenti principali per ricercare fattori che accorpassero le variabili più rilevanti e, basandosi su tali variabili, si è stratificato il campione per età, regime assistenziale e contesto territoriale.Risultati - Sono stati reclutati 46 pazienti, di cui 37 a Carate Brianza e a Mozzo. L’analisi fattoriale è stata eseguita in sequenza su 2, 30, 10 e 7 assi. La lettura dell’analisi fattoriale è risultata fattibile solo per la distribuzione su 2 e 7 assi con aggregazione della maggior parte delle voci ICF, FIM e SF-36 rispettivamente intorno alle variabili espressione di mobilità e cognitività (distribuzione su 2 assi), e di abilità motoriocognitive, cognitosociali, autosufficienza, comunicazione e socio-assistenziali, meno ben definibili (distribuzione su 7 assi). Dalla analisi stratificata del campione per età sopra e sotto 65 anni e regime di ricovero risulta che la comunicazione e la relazione appaiono carenti per tutte le fasce di età. Le funzioni motorie e la cura della persona sono migliori per i pazienti più giovani e peggiori nei pazienti in regime di ricovero ordinario. I pazienti in regime di ricovero ordinario hanno ottenuto punteggi FIM peggiori, tranne che nelle capacità relazionali e comunicative, dato confermato all’ICF, e hanno mostrato maggiore percezione della riduzione delle possibilità di eseguire attività fisica al SF-36. Non sono emerse differenze nella gestione delle politiche sociali tra le due ASL, anche se i pazienti ricoverati a Carate hanno mostrato valori FIM e distribuzione alle categorie ICF peggiori relativamente alla cura della persona, controllo sfinterico e mobilità. L’uso della mano rimane un obiettivo difficile da raggiungere a tutte le età e indipendentemente dal tipo di regime riabilitativo. Conclusioni - Dal presente studio emerge che: • le 132 categorie di secondo livello del core set e le 19 proposte in aggiunta nel 2009 (su 362 esistenti) del sistema ICF consentono di valutare aspetti strutturali (7), clinico-funzionali (58 categorie), di natura relazionale (52 categorie), sociale e ambientale (34 categorie), essenziali per la definizione dell’intervento riabilitativo-assitenziale integrato e personalizzato; • il Core Set per lo stroke rivela capacità di descrivere il deficit in modo ben delineato e sovrapponibile alle altre scale (FIM e SF-36) in 63 categorie, anche se appare necessario per molte funzioni ricorrere al classificatore di 3° e 4° livello; • non sono state trovate relazioni con le altre scale: la CIRS (comorbidità) e la NIHSS (scala neurologica) sono risultate solo debolmente confrontabili; la Ashworth, la Bamford e l’ICD-10 non sono potute entrare nell’analisi per limiti statistici; • per poter fare ulteriori analisi di correlazione considerando aspetti più specifici, andrebbero applicate categorie dell’ICF di 3° e 4° livello (le quali in totale costituiscono 1424 codici, fino a 4-5 per ognuna di 2° livello), che complicherebbero però il processo di analisi; • l’ICF ha fatto emergere che le politiche sociali non sembrano avvantaggiare le persone più giovani, anche se nel Core Set non vengono identificate le problematiche del lavoro per i disabili; • esiste una difficoltà nella comunicazione sia nei giovani che negli anziani; • in ambito riabilitativo potrebbe essere più utile sviluppare Core Set prettamente riabilitativi, indipendenti dalla causa di disabilità e creare dei link con le altre scale funzionali utilizzate, onde disporre di uno strumento maneggevole. È quindi necessario approfondire ulteriormente le potenzialità dell’utilizzo dell’ICF, ma soprattutto comprenderne il ruolo in ambito clinico. Bibliografia 1. Werner A. Steiner, Liliane Ryser, Erika Huber, Daniel Uebelhart, André Aeschlimann, Gerold Stucki, Use of the ICF Model as a Clinical Problem-Solving Tool in Physical Therapy and Rehabilitation Medicine, Physical Therapy november 2002; vol. 82; 11: 1098-1107 2. Szilvia Geyh, Alarcos Cieza, Jan Schoute, Hugh Dickson, Peter Frommelt, Zaliha Omar, Nenand Kostanjsek, Haim Ring, Gerold Stucki, ICF core sets for stroke, J Rehabil Med 2004; Suppl. 44: 135-141 3. I. Lembreg, I. Kirchberger, G. Stucki, A. Cieza, The ICF Core Set for stroke from the perspective of physicians: a worldwide validation study using the Delphi technique, Eur J Phys Rehabil Med 2010; 46: 377-88
abstract + slide
Stroke; ICF; Riabilitazione
Italian
XII Congresso Nazionale S.I.R.N.
2012
2012
none
Bolis, M., Perin, C., Limonta, M., DE VITO, G., Cerri, C. (2012). L’applicazione Clinica dell’ICF Core Set per lo Stroke in Ambiente Riabilitativo. Intervento presentato a: XII Congresso Nazionale S.I.R.N., Milano.
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