Quando, a Parma nel 1993, fu organizzato dalla Sezione Metodologia dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) il convegno “La sfida dei metodi qualitativi” (i cui atti sono stati pubblicati nel 1996 in un testo alquanto conosciuto ed apprezzato, a cura di Costantino Cipolla ed Antonio de Lillo, dal titolo “Il Sociologo e le Sirene. La sfida dei metodi qualitativi”), la comunità sociologica fu di certo molto positivamente colpita. Si cominciò infatti a respirare un’aria diversa, più leggera, “metodologicamente” aperta, innovativa e in linea con gli orientamenti della sociologia nordamericana. In estrema sintesi, i presupposti che hanno dato vita a tali eventi furono, da un lato, la constatazione delle crescenti potenzialità della ricerca “qualitativa”; dall’altro lato, la presa di coscienza che l’incomunicabilità tra ricercatori “qualitativi” e ricercatori “quantitativi” potesse rivelarsi assai pericolosa per lo sviluppo della sociologia intesa come scienza empirica. Il convegno del 1993 fu in effetti pensato e progettato come prima occasione di riflessione e di dibattito sulle necessità di apertura e convergenza tra mondi “qualitativo” e “quantitativo”: ciò alla luce dell’idea di fondo che i due mondi sono solo apparentemente inconciliabili, poiché accomunati dallo stesso ordine di questioni epistemologiche e gnoseologiche, oltreché dal fatto di condividere i medesimi ambiti teorici e disciplinari. Durante il convegno del 1993, sono state suggerite e dibattute varie metafore che hanno toccato diversi aspetti della (non semplice) relazione tra “quali” e “quanti” e dei rapporti tra questi mondi e il più ampio universo sociale. Il punto di partenza del nostro ragionamento saranno proprio due metafore: la prima, molto fortunata e conosciuta, è stata proposta dal sociologo Vittorio Capecchi. Egli paragona (Capecchi, 1996) gli approcci “quantitativo”, “qualitativo” e cibernetico a castelli, cioè culture e luoghi “chiusi”, poco disponibili al dialogo e distanti dall’oggetto di studio; la ricerca delle donne è invece associata ad una “casa”, un ambiente friendly, maggiormente aperto agli scambi e alle contaminazioni con l’esterno e di certo più vicino alla “città inquieta delle teorie e dell’azione”, cioè alla magmatica realtà sociale nella quale siamo immersi. La seconda, importante allegoria avvicina la ricerca “qualitativa” ad esseri misteriosi, ibridi, soprannaturali, anche ammaliatori ed ingannevoli: le sirene. Cercheremo, nel corso di questa introduzione, di ripercorrere alcuni aspetti di queste metafore: ciò alla luce di sfide e suggestioni contemporanee, alle quali i saggi contenuti nel presente volume “Il sociologo, le sirene e le pratiche di integrazione: mondi a confronto” hanno cercato di fornire attenzione e risposte.

Ruspini, E. (2012). Introduzione: dalla ‘guerra dei mondi’ ai ‘mondi a confronto’. In C. Cipolla, A. de Lillo, E. Ruspini (a cura di), Il sociologo, le sirene e le pratiche di integrazione (pp. 9-20). Milano : FrancoAngeli.

Introduzione: dalla ‘guerra dei mondi’ ai ‘mondi a confronto’

RUSPINI, ELISABETTA
2012

Abstract

Quando, a Parma nel 1993, fu organizzato dalla Sezione Metodologia dell’Associazione Italiana di Sociologia (AIS) il convegno “La sfida dei metodi qualitativi” (i cui atti sono stati pubblicati nel 1996 in un testo alquanto conosciuto ed apprezzato, a cura di Costantino Cipolla ed Antonio de Lillo, dal titolo “Il Sociologo e le Sirene. La sfida dei metodi qualitativi”), la comunità sociologica fu di certo molto positivamente colpita. Si cominciò infatti a respirare un’aria diversa, più leggera, “metodologicamente” aperta, innovativa e in linea con gli orientamenti della sociologia nordamericana. In estrema sintesi, i presupposti che hanno dato vita a tali eventi furono, da un lato, la constatazione delle crescenti potenzialità della ricerca “qualitativa”; dall’altro lato, la presa di coscienza che l’incomunicabilità tra ricercatori “qualitativi” e ricercatori “quantitativi” potesse rivelarsi assai pericolosa per lo sviluppo della sociologia intesa come scienza empirica. Il convegno del 1993 fu in effetti pensato e progettato come prima occasione di riflessione e di dibattito sulle necessità di apertura e convergenza tra mondi “qualitativo” e “quantitativo”: ciò alla luce dell’idea di fondo che i due mondi sono solo apparentemente inconciliabili, poiché accomunati dallo stesso ordine di questioni epistemologiche e gnoseologiche, oltreché dal fatto di condividere i medesimi ambiti teorici e disciplinari. Durante il convegno del 1993, sono state suggerite e dibattute varie metafore che hanno toccato diversi aspetti della (non semplice) relazione tra “quali” e “quanti” e dei rapporti tra questi mondi e il più ampio universo sociale. Il punto di partenza del nostro ragionamento saranno proprio due metafore: la prima, molto fortunata e conosciuta, è stata proposta dal sociologo Vittorio Capecchi. Egli paragona (Capecchi, 1996) gli approcci “quantitativo”, “qualitativo” e cibernetico a castelli, cioè culture e luoghi “chiusi”, poco disponibili al dialogo e distanti dall’oggetto di studio; la ricerca delle donne è invece associata ad una “casa”, un ambiente friendly, maggiormente aperto agli scambi e alle contaminazioni con l’esterno e di certo più vicino alla “città inquieta delle teorie e dell’azione”, cioè alla magmatica realtà sociale nella quale siamo immersi. La seconda, importante allegoria avvicina la ricerca “qualitativa” ad esseri misteriosi, ibridi, soprannaturali, anche ammaliatori ed ingannevoli: le sirene. Cercheremo, nel corso di questa introduzione, di ripercorrere alcuni aspetti di queste metafore: ciò alla luce di sfide e suggestioni contemporanee, alle quali i saggi contenuti nel presente volume “Il sociologo, le sirene e le pratiche di integrazione: mondi a confronto” hanno cercato di fornire attenzione e risposte.
Capitolo o saggio
Social Research, Qualitative Research, Quantitative Research, Mixed Methods Research
Ricerca sociale, Ricerca qualitativa, Ricerca quantitativa, Pratiche di integrazione
Italian
Il sociologo, le sirene e le pratiche di integrazione
Cipolla, C; de Lillo, A; Ruspini, E
2012
978-88-204-0309-6
1042.64
FrancoAngeli
9
20
Ruspini, E. (2012). Introduzione: dalla ‘guerra dei mondi’ ai ‘mondi a confronto’. In C. Cipolla, A. de Lillo, E. Ruspini (a cura di), Il sociologo, le sirene e le pratiche di integrazione (pp. 9-20). Milano : FrancoAngeli.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/60076
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