Il presente progetto di dottorato si propone di analizzare il discorso filosofico contemporaneo relativo alla questione ambientale la quale, oltre a delinearsi come emergenza globale, viene qua interpretata come problematica che ha aperto le porte ad un ripensamento profondo dei paradigmi conoscitivi e normativi propri della tradizione occidentale. Il contesto di riferimento è quello che vede il dibattito articolarsi intorno all’elaborazione della nozione di Antropocene, nelle tre direzioni del discorso prometeico, del new materialism e dell’ecosocialismo teorico. Entro questo quadro, i concetti di umano e di natura si configurano come oggetto specifico della ricerca in quanto essi rappresentano le categorie operative che ne orientano la direzione d’analisi, sia in termini epistemologici sia in riferimento al tipo di ricadute pratiche che tali riflessioni sottendono. L’obiettivo è quello di indagare l’emergenza discorsiva di questi concetti al fine di operare una decostruzione categoriale che ponga sotto critica la prospettiva, comunemente adottata, che li interpreta come rispondenti a due diversi domini ontologici, prospettiva che si ritrova tanto negli studi di matrice morale quanto in quelli filosofico-politici. Per fare questo vengono riprese le ricerche ecofemministe di stampo materialista le quali, concentrandosi sul binomio donna-natura, hanno mostrato l’importanza di esaminare i predicati attribuiti alle classi di soggetti implicati nella relazione ambientale, permettendo così di analizzare la loro conseguente collocazione nelle due categorie di riferimento. Seguendo tale lavoro, infatti, le stesse categorie possono venire indagate nella propria strutturazione interna, mostrando delle contraddittorietà che mettono in crisi i concetti ad esse associate. Avendo come riferimento questa impostazione teorica, il contributo si incentrerà, nello specifico, sul modo in cui la comunanza predicativa tra natura non umana, donne e popolazioni storicamente colonizzate porti a mettere in discussione lo stesso concetto di natura nel suo essere formalmente distinto da quello di umano, e quindi, conseguentemente, a decostruire anche quest’ultimo in quanto termine ontologicamente opposto al primo. Si evidenzierà come tale analisi costituisca un superamento delle trattazioni che, nel formulare prospettive in linea con la risoluzione della crisi ecologica, tentano di ricongiungere l’ambito umano e naturale attraverso la postulazione di una loro relazionalità intrinseca la quale, in realtà, li considera ancora come due domini discreti che devono essere uniti tramite uno sforzo teorico. Al contrario, attraverso la decostruzione critica, questi concetti vengono interpretati come costrutti storicamente determinati che non designano nulla che esista in quanto tale, e la cui delineazione dicotomica ne nasconde la vera compenetrazione.
Ferri, L. (2025). I concetti di umano e natura nel discorso ecologico. Intervento presentato a: XXXIV Convegno dottorati in filosofia - 11-13 settembre 2025, Reggio Emilia.
I concetti di umano e natura nel discorso ecologico
Ferri, L
2025
Abstract
Il presente progetto di dottorato si propone di analizzare il discorso filosofico contemporaneo relativo alla questione ambientale la quale, oltre a delinearsi come emergenza globale, viene qua interpretata come problematica che ha aperto le porte ad un ripensamento profondo dei paradigmi conoscitivi e normativi propri della tradizione occidentale. Il contesto di riferimento è quello che vede il dibattito articolarsi intorno all’elaborazione della nozione di Antropocene, nelle tre direzioni del discorso prometeico, del new materialism e dell’ecosocialismo teorico. Entro questo quadro, i concetti di umano e di natura si configurano come oggetto specifico della ricerca in quanto essi rappresentano le categorie operative che ne orientano la direzione d’analisi, sia in termini epistemologici sia in riferimento al tipo di ricadute pratiche che tali riflessioni sottendono. L’obiettivo è quello di indagare l’emergenza discorsiva di questi concetti al fine di operare una decostruzione categoriale che ponga sotto critica la prospettiva, comunemente adottata, che li interpreta come rispondenti a due diversi domini ontologici, prospettiva che si ritrova tanto negli studi di matrice morale quanto in quelli filosofico-politici. Per fare questo vengono riprese le ricerche ecofemministe di stampo materialista le quali, concentrandosi sul binomio donna-natura, hanno mostrato l’importanza di esaminare i predicati attribuiti alle classi di soggetti implicati nella relazione ambientale, permettendo così di analizzare la loro conseguente collocazione nelle due categorie di riferimento. Seguendo tale lavoro, infatti, le stesse categorie possono venire indagate nella propria strutturazione interna, mostrando delle contraddittorietà che mettono in crisi i concetti ad esse associate. Avendo come riferimento questa impostazione teorica, il contributo si incentrerà, nello specifico, sul modo in cui la comunanza predicativa tra natura non umana, donne e popolazioni storicamente colonizzate porti a mettere in discussione lo stesso concetto di natura nel suo essere formalmente distinto da quello di umano, e quindi, conseguentemente, a decostruire anche quest’ultimo in quanto termine ontologicamente opposto al primo. Si evidenzierà come tale analisi costituisca un superamento delle trattazioni che, nel formulare prospettive in linea con la risoluzione della crisi ecologica, tentano di ricongiungere l’ambito umano e naturale attraverso la postulazione di una loro relazionalità intrinseca la quale, in realtà, li considera ancora come due domini discreti che devono essere uniti tramite uno sforzo teorico. Al contrario, attraverso la decostruzione critica, questi concetti vengono interpretati come costrutti storicamente determinati che non designano nulla che esista in quanto tale, e la cui delineazione dicotomica ne nasconde la vera compenetrazione.| File | Dimensione | Formato | |
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