Lo studio dell’evoluzione ambientale nelle aree impattate dall’onda di tsunami del 26 dicembre 2004 riveste una notevole importanza sia dal punto di vista prettamente naturalistico, sia da quello della progettazione di interventi di recupero e salvaguardia della costa. Il progetto di ricerca biennale avviato quest’anno, come collaborazione tra le Università di Milano-Bicocca, Torino e Catania, ha come obiettivo l’indagine delle variazioni avvenute a seguito dello tsunami sui sedimenti costieri e di mare basso e sui relativi popolamenti di organismi con scheletro; l’area prescelta è il tratto di costa tra Ban Khao Lak e Ban Chao Nam, sulla costa tailandese del mare di Andaman, che include sia tratti pesantemente impattati dall’onda sia altri in cui gli effetti (stando a indagini preliminari) sono stati limitati o localmente assenti. In quest’ottica, un approccio di tipo actuopaleontologico - già sperimentato con successo sui molluschi in diverse aree del Golfo di Tailandia - fornisce una valida alternativa al classico campionamento pluriannuale delle faune. Il confronto tra le tanatocenosi recenti, testimonianza della fauna bentonica installata prima dell’evento di tsunami, e gli eventuali popolamenti che interessano attualmente i primi centimetri di fondale all’interfaccia acqua-sedimento permetterà di valutare 1) l’effetto sui popolamenti preesistenti, 2) i modi e i tempi di ricolonizzazione e 3) la corrispondenza tra le faune prima e dopo l’evento. La ricerca si propone inoltre di verificare la possibilità di costruire un modello dell’evoluzione “pre-impatto - impatto - post-impatto” che sia applicabile agli eventi altamente energetici riconoscibili nelle successioni sedimentarie, oltre che di fornire una serie di linee guida ai responsabili del recupero degli ambienti intertidali e infralitorali danneggiati. La fase iniziale del progetto ha previsto tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera lo svolgimento di due campagne di rilevamento e campionamento nell’area di studio. Le faune bentoniche (tanatocenosi e popolamenti attuali) sono ancora in trattamento; durante la prima campagna tuttavia, contestualmente al rilievo geomorfologico della costa, è stato già possibile riscontrare alcune evidenze dell’impatto dello tsunami sulle faune a molluschi delle fasce intertidale e infralitorale basso. Le evidenze riguardano essenzialmente faune a molluschi sessili colonizzanti scogli, massi e vecchi blocchi corallini, oltre ad accumuli sopratidali di conchiglie di specie infralitorali. Densi popolamenti a ostreidi con esemplari ancora in parte bivalvi o con residui di legamento (in gran parte probabilmente Ostrea forsskali) sono stati rinvenuti su massi metrici trasportati verso terra fino a centinaia di metri dalla riva, nell’area della foce del Khlong Kao (canale di marea); nella stessa area si sono ritrovati, in ambito continentale, esemplari bivalvi di Isognomonidae, oltre a valve sparse di Arcidae, Pitarinae, Gafrariinae, Cerithiidae e Strombidae. Poco più a nord, nella baia di Khlong Rian, sono presenti a riva blocchi staccati dagli scogli antistanti, anch’essi con un popolamento di probabile O. forsskali in parte ancora in vita, in parte erose (al contatto con la sabbia); la faccia di frattura dei blocchi appare interessata da una ricolonizzazione molto recente (esemplari giovanili). La zona della barra sabbiosa di Laem Pakarang, che presenta verso mare un’ampia piattaforma corallina fossile, appare invece interessata dallo spostamento di numerosissimi vecchi blocchi corallini plurimetrici, staccati dal bordo della scogliera e trasportati verso terra fin quasi alla linea di costa. Tali blocchi, oltre a incrostazioni di alghe calcaree, presentano colonizzazioni di diverse specie di Ostreidae, Chama, Spondylus con residui di legamento o parti molli, nonché di bivalvi perforanti (Arcidae, Pedum, Martesiinae) le cui tane sono state spezzate di netto dall’urto tra i blocchi. Accumuli conchigliari di chiara origine infralitorale sono invece presenti in vari tratti della costa, alcuni metri al di sopra del limite di alta marea (baia di Khlong Rian, spiaggia di Ban Khuek Khak, lato sud di Laem Pakarang).
Negri, M. (2006). L’actuopaleontologia applicata agli effetti dello tsunami: un progetto di ricerca nell’area costiera di Khao Lak (mare di Andaman, Tailandia) e i suoi risultati preliminari. Intervento presentato a: Giornate di Paleontologia 2006, Trieste.
L’actuopaleontologia applicata agli effetti dello tsunami: un progetto di ricerca nell’area costiera di Khao Lak (mare di Andaman, Tailandia) e i suoi risultati preliminari
NEGRI, MAURO PIETRO
2006
Abstract
Lo studio dell’evoluzione ambientale nelle aree impattate dall’onda di tsunami del 26 dicembre 2004 riveste una notevole importanza sia dal punto di vista prettamente naturalistico, sia da quello della progettazione di interventi di recupero e salvaguardia della costa. Il progetto di ricerca biennale avviato quest’anno, come collaborazione tra le Università di Milano-Bicocca, Torino e Catania, ha come obiettivo l’indagine delle variazioni avvenute a seguito dello tsunami sui sedimenti costieri e di mare basso e sui relativi popolamenti di organismi con scheletro; l’area prescelta è il tratto di costa tra Ban Khao Lak e Ban Chao Nam, sulla costa tailandese del mare di Andaman, che include sia tratti pesantemente impattati dall’onda sia altri in cui gli effetti (stando a indagini preliminari) sono stati limitati o localmente assenti. In quest’ottica, un approccio di tipo actuopaleontologico - già sperimentato con successo sui molluschi in diverse aree del Golfo di Tailandia - fornisce una valida alternativa al classico campionamento pluriannuale delle faune. Il confronto tra le tanatocenosi recenti, testimonianza della fauna bentonica installata prima dell’evento di tsunami, e gli eventuali popolamenti che interessano attualmente i primi centimetri di fondale all’interfaccia acqua-sedimento permetterà di valutare 1) l’effetto sui popolamenti preesistenti, 2) i modi e i tempi di ricolonizzazione e 3) la corrispondenza tra le faune prima e dopo l’evento. La ricerca si propone inoltre di verificare la possibilità di costruire un modello dell’evoluzione “pre-impatto - impatto - post-impatto” che sia applicabile agli eventi altamente energetici riconoscibili nelle successioni sedimentarie, oltre che di fornire una serie di linee guida ai responsabili del recupero degli ambienti intertidali e infralitorali danneggiati. La fase iniziale del progetto ha previsto tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera lo svolgimento di due campagne di rilevamento e campionamento nell’area di studio. Le faune bentoniche (tanatocenosi e popolamenti attuali) sono ancora in trattamento; durante la prima campagna tuttavia, contestualmente al rilievo geomorfologico della costa, è stato già possibile riscontrare alcune evidenze dell’impatto dello tsunami sulle faune a molluschi delle fasce intertidale e infralitorale basso. Le evidenze riguardano essenzialmente faune a molluschi sessili colonizzanti scogli, massi e vecchi blocchi corallini, oltre ad accumuli sopratidali di conchiglie di specie infralitorali. Densi popolamenti a ostreidi con esemplari ancora in parte bivalvi o con residui di legamento (in gran parte probabilmente Ostrea forsskali) sono stati rinvenuti su massi metrici trasportati verso terra fino a centinaia di metri dalla riva, nell’area della foce del Khlong Kao (canale di marea); nella stessa area si sono ritrovati, in ambito continentale, esemplari bivalvi di Isognomonidae, oltre a valve sparse di Arcidae, Pitarinae, Gafrariinae, Cerithiidae e Strombidae. Poco più a nord, nella baia di Khlong Rian, sono presenti a riva blocchi staccati dagli scogli antistanti, anch’essi con un popolamento di probabile O. forsskali in parte ancora in vita, in parte erose (al contatto con la sabbia); la faccia di frattura dei blocchi appare interessata da una ricolonizzazione molto recente (esemplari giovanili). La zona della barra sabbiosa di Laem Pakarang, che presenta verso mare un’ampia piattaforma corallina fossile, appare invece interessata dallo spostamento di numerosissimi vecchi blocchi corallini plurimetrici, staccati dal bordo della scogliera e trasportati verso terra fin quasi alla linea di costa. Tali blocchi, oltre a incrostazioni di alghe calcaree, presentano colonizzazioni di diverse specie di Ostreidae, Chama, Spondylus con residui di legamento o parti molli, nonché di bivalvi perforanti (Arcidae, Pedum, Martesiinae) le cui tane sono state spezzate di netto dall’urto tra i blocchi. Accumuli conchigliari di chiara origine infralitorale sono invece presenti in vari tratti della costa, alcuni metri al di sopra del limite di alta marea (baia di Khlong Rian, spiaggia di Ban Khuek Khak, lato sud di Laem Pakarang).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.