Il settimo capitolo di Prendersi cura di Bernard Stiegler inizia con una citazione dell’Ippia Minore, considerato il primo dialogo scritto di Platone, che descrive la scena in cui Ippia ha appena terminato di tenere una lezione. Così Stiegler sottolinea che l’insegnamento è la prima questione della filosofia, non in quanto questione più importante, ma in quanto iniziale. Poco dopo, il filosofo francese, stabilisce un rapporto di co-implicanza tra insegnamento e conoscenza: una conoscenza acquisisce tale statuto solo se viene insegnata e un insegnamento diventa tale solo se trasmette conoscenze. Sarebbe dunque la performatività dell’insegnamento a rendere effettiva una conoscenza, così come la trasmissione performativa delle conoscenze a rendere effettivo un insegnamento. Prendendo le mosse da questi spunti, scopo del contributo è esplorare l’idea per cui la filosofia cominci insegnando, insistendo sulla performatività del gesto conoscitivo e della sua trasmissione. Si intende indagare l’impatto trasformativo di questa idea di conoscenza su categorie come filosofia, insegnamento e inizio. Infatti se, da una prospettiva platonica, la conoscenza può essere descritta come un concetto universale a cui tende la filosofia, a cui avvia l’insegnamento e che raggiunge l’inizio, allora concepirla come qualcosa che si forma e si trasmette attraverso gesti performativi implica porre in questione il significato greco dell’idea per cui la filosofia inizia insegnando. Nel contesto del seminario, tale questione assume una rilevanza cruciale perché la trasmissione della conoscenza rappresenta ciò attraverso cui l’umano si dà forma e si tras-forma. Il problema della trasmissione della conoscenza infatti, prima ancora delle varie distinzioni tra post-umano e trans-umano, richiama la possibilità stessa del cambiamento umano, ovvero la questione educativa, da intendersi sia come Bildung (darsi forma), sia come educere (nel senso di portare via). In un’epoca come quella contemporanea in cui l’innovazione pare essere diventata una fede, una necessità o una salvezza, ritornare sulla questione della trasmissione della conoscenza significa re-interrogarsi sulle condizioni di possibilità stesse del cambiamento umano o, con Derrida, sui suoi resti. L’intervento mira a riformulare l’idea della trasmissione della conoscenza, superandone l’accezione di trasferimento di nozioni o quella di insegnamento, nel senso agostiniano di segnare dentro. Tenendo conto dei suoi effetti performativi, si proporrà di descrivere la trasmissione della conoscenza come a-tensione attivo-passiva alla venuta dell’altro. Tale formulazione consente di cogliere sia il senso passivo di attesa e dunque di impotenza nel raggiungere una conoscenza certa; sia il senso attivo di attenzione, vale a dire del gesto che dice vieni a ciò che viene, il quale in questo modo stupisce, commuove, acceca rilevando e così e-duca, porta via, porta oltre.
Marexiano, M. (2025). “La filosofia inizia insegnando”: dalla trasmissione all’ a-tensione. Intervento presentato a: L'umano. Seminario permanente internazionale di ricerca filosofica a.a. 2024-2025, Roma.
“La filosofia inizia insegnando”: dalla trasmissione all’ a-tensione
Marexiano Mattia
2025
Abstract
Il settimo capitolo di Prendersi cura di Bernard Stiegler inizia con una citazione dell’Ippia Minore, considerato il primo dialogo scritto di Platone, che descrive la scena in cui Ippia ha appena terminato di tenere una lezione. Così Stiegler sottolinea che l’insegnamento è la prima questione della filosofia, non in quanto questione più importante, ma in quanto iniziale. Poco dopo, il filosofo francese, stabilisce un rapporto di co-implicanza tra insegnamento e conoscenza: una conoscenza acquisisce tale statuto solo se viene insegnata e un insegnamento diventa tale solo se trasmette conoscenze. Sarebbe dunque la performatività dell’insegnamento a rendere effettiva una conoscenza, così come la trasmissione performativa delle conoscenze a rendere effettivo un insegnamento. Prendendo le mosse da questi spunti, scopo del contributo è esplorare l’idea per cui la filosofia cominci insegnando, insistendo sulla performatività del gesto conoscitivo e della sua trasmissione. Si intende indagare l’impatto trasformativo di questa idea di conoscenza su categorie come filosofia, insegnamento e inizio. Infatti se, da una prospettiva platonica, la conoscenza può essere descritta come un concetto universale a cui tende la filosofia, a cui avvia l’insegnamento e che raggiunge l’inizio, allora concepirla come qualcosa che si forma e si trasmette attraverso gesti performativi implica porre in questione il significato greco dell’idea per cui la filosofia inizia insegnando. Nel contesto del seminario, tale questione assume una rilevanza cruciale perché la trasmissione della conoscenza rappresenta ciò attraverso cui l’umano si dà forma e si tras-forma. Il problema della trasmissione della conoscenza infatti, prima ancora delle varie distinzioni tra post-umano e trans-umano, richiama la possibilità stessa del cambiamento umano, ovvero la questione educativa, da intendersi sia come Bildung (darsi forma), sia come educere (nel senso di portare via). In un’epoca come quella contemporanea in cui l’innovazione pare essere diventata una fede, una necessità o una salvezza, ritornare sulla questione della trasmissione della conoscenza significa re-interrogarsi sulle condizioni di possibilità stesse del cambiamento umano o, con Derrida, sui suoi resti. L’intervento mira a riformulare l’idea della trasmissione della conoscenza, superandone l’accezione di trasferimento di nozioni o quella di insegnamento, nel senso agostiniano di segnare dentro. Tenendo conto dei suoi effetti performativi, si proporrà di descrivere la trasmissione della conoscenza come a-tensione attivo-passiva alla venuta dell’altro. Tale formulazione consente di cogliere sia il senso passivo di attesa e dunque di impotenza nel raggiungere una conoscenza certa; sia il senso attivo di attenzione, vale a dire del gesto che dice vieni a ciò che viene, il quale in questo modo stupisce, commuove, acceca rilevando e così e-duca, porta via, porta oltre.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


