L'ascolto del minore nei procedimenti civili che lo riguardano: la mancata disposizione dell'ascolto e l'obbligo di motivazione del giudice

With Ordinance No. 4595/2025, the Italian Supreme Court (Corte di Cassazione) addresses the sensitive issue of the hearing of minors in civil proceedings concerning them, reaffirming the right of the minor, when capable of discernment, to actively participate in the judicial process. The Court clarifies that the judge is under a mandatory duty to hear minors over the age of twelve, unless a specific and reasoned justification is provided for omitting the hearing. In the case of minors under twelve, the judge retains a discretionary ex officio power to determine whether a hearing is appropriate. In such instances, the duty to justify the omission arises only when a party has filed a specific request supported by concrete elements attesting to the minor’s maturity. The Court reaffirms the principle of the best interests of the child, which must be assessed concretely rather than invoked as an abstract formula. The direct hearing of the minor by the judge cannot be validly replaced by a hearing conducted within a technical consultancy, as it constitutes a highly personal right that directly affects the validity of the proceedings. The ordinance aligns with the trajectory set by the Cartabia Reform, which strengthens the judge’s ex officio powers and places the minor at the center of family law proceedings.

Con l’ordinanza n. 4595/2025 la Corte di Cassazione affronta il delicato tema dell’ascolto del minore nell’ambito dei procedimenti che lo riguardano, evidenziando il diritto del minore capace di discernimento di partecipare attivamente al processo. La Corte chiarisce che il giudice ha l’obbligo di procedere all’audizione del minore ultra-dodicenne, salvo specifica motivazione contraria, e per quanto riguarda il minore infra-sedicenne, il giudice è titolare di un potere discrezionale officioso in virtù del quale può decidere se disporre o meno l’ascolto. In quest’ultimo caso, l’obbligo di motivare l’omesso ascolto sussiste solo nel caso in cui sia stata proposta istanza di parte avvalorata da elementi concreti relativi alla maturità del minore. La Corte valorizza il principio del superiore interesse del minore, da ricostruire in concreto e non come formula astratta. L’ascolto diretto del giudice non può essere validamente sostituito da quello svolto nell’ambito della consulenza tecnica, trattandosi di un diritto personalissimo che incide sulla validità del procedimento. L’ordinanza si inserisce nel solco tracciato dalla riforma Cartabia, che rafforza i poteri officiosi del giudice e attribuisce centralità al minore nei procedimenti familiari.