Il rifiuto come categoria valoriale

This paper examines the notion of <<waste>> and describes it pursuant to a new conceptual framework, thus revisiting the mainstream understanding of this notion which identifies waste as something disgusting, even dangerous, which the holder generally intends to discard quickly. It is worthwhile to recall that substances or objects that the modern western society considers waste might not be identified as such by other societies or might not have been identified as such in all ages. In other words, the same substances or objects which one might want to discard can well be used as raw materials by another one, as it is the case in <<closed-loop>> ecological systems. Man has been increasingly straining the ecological system since the industrial revolution, drifting apart from it and creating artificial objects that, once used, are overstocked and then left behind: waste. Hence, current waste management practices should be reconsidered and realigned to the ecological system’s order. Simpler lifestyles and non-predatory behavioral patterns should be adopted, supporting methodologies and technologies for minimizing waste production in manufacturing processes boosting recovery and promoting the production of materials suitable for reuse.

In questo lavoro si tenta di offrire dell’oggetto <<rifiuto>> una dimensione concettuale non conforme a quella corrente che lo identifica in qualcosa di ripugnante, in certi casi addirittura pericolosa, ma di cui, comunque, ci si tende a sbarazzare senza pensarci troppo. Va ricordato che quanto è considerato come rifiuto nella civiltà occidentale attuale non lo è stato in altre epoche storiche e non lo è, in certi casi, per altre civiltà. In altri termini, ciò che viene scartato da taluno può costituire materia prima per altri, come del resto avviene in un sistema naturale <<a ciclo chiuso>>. L’uomo, particolarmente a partire dall’epoca della rivoluzione industriale, ha forzato il ciclo del sistema naturale e se ne è allontanato, creando oggetti artificiali che, dopo l’uso, vengono accumulati e non reimpiegati: i rifiuti. Dunque, la possibilità di orientare positivamente la gestione dei rifiuti sta proprio nel cercare di riaccostarsi il più possibile al ciclo naturale, adottando stili di vita più sobri e prassi non predatorie, ossia utilizzando, ove possibile, oggetti che non generano o minimizzano i rifiuti ed implementando le tecnologie più adatte al recupero e la rimessa in circolo dei materiali.