Le recenti commemorazioni di Acca Larentia hanno visto un corteo di sostenitori di estrema destra rispondere alla “chiamata del presente” e mostrare il saluto romano, riaccendendo il dibattito sull’apologia del fascismo e sulle pratiche discriminatorie in Italia. Il quadro normativo italiano sul contrasto alla riorganizzazione di movimenti fascisti e alle forme di violenza razziale è definito dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta esplicitamente la riorganizzazione del «disciolto partito fascista». A questa si affiancano la legge 20 giugno 1952, n. 645 (nota come legge Scelba), di sua diretta attuazione, e la più recente legge del 25 giugno 1993, n. 205 (denominata legge Mancino), recante «Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Su richiesta della Prima Sezione penale di Cassazione, la pronuncia della Cass. SS. UU. n. 16153 del 18 gennaio 2024 ha chiarito l’ambito applicativo della condotta apologetica del saluto romano all’interno del quadro normativo tracciato. Tale approdo giurisprudenziale consente di delineare i principali elementi di novità e di sostanziale continuità della pronuncia resa dagli ermellini, rispetto alla prassi applicativa preesistente. L’analisi complessiva rivela un modello di democrazia italiana che, pur mantenendo i principi di apertura e pluralismo delle idee nel confronto con i potenziali oppositori, si presenta rafforzato nel suo impegno antifascista in seguito alla pronuncia della Cassazione.
Pitingolo, B. (2025). La democrazia italiana di fronte al saluto romano. Alcune note a margine di Cass. sez. un. n. 16153 del 2024. MEDIA LAWS(numero speciale I-2024), 292-305.
La democrazia italiana di fronte al saluto romano. Alcune note a margine di Cass. sez. un. n. 16153 del 2024
Pitingolo, B
2025
Abstract
Le recenti commemorazioni di Acca Larentia hanno visto un corteo di sostenitori di estrema destra rispondere alla “chiamata del presente” e mostrare il saluto romano, riaccendendo il dibattito sull’apologia del fascismo e sulle pratiche discriminatorie in Italia. Il quadro normativo italiano sul contrasto alla riorganizzazione di movimenti fascisti e alle forme di violenza razziale è definito dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vieta esplicitamente la riorganizzazione del «disciolto partito fascista». A questa si affiancano la legge 20 giugno 1952, n. 645 (nota come legge Scelba), di sua diretta attuazione, e la più recente legge del 25 giugno 1993, n. 205 (denominata legge Mancino), recante «Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa». Su richiesta della Prima Sezione penale di Cassazione, la pronuncia della Cass. SS. UU. n. 16153 del 18 gennaio 2024 ha chiarito l’ambito applicativo della condotta apologetica del saluto romano all’interno del quadro normativo tracciato. Tale approdo giurisprudenziale consente di delineare i principali elementi di novità e di sostanziale continuità della pronuncia resa dagli ermellini, rispetto alla prassi applicativa preesistente. L’analisi complessiva rivela un modello di democrazia italiana che, pur mantenendo i principi di apertura e pluralismo delle idee nel confronto con i potenziali oppositori, si presenta rafforzato nel suo impegno antifascista in seguito alla pronuncia della Cassazione.| File | Dimensione | Formato | |
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