La simbiosi tra Sinibaldo dei Fieschi canonista e Innocenzo IV papa è già stata sottolineata dalla storiografia: la sua concezione della cristianità, le sue idee sui problemi organizzativi della Chiesa e sulle relazioni con l’imperatore e i popoli non cristiani è stata analizzata in varie direzioni ed è stato dimostrato che le sue competenze giuridiche furono effettivamente un potente strumento al servizio della sua azione, una volta eletto al soglio pontificio. La conoscenza approfondita del diritto gli servì dunque a rendere più efficace e ad orientare in modo più consapevole e preciso la sua attività di capo della cristianità. La sua dimensione di giurista, inscindibile da quella di pastore, è resa evidente anche dal fatto che il suo importante apparato al Liber Extra, iniziato prima di indossare le vesti di vicario di Cristo nel 1243, è un lavoro non nato nelle aule universitarie, la cui composizione non è stata interrotta, ma è continuata durante il pontificato, acquisendo enorme autorità. È soprattutto questa opera, oltre alle sue decretali, ad avergli fatto meritare il titolo di «papa giurista per eccellenza», per usare le recenti parole di Martin Bertram; se si preferisce, si può risalire all’iconica definizione di Maitland: «the greatest lawyer that ever sat upon the chair of St. Peter». I suoi competitori, se così si possono, chiamare, erano stati altri “papi giuristi”: Alessandro III e Innocenzo III, come lui papi “legislatori” ed esperti di diritto canonico, ma diversamente da lui non anche “canonisti” sul campo, nello stretto senso di autori di un’opera di commento alle decretali. Il saggio presenta nuove riflessioni su Innocenzo pontefice giurista, cioè sul concreto straordinario valore che la sua opera di interprete ha avuto per i giuristi nella tradizione canonistica che egli ha contribuito a plasmare. In altre parole: la sua statura di interprete, quasi sempre di rottura, con grande capacità di razionalizzare la soluzione di questioni aperte, perfettamente aggiornato sui dibattiti dottrinali e capace di inserirsi in essi proponendo nuove prospettive capaci di dare una svolta alla discussione, perché forte di una vastissima cultura giuridica e teologica, di una conoscenza dello stato dell’arte, di una speciale abilità argomentativa.
Chiodi, G. (2024). Innocenzo IV, un giurista sul soglio di Pietro. A proposito di responsabilità penale delle universitates e giurisdizione papale sugli infedeli: due itinerari. In Innocenzo IV e gli ordini mendicanti. Atti del LI Convegno internazionale, Assisi, 12-14 ottobre 2023 (pp. 199-252). Spoleto : Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo.
Innocenzo IV, un giurista sul soglio di Pietro. A proposito di responsabilità penale delle universitates e giurisdizione papale sugli infedeli: due itinerari
Chiodi, G
2024
Abstract
La simbiosi tra Sinibaldo dei Fieschi canonista e Innocenzo IV papa è già stata sottolineata dalla storiografia: la sua concezione della cristianità, le sue idee sui problemi organizzativi della Chiesa e sulle relazioni con l’imperatore e i popoli non cristiani è stata analizzata in varie direzioni ed è stato dimostrato che le sue competenze giuridiche furono effettivamente un potente strumento al servizio della sua azione, una volta eletto al soglio pontificio. La conoscenza approfondita del diritto gli servì dunque a rendere più efficace e ad orientare in modo più consapevole e preciso la sua attività di capo della cristianità. La sua dimensione di giurista, inscindibile da quella di pastore, è resa evidente anche dal fatto che il suo importante apparato al Liber Extra, iniziato prima di indossare le vesti di vicario di Cristo nel 1243, è un lavoro non nato nelle aule universitarie, la cui composizione non è stata interrotta, ma è continuata durante il pontificato, acquisendo enorme autorità. È soprattutto questa opera, oltre alle sue decretali, ad avergli fatto meritare il titolo di «papa giurista per eccellenza», per usare le recenti parole di Martin Bertram; se si preferisce, si può risalire all’iconica definizione di Maitland: «the greatest lawyer that ever sat upon the chair of St. Peter». I suoi competitori, se così si possono, chiamare, erano stati altri “papi giuristi”: Alessandro III e Innocenzo III, come lui papi “legislatori” ed esperti di diritto canonico, ma diversamente da lui non anche “canonisti” sul campo, nello stretto senso di autori di un’opera di commento alle decretali. Il saggio presenta nuove riflessioni su Innocenzo pontefice giurista, cioè sul concreto straordinario valore che la sua opera di interprete ha avuto per i giuristi nella tradizione canonistica che egli ha contribuito a plasmare. In altre parole: la sua statura di interprete, quasi sempre di rottura, con grande capacità di razionalizzare la soluzione di questioni aperte, perfettamente aggiornato sui dibattiti dottrinali e capace di inserirsi in essi proponendo nuove prospettive capaci di dare una svolta alla discussione, perché forte di una vastissima cultura giuridica e teologica, di una conoscenza dello stato dell’arte, di una speciale abilità argomentativa.File | Dimensione | Formato | |
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