La figura dell’esiliato che si intende delineare non ha i tratti del dissenso. È, semmai, quella di chi prende dimora e rifugio nel proprio sentire e nella ricerca di un senso che reclama l’urgenza di intrattenersi con ciò che è essenziale alla coscienza. Dallo strappo della separazione può derivare la sosta sulla linea del bordo: è lì che, con laborioso riserbo, il pensiero e l’esperienza dell’esule può scrivere, sempre e di nuovo, il disvelarsi ed il farsi di quei nessi tra formazione e cultura da cui prende vita l’idea stessa di educazione come esperienza vissuta. È nella mancata appartenenza, nello stare tra, senza fughe o vanti oppositori, che si può trasformare l’esilio in metodo di ricerca, facendone un pensoso interrogare la formazione di sé, la formazione delle relazioni e dei loro contesti; ciò passa attraverso il compito etico assunto e restituito alla scrittura come luogo, pratica e possibilità di coraggiosi, seppur discreti, solenni, seppur silenti rimpatri.

Mancino, E. (2024). Discreti e vertiginosi gesti di rimpatrio. Il tratto dell’esilio come grafia dello stare. PAIDEUTIKA, 40, 95-108.

Discreti e vertiginosi gesti di rimpatrio. Il tratto dell’esilio come grafia dello stare

Mancino, Emanuela
2024

Abstract

La figura dell’esiliato che si intende delineare non ha i tratti del dissenso. È, semmai, quella di chi prende dimora e rifugio nel proprio sentire e nella ricerca di un senso che reclama l’urgenza di intrattenersi con ciò che è essenziale alla coscienza. Dallo strappo della separazione può derivare la sosta sulla linea del bordo: è lì che, con laborioso riserbo, il pensiero e l’esperienza dell’esule può scrivere, sempre e di nuovo, il disvelarsi ed il farsi di quei nessi tra formazione e cultura da cui prende vita l’idea stessa di educazione come esperienza vissuta. È nella mancata appartenenza, nello stare tra, senza fughe o vanti oppositori, che si può trasformare l’esilio in metodo di ricerca, facendone un pensoso interrogare la formazione di sé, la formazione delle relazioni e dei loro contesti; ciò passa attraverso il compito etico assunto e restituito alla scrittura come luogo, pratica e possibilità di coraggiosi, seppur discreti, solenni, seppur silenti rimpatri.
Articolo in rivista - Articolo scientifico
riserbo, scrittura, rimpatrio, esilio, vertigine.
Italian
2024
40
95
108
none
Mancino, E. (2024). Discreti e vertiginosi gesti di rimpatrio. Il tratto dell’esilio come grafia dello stare. PAIDEUTIKA, 40, 95-108.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/523999
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact