Il danno permanente al cuoio capelluto, per la sua persistente visibilità e la necessità di provvedere alla copertura dell’esito cicatriziale, soprattutto nelle donne, può configurare se particolarmente ampio, oltre ad un danno estetico, anche una forma di danno psichico che coinvolge oltre il singolo anche le persone che lo circondano in ambito familiare, sociale e lavorativo. La valutazione del danno al cuoio capelluto non è riconducibile a schemi prefissati e richiede pertanto un vasto ambito di personalizzazione, soprattutto descrittivo, del caso individuale. Un caso di personale osservazione nella veste di CTU, per un accertamento tecnico preventivo (ATP ex 696 c.p.c.), in ambito di sospetta responsabilità professionale sanitaria per un trattamento di chirurgia vascolare in presenza di un’estesa malformazione vascolare a carico del cuoio capelluto in giovane donna trattata con scleromousse esitata in una necrosi del cuoio capelluto, ha fornito lo spunto di discussione dei parametri di valutazione e quantificazione del danno estetico al cuoio capelluto. Nel caso in esame la modificazione morfologica del cuoio capelluto, non identifica quindi solo un danno estetico, ma pregiudica in modo rilevante la sfera emotivo-affettiva dell’individuo nell’ambito della socialità e della vita di relazione e lavorativa di impiegata, che benché impiego ad eminente contenuto intellettivo, si giova della fisiognomica nei rapporti interpersonali e le ripercussioni psichiche di tipo ansioso-depressivo che la cicatrice alopecica ha innescato limitano la disinvoltura dei rapporti interpersonali causata anche dalla necessità di presentarsi sempre a capo coperto. La condizione cicatriziale attuale è da ritenersi stabilizzata, anche se in termini teorici può essere considerata anche in toto emendabile con un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva, che potrebbe alla conclusione del trattamento determinare esiti cicatriziali lineari plurimi al capillizio, ma certamente non visibili perchè ricoperti dai capelli, soprattutto se di media lunghezza. E in caso di risultato favorevole del trattamento di chirurgia plastica ricostruttiva il danno biologico di natura permanente potrebbe essere anche dimezzato rispetto all’attuale, ma certamente richiede una lunga fase di invalidità temporanea di molti mesi che prevedono anche un ritiro sociale e lavorativo per la localizzazione degli espansori al capo. Nell’eventualità’ che la ricorrente decidesse di sottoporsi ad un trattamento correttivo della menomazione estetica vi è da considerare che l’intervento di chirurgia plastica ricostruttiva può essere effettuato presso una struttura del SSN, risultando un trattamento a finalità certamente ricostruttiva, risulteranno però comunque spese per i plurimi controlli specialistici durante il trattamento ricostruttivo. Per quanto attiene alle spese di cura future esse si configureranno, qualora la ricorrente non si sottoporrà a trattamenti di chirurgia plastica ricostruttiva per emendare la situazione attuale, per il proseguimento della psicoterapia con colloqui individuali (2 anni) a sostegno dell’accettazione della menomazione estetica al cuoio capelluto.
Schillaci, D. (2013). Ampia cicatrice al cuoio capelluto e parametri valutativi del danno. Intervento presentato a: VIII GIORNATE GISDI 2013 Gruppo Interdisciplinare di Studio del Danno Iatrogeno, Ischia (NA).
Ampia cicatrice al cuoio capelluto e parametri valutativi del danno
SCHILLACI, DANIELA ROBERTA
2013
Abstract
Il danno permanente al cuoio capelluto, per la sua persistente visibilità e la necessità di provvedere alla copertura dell’esito cicatriziale, soprattutto nelle donne, può configurare se particolarmente ampio, oltre ad un danno estetico, anche una forma di danno psichico che coinvolge oltre il singolo anche le persone che lo circondano in ambito familiare, sociale e lavorativo. La valutazione del danno al cuoio capelluto non è riconducibile a schemi prefissati e richiede pertanto un vasto ambito di personalizzazione, soprattutto descrittivo, del caso individuale. Un caso di personale osservazione nella veste di CTU, per un accertamento tecnico preventivo (ATP ex 696 c.p.c.), in ambito di sospetta responsabilità professionale sanitaria per un trattamento di chirurgia vascolare in presenza di un’estesa malformazione vascolare a carico del cuoio capelluto in giovane donna trattata con scleromousse esitata in una necrosi del cuoio capelluto, ha fornito lo spunto di discussione dei parametri di valutazione e quantificazione del danno estetico al cuoio capelluto. Nel caso in esame la modificazione morfologica del cuoio capelluto, non identifica quindi solo un danno estetico, ma pregiudica in modo rilevante la sfera emotivo-affettiva dell’individuo nell’ambito della socialità e della vita di relazione e lavorativa di impiegata, che benché impiego ad eminente contenuto intellettivo, si giova della fisiognomica nei rapporti interpersonali e le ripercussioni psichiche di tipo ansioso-depressivo che la cicatrice alopecica ha innescato limitano la disinvoltura dei rapporti interpersonali causata anche dalla necessità di presentarsi sempre a capo coperto. La condizione cicatriziale attuale è da ritenersi stabilizzata, anche se in termini teorici può essere considerata anche in toto emendabile con un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva, che potrebbe alla conclusione del trattamento determinare esiti cicatriziali lineari plurimi al capillizio, ma certamente non visibili perchè ricoperti dai capelli, soprattutto se di media lunghezza. E in caso di risultato favorevole del trattamento di chirurgia plastica ricostruttiva il danno biologico di natura permanente potrebbe essere anche dimezzato rispetto all’attuale, ma certamente richiede una lunga fase di invalidità temporanea di molti mesi che prevedono anche un ritiro sociale e lavorativo per la localizzazione degli espansori al capo. Nell’eventualità’ che la ricorrente decidesse di sottoporsi ad un trattamento correttivo della menomazione estetica vi è da considerare che l’intervento di chirurgia plastica ricostruttiva può essere effettuato presso una struttura del SSN, risultando un trattamento a finalità certamente ricostruttiva, risulteranno però comunque spese per i plurimi controlli specialistici durante il trattamento ricostruttivo. Per quanto attiene alle spese di cura future esse si configureranno, qualora la ricorrente non si sottoporrà a trattamenti di chirurgia plastica ricostruttiva per emendare la situazione attuale, per il proseguimento della psicoterapia con colloqui individuali (2 anni) a sostegno dell’accettazione della menomazione estetica al cuoio capelluto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.