Con questo saggio si intende offrire un contributo al dibattito sulla sostenibilità e sulla sicurezza alimentare e ambientale nelle realtà ultraperiferiche europee, illustrando le connessioni non sempre evidenti tra dipartimentalizzazione, disuguaglianze socioeconomiche e insicurezza alimentare e ambientale. Nota storicamente come il “giardino” delle Comore, Mayotte è l’unica isola dell’arcipelago ad aver rifiutato l’indipendenza, preferendo a essa una piena – seppur turbolenta – integrazione alla Francia. I piani di allineamento economici e strutturali, conseguenti il processo di integrazione istituzionale, hanno contribuito a rendere l’isola una meta privilegiata dai migranti della zona, proprio in virtù della sua relativa prosperità. Tra le attività informali che i migranti – essenzialmente di origine comoriana e malgascia – svolgono per sopravvivere a Mayotte, spiccano la coltivazione e la vendita in strada di verdure, in particolare di pomodori. Da un’indagine promossa nel 2017 dalla Direction de l’Alimentation, de l’Agriculture et de la Forêt (DAAF), è emerso però che la stragrande maggioranza dei pomodori venduti dagli ambulanti dell’isola presentava tassi elevatissimi di dimetoato, un potente insetticida, proibito in Europa nel 2016 a causa della sua acuta neurotossicità. A partire dal caso dei “pomodori proibiti” a Mayotte, l’analisi introdurrà alla questione della dipendenza dalle importazioni per sviluppare una riflessione sulle conseguenze dell’assimilazione dipartimentale e comunitaria sul piano alimentare, ambientale e sociale, nel tentativo di tracciare un nesso tra le disuguaglianze socioeconomiche – causate e amplificate dalla dipartimentalizzazione – e l’insicurezza alimentare e ambientale che ne deriva.
Schierano, P. (2024). Pomodori e pesticidi. (In)giustizia alimentare, sanitaria e ambientale nelle Regioni ultraperiferiche: il caso di Mayotte. ARCHIVIO ANTROPOLOGICO MEDITERRANEO, 26(1), 1-22 [10.4000/11t6l].
Pomodori e pesticidi. (In)giustizia alimentare, sanitaria e ambientale nelle Regioni ultraperiferiche: il caso di Mayotte
Schierano, P.
2024
Abstract
Con questo saggio si intende offrire un contributo al dibattito sulla sostenibilità e sulla sicurezza alimentare e ambientale nelle realtà ultraperiferiche europee, illustrando le connessioni non sempre evidenti tra dipartimentalizzazione, disuguaglianze socioeconomiche e insicurezza alimentare e ambientale. Nota storicamente come il “giardino” delle Comore, Mayotte è l’unica isola dell’arcipelago ad aver rifiutato l’indipendenza, preferendo a essa una piena – seppur turbolenta – integrazione alla Francia. I piani di allineamento economici e strutturali, conseguenti il processo di integrazione istituzionale, hanno contribuito a rendere l’isola una meta privilegiata dai migranti della zona, proprio in virtù della sua relativa prosperità. Tra le attività informali che i migranti – essenzialmente di origine comoriana e malgascia – svolgono per sopravvivere a Mayotte, spiccano la coltivazione e la vendita in strada di verdure, in particolare di pomodori. Da un’indagine promossa nel 2017 dalla Direction de l’Alimentation, de l’Agriculture et de la Forêt (DAAF), è emerso però che la stragrande maggioranza dei pomodori venduti dagli ambulanti dell’isola presentava tassi elevatissimi di dimetoato, un potente insetticida, proibito in Europa nel 2016 a causa della sua acuta neurotossicità. A partire dal caso dei “pomodori proibiti” a Mayotte, l’analisi introdurrà alla questione della dipendenza dalle importazioni per sviluppare una riflessione sulle conseguenze dell’assimilazione dipartimentale e comunitaria sul piano alimentare, ambientale e sociale, nel tentativo di tracciare un nesso tra le disuguaglianze socioeconomiche – causate e amplificate dalla dipartimentalizzazione – e l’insicurezza alimentare e ambientale che ne deriva.File | Dimensione | Formato | |
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