Il contributo è dedicato a una lettura del film “l’Onda” (Gansel, 2008) e alle tematiche emerse in un contesto di formazione d’aula, finalizzato all’elaborazione di conoscenze e allo sviluppo di competenze intorno alla relazione d’aiuto e alla professione consulenziale nelle organizzazioni. Il cinema è un dispositivo capace di mettere in scena un “doppio della formazione”: grazie all’immersione del gruppo nella trama delle immagini e all’ esplorazione in chiave clinica delle latenze, attiva le zone ignote della mente per costruire forme di pensiero critiche e creative. La trama evoca un esperimento pedagogico “fallimentare” di un’insegnante in un liceo di Berlino, analizzato come un caso che sa rendere conto della vita nascosta delle organizzazioni, centrata su un intreccio tra vissuti individuali, gruppali e istituzionali che ne animano la cultura immateriale. Il film denuncia la caduta del presidio simbolico della scuola e le derive inconsce che possono assumere i processi formativi se non presidiati da una cornice pedagogica e da una regia istituzionale in grado di elaborane le traiettorie emozionali in forme di pensiero consapevoli. E’ un testo efficace per meditare sul ruolo del formatore e del consulente che voglia sensibilizzarsi alle dimensioni notturne della vita delle organizzazioni contemporanee.
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, S. (2012). L'inconscio entra in scena. Una lettura del film "L'onda" (Gansel 2008). FOR(92), 55-60.
L'inconscio entra in scena. Una lettura del film "L'onda" (Gansel 2008)
ULIVIERI STIOZZI RIDOLFI, STEFANIA
2012
Abstract
Il contributo è dedicato a una lettura del film “l’Onda” (Gansel, 2008) e alle tematiche emerse in un contesto di formazione d’aula, finalizzato all’elaborazione di conoscenze e allo sviluppo di competenze intorno alla relazione d’aiuto e alla professione consulenziale nelle organizzazioni. Il cinema è un dispositivo capace di mettere in scena un “doppio della formazione”: grazie all’immersione del gruppo nella trama delle immagini e all’ esplorazione in chiave clinica delle latenze, attiva le zone ignote della mente per costruire forme di pensiero critiche e creative. La trama evoca un esperimento pedagogico “fallimentare” di un’insegnante in un liceo di Berlino, analizzato come un caso che sa rendere conto della vita nascosta delle organizzazioni, centrata su un intreccio tra vissuti individuali, gruppali e istituzionali che ne animano la cultura immateriale. Il film denuncia la caduta del presidio simbolico della scuola e le derive inconsce che possono assumere i processi formativi se non presidiati da una cornice pedagogica e da una regia istituzionale in grado di elaborane le traiettorie emozionali in forme di pensiero consapevoli. E’ un testo efficace per meditare sul ruolo del formatore e del consulente che voglia sensibilizzarsi alle dimensioni notturne della vita delle organizzazioni contemporanee.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.