Recentemente è stata posta grande attenzione al PM indoor, soprattutto per quanto riguarda scuole e luoghi residenziali [1,2], mentre poco interesse è stato dato agli uffici, nonostante siano uno dei più comuni luoghi di lavoro a livello mondiale. La presente ricerca si focalizza su quattro uffici di Milano caratterizzati dalla presenza di poche e deboli sorgenti di PM (computer, stampanti e fotocopiatrici), al fine di mettere in evidenza i cambiamenti della composizione chimica del PM nel passaggio da outdoor a indoor. Durante due campagne (ago-ott 2007, gen-mar 2008) sono stati raccolti campioni di 24 h di PM1 e PM2.5 contemporaneamente indoor e outdoor, poi analizzati per determinare ioni inorganici e idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Le concentrazioni indoor (Cin) e outdoor (Cout) del PMx e dei composti chimici sono state linearmente correlate per separare il contributo indoor dovuto a 1) frazione outdoor che è entrata in indoor (infiltration factor, FINF) e 2) particolato generato indoor (Cig) [3]: Cin = FINF * Cout + Cig (eq.1) Cig è risultato sempre negativo o molto vicino a zero (<20% rispetto alla concentrazione indoor media), confermando l’assenza di significative sorgenti indoor di PM. FINF invece è risultato dipendente dalla volatilità: I) era costante (~0.90) durante le due campagne per i non-volatili (es., SO42- come (NH4)2SO42-), II) è diminuito passando dalla stagione calda (~0.96) a quella fredda (~0.51) per i semi-volatili organici (es., IPA), III) era costante e molto basso (NO3-~0.17, NH4+~0.45) per i semi-volatili inorganici (es., NH4NO3). Passando dall’outdoor all’indoor, l’aumento della temperatura (soprattutto in inverno) spinge l’equilibrio di ripartizione gas-particolato dei composti semi-volatili verso la fase gassosa, come dimostrato dai risultati delle due campagne. La differenza tra FINF sperimentale per i semi-volatili organici e inorganici può essere spiegata, invece, considerando la pressione di vapore, molto più alta per NH4NO3 (3x10-3 mmHg) che per gli IPA (<4.5x10-6 mmHg). Di conseguenza, anche un piccolo incremento di temperatura può influenzare l’equilibrio di ripartizione di NH4NO3, ma non degli IPA. I risultati della ricerca confermano che un composto semi-volatile tende a redistribuirsi a favore della fase gassosa una volta indoor, dove la temperatura è più alta. Tenendo in considerazione l’effetto di ripartizione dei semi-volatili, si propone una modificazione all’eq.1, inserendo un coefficiente di correzione.
Sangiorgi, G., Perrone, M., Ferrero, L., Lo Porto, C., Ferrini, B., Petraccone, S., et al. (2012). Effetto della ripartizione dei composti semivolatili sul PM indoor: ioni inorganici ed IPA. In Atti del Quinto Convegno Nazionale sul Particolato Atmosferico PM2012. Società italiana di aerosol.
Effetto della ripartizione dei composti semivolatili sul PM indoor: ioni inorganici ed IPA
SANGIORGI, GIORGIA MAURA LUISA;PERRONE, MARIA GRAZIA;FERRERO, LUCA;FERRINI, BARBARA SARA;BOLZACCHINI, EZIO
2012
Abstract
Recentemente è stata posta grande attenzione al PM indoor, soprattutto per quanto riguarda scuole e luoghi residenziali [1,2], mentre poco interesse è stato dato agli uffici, nonostante siano uno dei più comuni luoghi di lavoro a livello mondiale. La presente ricerca si focalizza su quattro uffici di Milano caratterizzati dalla presenza di poche e deboli sorgenti di PM (computer, stampanti e fotocopiatrici), al fine di mettere in evidenza i cambiamenti della composizione chimica del PM nel passaggio da outdoor a indoor. Durante due campagne (ago-ott 2007, gen-mar 2008) sono stati raccolti campioni di 24 h di PM1 e PM2.5 contemporaneamente indoor e outdoor, poi analizzati per determinare ioni inorganici e idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Le concentrazioni indoor (Cin) e outdoor (Cout) del PMx e dei composti chimici sono state linearmente correlate per separare il contributo indoor dovuto a 1) frazione outdoor che è entrata in indoor (infiltration factor, FINF) e 2) particolato generato indoor (Cig) [3]: Cin = FINF * Cout + Cig (eq.1) Cig è risultato sempre negativo o molto vicino a zero (<20% rispetto alla concentrazione indoor media), confermando l’assenza di significative sorgenti indoor di PM. FINF invece è risultato dipendente dalla volatilità: I) era costante (~0.90) durante le due campagne per i non-volatili (es., SO42- come (NH4)2SO42-), II) è diminuito passando dalla stagione calda (~0.96) a quella fredda (~0.51) per i semi-volatili organici (es., IPA), III) era costante e molto basso (NO3-~0.17, NH4+~0.45) per i semi-volatili inorganici (es., NH4NO3). Passando dall’outdoor all’indoor, l’aumento della temperatura (soprattutto in inverno) spinge l’equilibrio di ripartizione gas-particolato dei composti semi-volatili verso la fase gassosa, come dimostrato dai risultati delle due campagne. La differenza tra FINF sperimentale per i semi-volatili organici e inorganici può essere spiegata, invece, considerando la pressione di vapore, molto più alta per NH4NO3 (3x10-3 mmHg) che per gli IPA (<4.5x10-6 mmHg). Di conseguenza, anche un piccolo incremento di temperatura può influenzare l’equilibrio di ripartizione di NH4NO3, ma non degli IPA. I risultati della ricerca confermano che un composto semi-volatile tende a redistribuirsi a favore della fase gassosa una volta indoor, dove la temperatura è più alta. Tenendo in considerazione l’effetto di ripartizione dei semi-volatili, si propone una modificazione all’eq.1, inserendo un coefficiente di correzione.File | Dimensione | Formato | |
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