La dispersione scolastica è un fenomeno complesso e multifattoriale ancora molto diffuso nella nostra società, anche durante la scuola dell’obbligo, con esiti spesso drammatici sul piano educativo ed esistenziale. Gli studi in materia sottolineano la necessità di interventi che adottino uno sguardo strutturale e sistemico, capace di andare oltre progettualità frammentarie e non sostenibili. Il testo presenta un quadro introduttivo sul fenomeno, concentrandosi quindi su uno dei baluardi più efficaci nel contrastare il disagio giovanile e la dispersione scolastica, ossia le scuole popolari e della seconda opportunità, che progettano percorsi educativi e didattici alternativi rispetto al sistema tradizionale d’istruzione. Il lavoro illustra gli esiti di uno studio di caso condotto nell’a.s. 2020/2021 in una scuola popolare di Monza, evidenziandone le caratteristiche educative, didattiche, di ambiente e di professionalità attraverso la voce della molteplicità di attori sociali coinvolti nel suo ecosistema, in primis quella di studenti e studentesse. Ne emerge l’essenza di una scuola quale presidio educativo, militante e democratica, che potrebbe configurarsi come punto di riferimento per trasformare quanto di escludente e selettivo è tuttora agito nella scuola. Si tratta di un’inclusione paradossale, che ambisce ad affrontare la fragilità dell’istituzione scolastica con percorsi alternativi che agiscano in modo positivo sul “funzionamento” dello studente, includendo in una nuova utopia sociale coloro che hanno vissuto frustrazione, demotivazione, emarginazione o esclusione nei percorsi canonici d’istruzione.
Cotza, V. (2024). Il paradosso dell’inclusione. Uno studio di caso per progettare servizi e interventi di educazione alternativa. FrancoAngeli.
Il paradosso dell’inclusione. Uno studio di caso per progettare servizi e interventi di educazione alternativa
Cotza, V
2024
Abstract
La dispersione scolastica è un fenomeno complesso e multifattoriale ancora molto diffuso nella nostra società, anche durante la scuola dell’obbligo, con esiti spesso drammatici sul piano educativo ed esistenziale. Gli studi in materia sottolineano la necessità di interventi che adottino uno sguardo strutturale e sistemico, capace di andare oltre progettualità frammentarie e non sostenibili. Il testo presenta un quadro introduttivo sul fenomeno, concentrandosi quindi su uno dei baluardi più efficaci nel contrastare il disagio giovanile e la dispersione scolastica, ossia le scuole popolari e della seconda opportunità, che progettano percorsi educativi e didattici alternativi rispetto al sistema tradizionale d’istruzione. Il lavoro illustra gli esiti di uno studio di caso condotto nell’a.s. 2020/2021 in una scuola popolare di Monza, evidenziandone le caratteristiche educative, didattiche, di ambiente e di professionalità attraverso la voce della molteplicità di attori sociali coinvolti nel suo ecosistema, in primis quella di studenti e studentesse. Ne emerge l’essenza di una scuola quale presidio educativo, militante e democratica, che potrebbe configurarsi come punto di riferimento per trasformare quanto di escludente e selettivo è tuttora agito nella scuola. Si tratta di un’inclusione paradossale, che ambisce ad affrontare la fragilità dell’istituzione scolastica con percorsi alternativi che agiscano in modo positivo sul “funzionamento” dello studente, includendo in una nuova utopia sociale coloro che hanno vissuto frustrazione, demotivazione, emarginazione o esclusione nei percorsi canonici d’istruzione.File | Dimensione | Formato | |
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