Con l'improvviso avvento del Covid-19, i musei, i teatri e le altre istituzioni culturali si sono trovati a fronteggiare una circostanza straordinaria: i produttori culturali sono stati obbligati a chiudere i battenti ritrovandosi, così, a intraprendere un nuovo dialogo prevalentemente online e socialmente distanziato con il proprio pubblico. La necessità più impellente è stata quella di adattare rapidamente la propria offerta culturale, riscoprendosi attori della trasformazione tecnologica (Dal Pozzolo, 2021; Sacco, Calveri, 2021). Per non interrompere il rapporto con i propri pubblici, le istituzioni culturali hanno ideato nuovi formati digitali che hanno affollato Internet di visite virtuali, artisti in live streaming, aste su Instagram, spettacoli teatrali su Zoom, laboratori creativi per bambini e molto altro (Massi, Turrini, 2020). In questo contesto, la ricerca “Streaming Culture. La mappatura della produzione e del consumo di cultura ai tempi del Covid-19”, finanziata da Fondazione Cariplo e portata avanti congiuntamente da Università di Milano-Bicocca e Università degli studi di Milano1, guarda alla produzione e al consumo culturali durante la pandemia di Covid-19 partendo proprio dalla considerazione che i vincoli imposti dalla crisi sanitaria abbiano portato molte istituzioni culturali a riconsiderare i modi in cui interagivano con il pubblico e a cercare nel digitale nuove forme di relazione e interazione. La ricerca empirica si muove su due piani. Il primo, di stampo descrittivo, ricostruisce la diffusione digitale della cultura da parte di un campione di produttori culturali lombardi nel 2020. Il secondo livello, più analitico, indaga le trasformazioni in atto attraverso lo studio approfondito delle esperienze e delle pratiche culturali che alcuni di questi operatori hanno portato avanti durante e dopo la pandemia. Nelle pagine successive verrà presentato il primo livello di analisi, costruito a partire da big data provenienti dai social media di 104 istituzioni culturali lombarde.
Antonucci, F., Borodi, V., D'Ovidio, M., Voglino, M. (2023). Gli spazi della cultura nel digitale: una ricerca sulla diffusione e produzione culturale in Lombardia dopo la pandemia di Covid-19. In A. Mortara, R. Scramaglia (a cura di), Cambiamenti in un mondo instabile (pp. 101-114). Milano : LUMI.
Gli spazi della cultura nel digitale: una ricerca sulla diffusione e produzione culturale in Lombardia dopo la pandemia di Covid-19
Antonucci, FMembro del Collaboration Group
;Borodi, VMMembro del Collaboration Group
;d'Ovidio, M;Voglino,MMembro del Collaboration Group
2023
Abstract
Con l'improvviso avvento del Covid-19, i musei, i teatri e le altre istituzioni culturali si sono trovati a fronteggiare una circostanza straordinaria: i produttori culturali sono stati obbligati a chiudere i battenti ritrovandosi, così, a intraprendere un nuovo dialogo prevalentemente online e socialmente distanziato con il proprio pubblico. La necessità più impellente è stata quella di adattare rapidamente la propria offerta culturale, riscoprendosi attori della trasformazione tecnologica (Dal Pozzolo, 2021; Sacco, Calveri, 2021). Per non interrompere il rapporto con i propri pubblici, le istituzioni culturali hanno ideato nuovi formati digitali che hanno affollato Internet di visite virtuali, artisti in live streaming, aste su Instagram, spettacoli teatrali su Zoom, laboratori creativi per bambini e molto altro (Massi, Turrini, 2020). In questo contesto, la ricerca “Streaming Culture. La mappatura della produzione e del consumo di cultura ai tempi del Covid-19”, finanziata da Fondazione Cariplo e portata avanti congiuntamente da Università di Milano-Bicocca e Università degli studi di Milano1, guarda alla produzione e al consumo culturali durante la pandemia di Covid-19 partendo proprio dalla considerazione che i vincoli imposti dalla crisi sanitaria abbiano portato molte istituzioni culturali a riconsiderare i modi in cui interagivano con il pubblico e a cercare nel digitale nuove forme di relazione e interazione. La ricerca empirica si muove su due piani. Il primo, di stampo descrittivo, ricostruisce la diffusione digitale della cultura da parte di un campione di produttori culturali lombardi nel 2020. Il secondo livello, più analitico, indaga le trasformazioni in atto attraverso lo studio approfondito delle esperienze e delle pratiche culturali che alcuni di questi operatori hanno portato avanti durante e dopo la pandemia. Nelle pagine successive verrà presentato il primo livello di analisi, costruito a partire da big data provenienti dai social media di 104 istituzioni culturali lombarde.File | Dimensione | Formato | |
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