Il presente contributo racconta l’esperienza dell’Archivio storico dell’As- sociazione Opera Pizzigoni (ASOP) nello specifico riferendosi alle prospettive avanzate dalla Public History. L’archivio ASOP non è un archivio scolastico, ma è un archivio strettamente legato al metodo fondato da Giuseppina Pizzigoni (1870-1947), maestra, diret- trice e pedagogista, che ideò, insieme a un comitato scientifico, un metodo rico- nosciuto a livello nazionale. Fin dai primi anni del Novecento la stessa Giusep- pina Pizzigoni comprese l’importanza di documentare il processo di definizione del metodo, unito al percorso che la portò alla costruzione di un nuovo edificio, eretto a Milano in via Castellino da Castello, 10, secondo le sue indicazioni pedagogiche (Pizzigoni, 2022). Questa scuola esiste tutt’ora ed è il luogo in cui è applicato il metodo Pizzigoni. L’Associazione Opera Pizzigoni nell’ultimo decennio, ha deciso di dedicare una grande attenzione all’archivio, priorita- riamente per salvaguardarlo dal rischio della sua dispersione, ma al contempo per permettere un’attenta riscoperta della figura di Pizzigoni, attraverso la va- lorizzazione di questo patrimonio unico in Italia, documentazione viva di uno specifico percorso pedagogico (Zuccoli, 2020; Zuccoli, Ferri, 2022). Il primo obiettivo che si è voluto perseguire è stato quello di un riconosci- mento da parte della Soprintendenza. A partire dal momento in cui l’archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente rilevante, con decreto 4661 del 12 settembre 2018, il percorso ha focalizzato il suo impegno nello specifico su due fronti: il primo volto a proseguire il processo di catalogazione, digitalizzazione dei materiali presenti; il secondo mirato a rendere accessibile e fruibile il suo patrimonio in un percorso legato ai concetti della Public History (Bandini, Oliviero, 2019). A titolo esemplificativo si riportano tre esperienze diverse: - Una digitale, consistita nell’apertura della pagina Facebook (https://www. facebook.com/archiviopizzigoni) che ha consentito il ritrovamento di materiali unici a rischio di dispersione, il recupero di reti relazionali perdute e la resti- tuzione di nuovi significati a una comunità numerosa, ma spesso inconsape- vole della centralità della propria storia individuale e collettiva. La pagina ha attualmente un numero di follower superiore a 4.000, è monitorata, attiva e partecipata e nel tempo è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che, nei decenni, sono venuti a contatto con il metodo Pizzigoni. Si tratta di un vero e proprio luogo di confronto, anche grazie alla condivisione del “cantiere” aperto sull’archivio, alla pubblicazione continua di materiali ritrovati e alla co- stante attività di acquisizione, salvaguardia e tutela di documentazioni donate di patrimoni unici per lo studio del metodo (quaderni, materiali, etc). - Una educativa e didattica, basata sul lavoro dedicato nello specifico a tutte le classi terze dell’Istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni, come avvio pratico e autentico dei bambini alla storia e alle storie (dei loro coetanei vissuti decine di anni fa) concretamente intese come patrimonio da vivere direttamente grazie agli approcci tipici della Public History e Applied History. Il lavoro, con un’im- pronta costantemente laboratoriale, ha permesso il contatto diretto dei bambini con alcuni materiali contenuti nell’archivio, individuati in riferimento all’età degli alunni, riscoprendo analogie e differenze con gli scolari pizzigoniani di altre epoche, raffigurati in fotografie o autori e protagonisti di relazioni, diari. I laboratori, grazie alla didattica esperienziale, hanno permesso di valorizzare questo patrimonio nei confronti di tutte le discipline, non solo storiche (Bor- tolotti, Calidoni, Mascheroni, Mattozzi, 2008). Le straordinarie risorse offerte dalle fonti archivistiche hanno, infatti, la capacità, di presentare la concretezza e il fascino del rapporto con il passato attraverso un incontro diretto e fisico con i documenti, visionati, nella loro sede naturale di conservazione, l’archivio. Riconoscere le caratteristiche, le funzioni, i contenuti e le storie dei documenti conservati negli archivi della propria comunità e riflettere sulla loro conserva- zione, cartacea e digitale, sono, tra l’altro, obiettivi coerenti con il quadro delle competenze chiave per l’apprendimento permanente definito dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’U.E. nella Raccomandazione del 18/12/2006, in particolare per quanto riguarda le competenze digitali, sociali e civiche, quelle relative alla consapevolezza culturale, oltre all’imparare ad imparare. - Un’ultima legata alla partecipazione della comunità, in un processo di con- divisione del patrimonio con aperture e narrazioni per la cittadinanza, visite guidate nella scuola, grazie alle ripetute “call” rivolte agli ex alunni o docenti (ma in generale a tutti gli abitanti del quartiere), necessarie ad attivare i percorsi legati alle nuove acquisizioni e porre le basi per la costruzione di un archivio partecipativo, elemento vivo della comunità cittadina, non solo scolastica, che permette di operare una riflessione condivisa sulla storia dell’educazione.

Zuccoli, F. (2023). L’esperienza dell’Archivio storico dell’Associazione Opera Pizzigoni: un modo diverso di vivere la storia. In A. Ascenzi, G. Bandini, C. Ghizzoni (a cura di), Il patrimonio storico-educativo come fonte per la Public History of Education. Tra buone pratiche e nuove prospettive Historical-educational heritage as a source of Public History of Education. Between good practices and new perspectives (pp. 123-125). Macerata : eum edizioni università di macerata.

L’esperienza dell’Archivio storico dell’Associazione Opera Pizzigoni: un modo diverso di vivere la storia

Zuccoli, F
2023

Abstract

Il presente contributo racconta l’esperienza dell’Archivio storico dell’As- sociazione Opera Pizzigoni (ASOP) nello specifico riferendosi alle prospettive avanzate dalla Public History. L’archivio ASOP non è un archivio scolastico, ma è un archivio strettamente legato al metodo fondato da Giuseppina Pizzigoni (1870-1947), maestra, diret- trice e pedagogista, che ideò, insieme a un comitato scientifico, un metodo rico- nosciuto a livello nazionale. Fin dai primi anni del Novecento la stessa Giusep- pina Pizzigoni comprese l’importanza di documentare il processo di definizione del metodo, unito al percorso che la portò alla costruzione di un nuovo edificio, eretto a Milano in via Castellino da Castello, 10, secondo le sue indicazioni pedagogiche (Pizzigoni, 2022). Questa scuola esiste tutt’ora ed è il luogo in cui è applicato il metodo Pizzigoni. L’Associazione Opera Pizzigoni nell’ultimo decennio, ha deciso di dedicare una grande attenzione all’archivio, priorita- riamente per salvaguardarlo dal rischio della sua dispersione, ma al contempo per permettere un’attenta riscoperta della figura di Pizzigoni, attraverso la va- lorizzazione di questo patrimonio unico in Italia, documentazione viva di uno specifico percorso pedagogico (Zuccoli, 2020; Zuccoli, Ferri, 2022). Il primo obiettivo che si è voluto perseguire è stato quello di un riconosci- mento da parte della Soprintendenza. A partire dal momento in cui l’archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente rilevante, con decreto 4661 del 12 settembre 2018, il percorso ha focalizzato il suo impegno nello specifico su due fronti: il primo volto a proseguire il processo di catalogazione, digitalizzazione dei materiali presenti; il secondo mirato a rendere accessibile e fruibile il suo patrimonio in un percorso legato ai concetti della Public History (Bandini, Oliviero, 2019). A titolo esemplificativo si riportano tre esperienze diverse: - Una digitale, consistita nell’apertura della pagina Facebook (https://www. facebook.com/archiviopizzigoni) che ha consentito il ritrovamento di materiali unici a rischio di dispersione, il recupero di reti relazionali perdute e la resti- tuzione di nuovi significati a una comunità numerosa, ma spesso inconsape- vole della centralità della propria storia individuale e collettiva. La pagina ha attualmente un numero di follower superiore a 4.000, è monitorata, attiva e partecipata e nel tempo è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che, nei decenni, sono venuti a contatto con il metodo Pizzigoni. Si tratta di un vero e proprio luogo di confronto, anche grazie alla condivisione del “cantiere” aperto sull’archivio, alla pubblicazione continua di materiali ritrovati e alla co- stante attività di acquisizione, salvaguardia e tutela di documentazioni donate di patrimoni unici per lo studio del metodo (quaderni, materiali, etc). - Una educativa e didattica, basata sul lavoro dedicato nello specifico a tutte le classi terze dell’Istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni, come avvio pratico e autentico dei bambini alla storia e alle storie (dei loro coetanei vissuti decine di anni fa) concretamente intese come patrimonio da vivere direttamente grazie agli approcci tipici della Public History e Applied History. Il lavoro, con un’im- pronta costantemente laboratoriale, ha permesso il contatto diretto dei bambini con alcuni materiali contenuti nell’archivio, individuati in riferimento all’età degli alunni, riscoprendo analogie e differenze con gli scolari pizzigoniani di altre epoche, raffigurati in fotografie o autori e protagonisti di relazioni, diari. I laboratori, grazie alla didattica esperienziale, hanno permesso di valorizzare questo patrimonio nei confronti di tutte le discipline, non solo storiche (Bor- tolotti, Calidoni, Mascheroni, Mattozzi, 2008). Le straordinarie risorse offerte dalle fonti archivistiche hanno, infatti, la capacità, di presentare la concretezza e il fascino del rapporto con il passato attraverso un incontro diretto e fisico con i documenti, visionati, nella loro sede naturale di conservazione, l’archivio. Riconoscere le caratteristiche, le funzioni, i contenuti e le storie dei documenti conservati negli archivi della propria comunità e riflettere sulla loro conserva- zione, cartacea e digitale, sono, tra l’altro, obiettivi coerenti con il quadro delle competenze chiave per l’apprendimento permanente definito dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’U.E. nella Raccomandazione del 18/12/2006, in particolare per quanto riguarda le competenze digitali, sociali e civiche, quelle relative alla consapevolezza culturale, oltre all’imparare ad imparare. - Un’ultima legata alla partecipazione della comunità, in un processo di con- divisione del patrimonio con aperture e narrazioni per la cittadinanza, visite guidate nella scuola, grazie alle ripetute “call” rivolte agli ex alunni o docenti (ma in generale a tutti gli abitanti del quartiere), necessarie ad attivare i percorsi legati alle nuove acquisizioni e porre le basi per la costruzione di un archivio partecipativo, elemento vivo della comunità cittadina, non solo scolastica, che permette di operare una riflessione condivisa sulla storia dell’educazione.
Breve introduzione
Archivio; Storia; Partecipazione; Interpretazione; Comunità.
Italian
Il patrimonio storico-educativo come fonte per la Public History of Education. Tra buone pratiche e nuove prospettive Historical-educational heritage as a source of Public History of Education. Between good practices and new perspectives
Ascenzi, A; Bandini, G; Ghizzoni, C
2023
9788860568700
eum edizioni università di macerata
123
125
Zuccoli, F. (2023). L’esperienza dell’Archivio storico dell’Associazione Opera Pizzigoni: un modo diverso di vivere la storia. In A. Ascenzi, G. Bandini, C. Ghizzoni (a cura di), Il patrimonio storico-educativo come fonte per la Public History of Education. Tra buone pratiche e nuove prospettive Historical-educational heritage as a source of Public History of Education. Between good practices and new perspectives (pp. 123-125). Macerata : eum edizioni università di macerata.
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