Dopo essere rimasta sostanzialmente stabile per decenni, a partire dagli anni ’80 dello scorso secolo la quota del reddito nazionale versata ai lavoratori, vale a dire la frazione di Pil pagata in salari, stipendi e indennità, è costantemente diminuita non solo nei paesi ad economia avanzata, ma anche in quelli emergenti ed in via di sviluppo. Diverse cause sono state identificate per spiegare questo declino, tra cui la globalizzazione, la delocalizzazione del lavoro, l’automazione della produzione, la riduzione del peso politico dei sindacati e l’alto tasso di disoccupazione. Il potere di acquisto dei datori di lavoro (o buyer power), esercitato dal lato della domanda attraverso la fissazione di salari bassi e condizioni di lavoro precarie, è considerato un fattore significativo nella compressione dei redditi da lavoro. Il presente contributo, dunque, intende dimostrare come l’applicazione tradizionale del diritto antitrust ai mercati del lavoro possa contribuire a limitare le condotte dei datori di lavoro che, esercitando congiuntamente o singolarmente il loro significativo potere di acquisto, comprimono i salari e impongono cattive condizioni di lavoro.
Caforio, V., Maggiolino, M. (2023). Quando la concorrenza e la sua tutela fanno bene ai lavoratori. MERCATO CONCORRENZA REGOLE(1-2), 49-76 [10.1434/112633].
Quando la concorrenza e la sua tutela fanno bene ai lavoratori
Caforio, V;
2023
Abstract
Dopo essere rimasta sostanzialmente stabile per decenni, a partire dagli anni ’80 dello scorso secolo la quota del reddito nazionale versata ai lavoratori, vale a dire la frazione di Pil pagata in salari, stipendi e indennità, è costantemente diminuita non solo nei paesi ad economia avanzata, ma anche in quelli emergenti ed in via di sviluppo. Diverse cause sono state identificate per spiegare questo declino, tra cui la globalizzazione, la delocalizzazione del lavoro, l’automazione della produzione, la riduzione del peso politico dei sindacati e l’alto tasso di disoccupazione. Il potere di acquisto dei datori di lavoro (o buyer power), esercitato dal lato della domanda attraverso la fissazione di salari bassi e condizioni di lavoro precarie, è considerato un fattore significativo nella compressione dei redditi da lavoro. Il presente contributo, dunque, intende dimostrare come l’applicazione tradizionale del diritto antitrust ai mercati del lavoro possa contribuire a limitare le condotte dei datori di lavoro che, esercitando congiuntamente o singolarmente il loro significativo potere di acquisto, comprimono i salari e impongono cattive condizioni di lavoro.File | Dimensione | Formato | |
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