Il lavoro di ricerca affronta la condizione problematica dell’abitare delle popolazioni rom. Lo studio riguarda le carriere abitative dei rom che sono usciti da un campo o da una baraccopoli scegliendo una soluzione abitativa differente. L’interrogativo di ricerca, riferito ad un parametro, quello dell’uscita dall’insediamento, precedentemente ignorato dalla letteratura, risponde ad una particolare problematica di policy resasi ancora più evidente negli ultimi anni. Nel lavoro si è andati a indagare che cosa capita davvero ai rom che vivono in queste aree e provano ad uscirne, spostando l’attenzione dallo spazio fisico del campo alle capacità e alle strategia di azione individuale oltre che alle risorse che consentono di realizzare le uscite. L’analisi si inserisce all’interno di un quadro teorico che utilizza gli abbondanti contributi sulle carriere abitative, sulle traiettorie di entrata e di uscita da forme di homelessness e sui percorsi e i progetti migratori. Il cuore delle riflessioni verte sul peso che i fattori strutturali e quelli individuali hanno nell’influenzare i percorsi. L’assunto di base è che le decisioni vadano lette all’interno di sistemi di opportunità e vincoli associati alle diverse opzioni. L’uscita è solo il punto strategico che consente di esplorare l’intero percorso e quindi lo studio è riferito ad un segmento biografico ampio che è in rapporto con altre carriere: quella lavorativa, formativa e familiare. La ricerca è stata condotta a Torino, utilizzando l’approccio etnografico all’interno di un campo autorizzato e di tre baraccopoli abusive. La scelta di analizzare tipologie insediative contraddistinte da un diverso grado di istituzionalizzazione trova giustificazione nella volontà di valutare similarità e differenze nella effettiva condizione di vita degli abitanti, ma soprattutto nella mobilità in uscita da queste aree. La modalità attraverso la quale avviene l’uscita è stata approfondita attraverso l’analisi delle carriere abitative di 30 intervistati che hanno lasciato un campo o una baraccopoli. Inoltre per inquadrare e definire meglio le scelte residenziali si è andati ad indagare indagare due macrocontesti di provenienza delle popolazioni rom presenti a Torino: La Romania e la Bosnia. Si è trattato quindi di un’etnografia multisituata che ha consentito di localizzare le carriere abitative contestualizzandole in spazi politicamente e socialmente costituiti. L’analisi di questi contesti si è resa indispensabile perchè applicando l’approccio delle capacità proposto da Sen, lo spazio delle opportunità e delle risorse che gli individui sono effettivamente in grado di mobilitare è mutevole e modifica anche la sfera della desiderabilità. I percorsi sono vari e complessi e dipendono da vincoli, risorse e opportunità effettive e percepite. Dall’analisi è emerso che, in un sistema di vincoli strutturali e possibilità individuali, esistono alcuni fattori che combinandosi tra loro si dimostrano in grado di differenziare i percorsi di uscita. Si tratta delle risorse cognitive, del capitale economico e relazionale, del significato attribuito alle pratiche legate all’organizzazione sociale della famiglia allargata e del tempo di permanenza presso l’insediamento. Sono inoltre emersi alcuni meccanismi che danno origine a processi comuni a più intervistati.
(2013). L'uscita dal campo e dalla baraccopoli: le carriere abitative dei rom, tra vincoli strutturali e strategie individuali. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013).
L'uscita dal campo e dalla baraccopoli: le carriere abitative dei rom, tra vincoli strutturali e strategie individuali
MANZONI, CHIARA
2013
Abstract
Il lavoro di ricerca affronta la condizione problematica dell’abitare delle popolazioni rom. Lo studio riguarda le carriere abitative dei rom che sono usciti da un campo o da una baraccopoli scegliendo una soluzione abitativa differente. L’interrogativo di ricerca, riferito ad un parametro, quello dell’uscita dall’insediamento, precedentemente ignorato dalla letteratura, risponde ad una particolare problematica di policy resasi ancora più evidente negli ultimi anni. Nel lavoro si è andati a indagare che cosa capita davvero ai rom che vivono in queste aree e provano ad uscirne, spostando l’attenzione dallo spazio fisico del campo alle capacità e alle strategia di azione individuale oltre che alle risorse che consentono di realizzare le uscite. L’analisi si inserisce all’interno di un quadro teorico che utilizza gli abbondanti contributi sulle carriere abitative, sulle traiettorie di entrata e di uscita da forme di homelessness e sui percorsi e i progetti migratori. Il cuore delle riflessioni verte sul peso che i fattori strutturali e quelli individuali hanno nell’influenzare i percorsi. L’assunto di base è che le decisioni vadano lette all’interno di sistemi di opportunità e vincoli associati alle diverse opzioni. L’uscita è solo il punto strategico che consente di esplorare l’intero percorso e quindi lo studio è riferito ad un segmento biografico ampio che è in rapporto con altre carriere: quella lavorativa, formativa e familiare. La ricerca è stata condotta a Torino, utilizzando l’approccio etnografico all’interno di un campo autorizzato e di tre baraccopoli abusive. La scelta di analizzare tipologie insediative contraddistinte da un diverso grado di istituzionalizzazione trova giustificazione nella volontà di valutare similarità e differenze nella effettiva condizione di vita degli abitanti, ma soprattutto nella mobilità in uscita da queste aree. La modalità attraverso la quale avviene l’uscita è stata approfondita attraverso l’analisi delle carriere abitative di 30 intervistati che hanno lasciato un campo o una baraccopoli. Inoltre per inquadrare e definire meglio le scelte residenziali si è andati ad indagare indagare due macrocontesti di provenienza delle popolazioni rom presenti a Torino: La Romania e la Bosnia. Si è trattato quindi di un’etnografia multisituata che ha consentito di localizzare le carriere abitative contestualizzandole in spazi politicamente e socialmente costituiti. L’analisi di questi contesti si è resa indispensabile perchè applicando l’approccio delle capacità proposto da Sen, lo spazio delle opportunità e delle risorse che gli individui sono effettivamente in grado di mobilitare è mutevole e modifica anche la sfera della desiderabilità. I percorsi sono vari e complessi e dipendono da vincoli, risorse e opportunità effettive e percepite. Dall’analisi è emerso che, in un sistema di vincoli strutturali e possibilità individuali, esistono alcuni fattori che combinandosi tra loro si dimostrano in grado di differenziare i percorsi di uscita. Si tratta delle risorse cognitive, del capitale economico e relazionale, del significato attribuito alle pratiche legate all’organizzazione sociale della famiglia allargata e del tempo di permanenza presso l’insediamento. Sono inoltre emersi alcuni meccanismi che danno origine a processi comuni a più intervistati.File | Dimensione | Formato | |
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