Le identità di genere che si collocano fuori dal binarismo maschile femminile e le esperienze a queste connesse interrogano da tempo il lavoro educativo . Oggi ciò sembra avvenire con maggiore (ap)pressione. I servizi educativi domandano orientamenti per comprendere come relazionarsi con un’utenza che non è più sempre implicitamente riconducibile entro parametri tradizionali e considerati ovvi e con i suoi bisogni educativi. Il tema inizia a porsi in modo più significativo anche nell’ambito della formazione di nuove generazioni di professionisti/e dell’educazione. Ne costituiscono prova le richieste di accesso alla carriera Alias nell’ambito della formazione superiore e di quella universitaria (dove lo strumento sia presente e accessibile). Tutto ciò contribuisce a proseguire e vivacizzare la problematizzazione della costruzione dualistica e gerarchica che afferisce al genere, offrendo importanti ulteriori opportunità di analisi e riflessione intorno al rapporto tra genere, storie di vita e professionalità educativa. Tra queste opportunità, una prima concerne l’esplorazione del portato educativo della messa a valore da parte del mercato e della comunicazione di quanto accade “fuori binario” (Burgio). Questi ambiti, mentre ne amplificano la visibilità, ne indeboliscono forse il potenziale critico e trasformativo, a supporto di immaginari forieri di una trasgressione addomesticata e di politiche identitarie (Braidotti). A partire dall’universo simbolico e soprattutto in riferimento all’aspetto della rappresentazione e della narrazione di forme di affettività e di riconoscimento identitario, la proposta che si presenta intende far incontrare biografie e narrazioni di giovani in transizioni (colte attraverso testimonianze dirette e all’interno di un’analisi derivante dalla cinematografia contemporanea e da docufilm) con una declinazione di orientamento, durante il percorso di formazione accademica, dedicata all’interpretazione riflessiva delle traiettorie e delle specifiche progettualità esistenziali e professionali. (Mancino, Iori) Testimonianze, forme di rappresentazione e narrabilità dei percorsi identitari si pongono come veicolo per permettere letture capaci di produrre, interpretare e comprendere costrutti, immagini, valori e contesti, nell’ambito della formazione della professionalità di chi educa.
Mancino, E., Brambilla, L. (2023). Traiettorie e trasformazioni. Prospettive e proposte di ricerca e orientamento tra genere, storie di vita e professionalità educativa. Intervento presentato a: Convegno Nazionale SIPED "Sistemi Educativi, Orientamento, Lavoro", Università degli Studi di Bologna, Bologna, Italy.
Traiettorie e trasformazioni. Prospettive e proposte di ricerca e orientamento tra genere, storie di vita e professionalità educativa
Mancino, E
;Brambilla, L
2023
Abstract
Le identità di genere che si collocano fuori dal binarismo maschile femminile e le esperienze a queste connesse interrogano da tempo il lavoro educativo . Oggi ciò sembra avvenire con maggiore (ap)pressione. I servizi educativi domandano orientamenti per comprendere come relazionarsi con un’utenza che non è più sempre implicitamente riconducibile entro parametri tradizionali e considerati ovvi e con i suoi bisogni educativi. Il tema inizia a porsi in modo più significativo anche nell’ambito della formazione di nuove generazioni di professionisti/e dell’educazione. Ne costituiscono prova le richieste di accesso alla carriera Alias nell’ambito della formazione superiore e di quella universitaria (dove lo strumento sia presente e accessibile). Tutto ciò contribuisce a proseguire e vivacizzare la problematizzazione della costruzione dualistica e gerarchica che afferisce al genere, offrendo importanti ulteriori opportunità di analisi e riflessione intorno al rapporto tra genere, storie di vita e professionalità educativa. Tra queste opportunità, una prima concerne l’esplorazione del portato educativo della messa a valore da parte del mercato e della comunicazione di quanto accade “fuori binario” (Burgio). Questi ambiti, mentre ne amplificano la visibilità, ne indeboliscono forse il potenziale critico e trasformativo, a supporto di immaginari forieri di una trasgressione addomesticata e di politiche identitarie (Braidotti). A partire dall’universo simbolico e soprattutto in riferimento all’aspetto della rappresentazione e della narrazione di forme di affettività e di riconoscimento identitario, la proposta che si presenta intende far incontrare biografie e narrazioni di giovani in transizioni (colte attraverso testimonianze dirette e all’interno di un’analisi derivante dalla cinematografia contemporanea e da docufilm) con una declinazione di orientamento, durante il percorso di formazione accademica, dedicata all’interpretazione riflessiva delle traiettorie e delle specifiche progettualità esistenziali e professionali. (Mancino, Iori) Testimonianze, forme di rappresentazione e narrabilità dei percorsi identitari si pongono come veicolo per permettere letture capaci di produrre, interpretare e comprendere costrutti, immagini, valori e contesti, nell’ambito della formazione della professionalità di chi educa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.