In conseguenza dei crescenti flussi migratori e della cosiddetta compressione spazio-temporale, soggetti e gruppi si de-territorializzano e ri-territorializzano facendo sì che differenti mappe simboliche tendano a sovrapporsi e a intrecciarsi a una scala e a un livello d’intensità sempre maggiori. In questi processi urbani di ri-territorializzazione della differenza, l’uso dello spazio gioca un ruolo attivo fondamentale, sia come vincolo, che come mediatore e, perciò, con questo lavoro, si è adottata una prospettiva socio-spaziale che considera i soggetti come attori spaziali che cercano incessantemente di addomesticare lo spazio e di costruire territori. Il caso di studio individuato per l’analisi è il quartiere Arcella di Padova, un quartiere «multietnico» qui inteso come un campo in cui avviene una quotidiana battaglia (endogena) per i sensi del luogo. Una battaglia sulla quale incidono fortemente, da un lato, le relazioni che il quartiere crea con l’esterno (e che l’esterno crea con esso) e, dall’altro, i quotidiani processi di mappatura sensoriale ed emozionale che s’inscrivono nei corpi, attraverso odori, suoni, sapori e visioni. Il paper invita a «leggere» la città al plurale e a porre l’attenzione sull’importanza, in primis, di negoziare e mediare tra i differenti habitus spaziali e, in particolare tra le memorie e le speranze, le trasformazioni e le continuità connesse allo spazio; in secondo luogo sulla necessità di supportare quegli spazi di mediazione quotidiana che favoriscono l’attraversamento e la negoziazione tra differenti forme culturali e che costituiscono una sorta di welfare space che rende possibile costruire appartenenze territoriali fondate sulla comune cittadinità.
Cancellieri, A. (2011). La città e le differenze. Battaglie per il senso del luogo e valorizzazione del welfare space. BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA, 1, 5-10.
La città e le differenze. Battaglie per il senso del luogo e valorizzazione del welfare space
CANCELLIERI A
2011
Abstract
In conseguenza dei crescenti flussi migratori e della cosiddetta compressione spazio-temporale, soggetti e gruppi si de-territorializzano e ri-territorializzano facendo sì che differenti mappe simboliche tendano a sovrapporsi e a intrecciarsi a una scala e a un livello d’intensità sempre maggiori. In questi processi urbani di ri-territorializzazione della differenza, l’uso dello spazio gioca un ruolo attivo fondamentale, sia come vincolo, che come mediatore e, perciò, con questo lavoro, si è adottata una prospettiva socio-spaziale che considera i soggetti come attori spaziali che cercano incessantemente di addomesticare lo spazio e di costruire territori. Il caso di studio individuato per l’analisi è il quartiere Arcella di Padova, un quartiere «multietnico» qui inteso come un campo in cui avviene una quotidiana battaglia (endogena) per i sensi del luogo. Una battaglia sulla quale incidono fortemente, da un lato, le relazioni che il quartiere crea con l’esterno (e che l’esterno crea con esso) e, dall’altro, i quotidiani processi di mappatura sensoriale ed emozionale che s’inscrivono nei corpi, attraverso odori, suoni, sapori e visioni. Il paper invita a «leggere» la città al plurale e a porre l’attenzione sull’importanza, in primis, di negoziare e mediare tra i differenti habitus spaziali e, in particolare tra le memorie e le speranze, le trasformazioni e le continuità connesse allo spazio; in secondo luogo sulla necessità di supportare quegli spazi di mediazione quotidiana che favoriscono l’attraversamento e la negoziazione tra differenti forme culturali e che costituiscono una sorta di welfare space che rende possibile costruire appartenenze territoriali fondate sulla comune cittadinità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.