L’impegno per rendere il nostro pianeta un luogo più vivibile e più giusto si rinnova alla luce dei 17 (nuovi) Obiettivi di sviluppo sostenibile, promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, da realizzare entro il 2030. In tale contesto, gli Obiettivi in materia di crescita economica duratura, di riduzione delle disuguaglianze economiche ed infine l’introduzione di modelli responsabili, equi e sostenibili risultano oggigiorno di particolare rilevanza. Più in generale, lo sviluppo sostenibile è considerato una forma utile del presente senza che ciò comprometta le generazioni future. A partire dagli anni Sessanta, le teorie dello sviluppo sostenibile hanno incluso anche temi di carattere sociale ed economico, come l’equità sociale e la lotta alla povertà. L’importanza di tali tematiche è stata sollevata anche da parte di alcune religioni, tra cui l’Islam e la Chiesa cattolica. In materia di sviluppo sostenibile e di gestione responsabile delle risorse ambedue le confessioni religiose si pongono, per certi versi, su un piano di discontinuità con l’economia neoclassica, che caratterizza l’attuale modello globale. Appare utile porre l’accento sulla ratio di fondo che anima la concezione economica di questi diritti religiosi: la giustizia sociale e la solidarietà tra gli uomini, seppur con fini ultimi differenti. La dottrina sociale della Chiesa cattolica – anche per merito della politica adottata da Papa Francesco negli ultimi anni – si focalizza sempre più sulla cura dell’ambiente naturale e della persona umana. Un esempio in questo senso è la nota enciclica Laudato si’ del 2015. Allo stesso modo, il pensiero islamico contemporaneo ha numerosi punti di contatto sia con gli Obiettivi dell’Agenda del 2030 sia con la visione della Chiesa. L’economia islamica condivide con la teoria dello sviluppo sostenibile la critica all’economia attuale in quanto basata sulla massimizzazione del profitto individuale a scapito di qualsiasi conseguenza che possa attentare il benessere collettivo presente e futuro. Quindi, entrambe le confessioni religiose in materia di economia duratura, riduzione delle disuguaglianze e sviluppo sostenibile, seppur ognuna con le proprie specificità, guardano nella stessa direzione e ciò potrebbe costituire un utile modello da cui trarre ispirazione al fine di creare delle politiche «laiche» volte alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030. La motivazione è da rinvenire nel fatto che l’interlocutore confessionale in tale dibattito assume un ruolo fondamentale dato che la maggior parte della popolazione riconduce, in modi e con intensità differenti, a una tradizione spirituale la propria visione della realtà. Le religioni elaborano un discorso sullo sviluppo che può essere complementare, un utile alleato, all’Agenda 2030 in cui risuona una tradizione plurisecolare che elogia i valori quali la solidarietà, la rinuncia a utili eccessi, il benessere collettivo. Convinti che non esistano crisi economiche, ambientali e sociali separate, le confessioni religiose propongono un esercizio di «duplice ascolto» dal contesto locale alle dinamiche globali, dalla dimensione interiore alla dimensione esteriore, che sono integrativi strumenti alle analisi tecniche. Si cercherà quindi di cogliere i tratti principali dei modelli e delle politiche dei due diritti religiosi, anche in chiave comparata, proponendo una (possibile) policy per gli Stati al fine appunto di aumentare il benessere collettivo.

Cupri, A. (2023). Sostenibilità economica e transizione ecologica: l'apporto all'ecosostenibilità della Chiesa Cattolica e dell'Islam. Intervento presentato a: Visioni di futuro. Ricerca, cittadinanza e sviluppo sostenibile, Milano.

Sostenibilità economica e transizione ecologica: l'apporto all'ecosostenibilità della Chiesa Cattolica e dell'Islam

Alessandro Cupri
2023

Abstract

L’impegno per rendere il nostro pianeta un luogo più vivibile e più giusto si rinnova alla luce dei 17 (nuovi) Obiettivi di sviluppo sostenibile, promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, da realizzare entro il 2030. In tale contesto, gli Obiettivi in materia di crescita economica duratura, di riduzione delle disuguaglianze economiche ed infine l’introduzione di modelli responsabili, equi e sostenibili risultano oggigiorno di particolare rilevanza. Più in generale, lo sviluppo sostenibile è considerato una forma utile del presente senza che ciò comprometta le generazioni future. A partire dagli anni Sessanta, le teorie dello sviluppo sostenibile hanno incluso anche temi di carattere sociale ed economico, come l’equità sociale e la lotta alla povertà. L’importanza di tali tematiche è stata sollevata anche da parte di alcune religioni, tra cui l’Islam e la Chiesa cattolica. In materia di sviluppo sostenibile e di gestione responsabile delle risorse ambedue le confessioni religiose si pongono, per certi versi, su un piano di discontinuità con l’economia neoclassica, che caratterizza l’attuale modello globale. Appare utile porre l’accento sulla ratio di fondo che anima la concezione economica di questi diritti religiosi: la giustizia sociale e la solidarietà tra gli uomini, seppur con fini ultimi differenti. La dottrina sociale della Chiesa cattolica – anche per merito della politica adottata da Papa Francesco negli ultimi anni – si focalizza sempre più sulla cura dell’ambiente naturale e della persona umana. Un esempio in questo senso è la nota enciclica Laudato si’ del 2015. Allo stesso modo, il pensiero islamico contemporaneo ha numerosi punti di contatto sia con gli Obiettivi dell’Agenda del 2030 sia con la visione della Chiesa. L’economia islamica condivide con la teoria dello sviluppo sostenibile la critica all’economia attuale in quanto basata sulla massimizzazione del profitto individuale a scapito di qualsiasi conseguenza che possa attentare il benessere collettivo presente e futuro. Quindi, entrambe le confessioni religiose in materia di economia duratura, riduzione delle disuguaglianze e sviluppo sostenibile, seppur ognuna con le proprie specificità, guardano nella stessa direzione e ciò potrebbe costituire un utile modello da cui trarre ispirazione al fine di creare delle politiche «laiche» volte alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030. La motivazione è da rinvenire nel fatto che l’interlocutore confessionale in tale dibattito assume un ruolo fondamentale dato che la maggior parte della popolazione riconduce, in modi e con intensità differenti, a una tradizione spirituale la propria visione della realtà. Le religioni elaborano un discorso sullo sviluppo che può essere complementare, un utile alleato, all’Agenda 2030 in cui risuona una tradizione plurisecolare che elogia i valori quali la solidarietà, la rinuncia a utili eccessi, il benessere collettivo. Convinti che non esistano crisi economiche, ambientali e sociali separate, le confessioni religiose propongono un esercizio di «duplice ascolto» dal contesto locale alle dinamiche globali, dalla dimensione interiore alla dimensione esteriore, che sono integrativi strumenti alle analisi tecniche. Si cercherà quindi di cogliere i tratti principali dei modelli e delle politiche dei due diritti religiosi, anche in chiave comparata, proponendo una (possibile) policy per gli Stati al fine appunto di aumentare il benessere collettivo.
relazione (orale)
Religion, sustainability, environment, sustainable development
Italian
Visioni di futuro. Ricerca, cittadinanza e sviluppo sostenibile
2023
2023
none
Cupri, A. (2023). Sostenibilità economica e transizione ecologica: l'apporto all'ecosostenibilità della Chiesa Cattolica e dell'Islam. Intervento presentato a: Visioni di futuro. Ricerca, cittadinanza e sviluppo sostenibile, Milano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/452240
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