Speranza. Il futuro che genera un nuovo presente

La parola speranza evoca naturalmente un carattere vaporoso e fugace. Evoca qualcosa di buono, bello e giusto, ma proiettato nel futuro incerto, qualcosa che può essere rivestito delle migliori intenzioni, ma che rimane inesistente. La speranza ha un carattere onirico, di desiderio, senza una necessaria aderenza alla realtà concreta e materiale del quotidiano, oppure cavalca un desiderio di rivalsa per un presente insoddisfacente. Questa tensione verso un non ancora, un non visibile, ma desiderabile, può essere letta in diversi modi: come ottimismo (più o meno ingenuo), come attrazione per il cambiamento, come non accettazione della realtà, o ancora come travisamento, ma in ogni caso indica un afflato di trasformazione pedagogica. Il capitolo integra il pensiero marxista (Bloch, Freire) con l’epistemologia contemporanea (Dupuy) per pensare pedagogicamente il futuro.