Gli ultimi decenni sono stati per l'Italia un periodo di mutamenti profondi, che hanno investito tutti gli ambiti della società sino a toccare la nostra vita quotidiana. Questi grandi cambiamenti sono stati accompagnati da un malessere diffuso e da un senso crescente d'insicurezza e di paura, che hanno generato tra la gente la sensazione di vivere in Anni in Salita. Nel 2004, l’Associazione Italiana di Sociologia (AIS), in occasione dell’ VIII convegno triennale dell’associazione, ha chiesto agli studiosi ed ai gruppi di ricerca più prestigiosi dell'Università italiana di sintetizzare e mettere in comune le ricerche e le analisi condotte sulla società italiana. I saggi del volume hanno dato conto dei mutamenti che hanno trasformato negli ultimi anni il paese, analizzando l'economia, il lavoro, la religione, la scuola, la politica, la giustizia, la famiglia, le nuove generazioni, le politiche sociali, la cultura, la criminalità, la vita quotidiana, la città. Il capitolo presentato fa parte del volume e rappresenta il contributo della Sezione di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio dell’AIS, affidato ad Ezio Marra (coordinatore della sezione per il periodo 2001-2004) con la collaborazione di Alfredo Mela e Francesca Zajczyk. A partire dall’anno mille, dopo la decadenza nell’alto medioevo, le città riprendono ininterrottamente a crescere e ad essere attraenti come luogo per vivere, ricco di opportunità e di reddito. L’ideale rinascimentale tramandato nella letteratura e nell’iconografia, è quello della città palladiana, la cui dimensione estetica è espressione di equilibrio e di buon governo. Quest’immagine urbana cambia radicalmente sotto gli effetti del’industrializzazione. La città è anzitutto il luogo del lavoro: la funzione è quindi più importante della forma, che viene sacrificata in nome della produttività. Il modello urbano ora è quello di Manchester (o della sua trasposizione dickensiana, Coketown), città del lavoro, con inquinamento, bassa qualità di vita, forti diseguaglianze sociali. L’industrializzazione ha così cambiato il volto delle città che, nel corso del XIX e XX secolo, si sono sviluppate economicamente con rilevanti processi di immigrazione e inurbamento. A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, quando i processi di delocalizzazione e di terziarizzazione diventano rilevanti, le città del triangolo industriale e quelle che avevano puntato su economie a prevalenza manifatturiera iniziano a perdere popolazione. Questo dato, dapprima interpretato come indicatore di decadenza urbana, sembra invece individuare un nuovo modello di insediamento metropolitano, con un saldo sempre a favore della città. La città continua ad essere un modello imprescindibile, ma essa si è trasformata, ampliandosi e inglobando parti rilevanti delle aree rurali confinanti, sia fisicamente (attraverso l’attività edilizia) sia come stile di vita, ormai ampiamente diffuso, grazie alle nuove tecnologie dei trasporti e della comunicazione. Cambia il modello di città e conseguentemente cambiano gli strumenti di indagine sulla città per tenere conto delle grandi trasformazioni in corso. Gli studi urbani degli anni Ottanta e Novanta sono particolarmente ricchi di suggerimenti in questo senso: tra di esse vi è la proposta di Martinotti (1993), che individua uno strumento di analisi nel “paradigma delle quattro popolazioni metropolitane”. Il capitolo si conclude presentando alcune delle principali direzioni di ricerca oggi sulla città: il tema della mobilità, ma anche della concezione spaziotemporale della postmodernità; il problema della sicurezza urbana, l’interesse crescente, in Italia, per le città di piccole-medie dimensioni che costituiscono un’eredità comunale importante e costitutiva del nostro Paese.
Marra, E., Mela, A., Zajczyk, F. (2004). Tempi difficili per la città. In G. Amendola (a cura di), Anni in salita. Tempi difficili per gli italiani (pp. 275-310). Milano : Franco Angeli.
Tempi difficili per la città
MARRA, EZIO;ZAJCZYK, FRANCESCA
2004
Abstract
Gli ultimi decenni sono stati per l'Italia un periodo di mutamenti profondi, che hanno investito tutti gli ambiti della società sino a toccare la nostra vita quotidiana. Questi grandi cambiamenti sono stati accompagnati da un malessere diffuso e da un senso crescente d'insicurezza e di paura, che hanno generato tra la gente la sensazione di vivere in Anni in Salita. Nel 2004, l’Associazione Italiana di Sociologia (AIS), in occasione dell’ VIII convegno triennale dell’associazione, ha chiesto agli studiosi ed ai gruppi di ricerca più prestigiosi dell'Università italiana di sintetizzare e mettere in comune le ricerche e le analisi condotte sulla società italiana. I saggi del volume hanno dato conto dei mutamenti che hanno trasformato negli ultimi anni il paese, analizzando l'economia, il lavoro, la religione, la scuola, la politica, la giustizia, la famiglia, le nuove generazioni, le politiche sociali, la cultura, la criminalità, la vita quotidiana, la città. Il capitolo presentato fa parte del volume e rappresenta il contributo della Sezione di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio dell’AIS, affidato ad Ezio Marra (coordinatore della sezione per il periodo 2001-2004) con la collaborazione di Alfredo Mela e Francesca Zajczyk. A partire dall’anno mille, dopo la decadenza nell’alto medioevo, le città riprendono ininterrottamente a crescere e ad essere attraenti come luogo per vivere, ricco di opportunità e di reddito. L’ideale rinascimentale tramandato nella letteratura e nell’iconografia, è quello della città palladiana, la cui dimensione estetica è espressione di equilibrio e di buon governo. Quest’immagine urbana cambia radicalmente sotto gli effetti del’industrializzazione. La città è anzitutto il luogo del lavoro: la funzione è quindi più importante della forma, che viene sacrificata in nome della produttività. Il modello urbano ora è quello di Manchester (o della sua trasposizione dickensiana, Coketown), città del lavoro, con inquinamento, bassa qualità di vita, forti diseguaglianze sociali. L’industrializzazione ha così cambiato il volto delle città che, nel corso del XIX e XX secolo, si sono sviluppate economicamente con rilevanti processi di immigrazione e inurbamento. A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, quando i processi di delocalizzazione e di terziarizzazione diventano rilevanti, le città del triangolo industriale e quelle che avevano puntato su economie a prevalenza manifatturiera iniziano a perdere popolazione. Questo dato, dapprima interpretato come indicatore di decadenza urbana, sembra invece individuare un nuovo modello di insediamento metropolitano, con un saldo sempre a favore della città. La città continua ad essere un modello imprescindibile, ma essa si è trasformata, ampliandosi e inglobando parti rilevanti delle aree rurali confinanti, sia fisicamente (attraverso l’attività edilizia) sia come stile di vita, ormai ampiamente diffuso, grazie alle nuove tecnologie dei trasporti e della comunicazione. Cambia il modello di città e conseguentemente cambiano gli strumenti di indagine sulla città per tenere conto delle grandi trasformazioni in corso. Gli studi urbani degli anni Ottanta e Novanta sono particolarmente ricchi di suggerimenti in questo senso: tra di esse vi è la proposta di Martinotti (1993), che individua uno strumento di analisi nel “paradigma delle quattro popolazioni metropolitane”. Il capitolo si conclude presentando alcune delle principali direzioni di ricerca oggi sulla città: il tema della mobilità, ma anche della concezione spaziotemporale della postmodernità; il problema della sicurezza urbana, l’interesse crescente, in Italia, per le città di piccole-medie dimensioni che costituiscono un’eredità comunale importante e costitutiva del nostro Paese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.