Una tra le innumerevoli prerogative del maestro Mario Lodi è stata quella di saper osservare in modo curioso, puntuale e intelligente le azioni che i bambini delle sue classi compivano, stimolando così una produzione ricca e articolata di: pensieri, riflessioni, proposte, realizzazioni che andavano a svilupparsi nei diversi ambiti comunicativi. Questo agire che, nei suoi diari di scuola (Lodi, 1963, 1970, 1974, 1979a, 1979b), risulta un fluire quasi naturale e immediato, per essere realmente compreso, va necessariamente scomposto e analizzato, scoprendo così le peculiarità di un percorso, che accanto alla crescita dei bambini, mantiene un’attenzione profonda per la formazione del sé, maestro e uomo di cultura, due facce imprescindibili e interrelate di una stessa medaglia. In questo contributo si proverà ad attraversare alcuni passaggi, rendendoli maggiormente evidenti e percepibili, grazie ai suoi scritti. Il punto di partenza saranno alcune lettere dedicate ai futuri maestri, dichiarazioni e manifesti degli obiettivi e delle potenzialità di questo mestiere, posto in stretta relazione con la Costituzione e con una visione politica dell’insegnamento, che ha tra i suoi scopi principali quello di rendere gli uomini liberi, responsabili e consapevoli. La necessità della garanzia della libertà d’espressione di ognuno, fin da piccolo, è, infatti, il ponte per comprendere l’attenzione massima nei confronti della varietà dei linguaggi, anche quelli espressivi, che i bambini possono e devono poter maneggiare, non tanto in vista di un appagamento solitario o banalizzato, ma nella valorizzazione completa delle potenzialità culturali di ogni forma di comunicazione umana. Questo impegno è messo in stretta relazione con la crescita e la formazione culturale dello stesso maestro, che mantiene viva la curiosità culturale e la sperimentazione relativa ai più diversi linguaggi, manifestata nei confronti dei bambini, come pure nel campo più ampio della propria vita: professionale e umana. Il confronto, la formazione, lo studio diventano così elementi fondanti della crescita nell’insegnamento, come pure nel costante approfondimento personale.
Zuccoli, F. (2023). Mario Lodi: la capacità di valorizzare i linguaggi dei bambini. In M. Fiorucci, I. Loiodice, M. Ladogana (a cura di), Scuola, democrazia, partecipazione e cittadinanza in occasione dei 100 anni dalla nascita di Mario Lodi (pp. 178-189). Lecce : Pensa Multimedia.
Mario Lodi: la capacità di valorizzare i linguaggi dei bambini
Zuccoli, F
2023
Abstract
Una tra le innumerevoli prerogative del maestro Mario Lodi è stata quella di saper osservare in modo curioso, puntuale e intelligente le azioni che i bambini delle sue classi compivano, stimolando così una produzione ricca e articolata di: pensieri, riflessioni, proposte, realizzazioni che andavano a svilupparsi nei diversi ambiti comunicativi. Questo agire che, nei suoi diari di scuola (Lodi, 1963, 1970, 1974, 1979a, 1979b), risulta un fluire quasi naturale e immediato, per essere realmente compreso, va necessariamente scomposto e analizzato, scoprendo così le peculiarità di un percorso, che accanto alla crescita dei bambini, mantiene un’attenzione profonda per la formazione del sé, maestro e uomo di cultura, due facce imprescindibili e interrelate di una stessa medaglia. In questo contributo si proverà ad attraversare alcuni passaggi, rendendoli maggiormente evidenti e percepibili, grazie ai suoi scritti. Il punto di partenza saranno alcune lettere dedicate ai futuri maestri, dichiarazioni e manifesti degli obiettivi e delle potenzialità di questo mestiere, posto in stretta relazione con la Costituzione e con una visione politica dell’insegnamento, che ha tra i suoi scopi principali quello di rendere gli uomini liberi, responsabili e consapevoli. La necessità della garanzia della libertà d’espressione di ognuno, fin da piccolo, è, infatti, il ponte per comprendere l’attenzione massima nei confronti della varietà dei linguaggi, anche quelli espressivi, che i bambini possono e devono poter maneggiare, non tanto in vista di un appagamento solitario o banalizzato, ma nella valorizzazione completa delle potenzialità culturali di ogni forma di comunicazione umana. Questo impegno è messo in stretta relazione con la crescita e la formazione culturale dello stesso maestro, che mantiene viva la curiosità culturale e la sperimentazione relativa ai più diversi linguaggi, manifestata nei confronti dei bambini, come pure nel campo più ampio della propria vita: professionale e umana. Il confronto, la formazione, lo studio diventano così elementi fondanti della crescita nell’insegnamento, come pure nel costante approfondimento personale.File | Dimensione | Formato | |
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