Le tematiche ambientali sono emerse come uno degli elementi più rilevanti nella ricerca non solo delle scienze naturali e sociali, ma anche umanistiche (Roberts, Nye, 2017). Un apporto in questo ambito è stato dato da Ecocritical geopolitics (dell’Agnese, 2021), il quale teorizza una metodologia che possa unire gli strumenti delle popular geopolitics con quelli dell’ecocriticsm per lo studio dei discorsi ambientali presenti nei media. Nonostante vengano presi come fonti esemplificative il cinema, la letteratura, o il mondo della serialità, viene ipotizzato che ogni forma mediale potrebbe essere analizzata sotto le lenti di questa disciplina. In questo contesto, il presente contributo vuole ipotizzare come il cinema amatoriale, ossia l’ autoproduzione cinematografica privata, possa essere anch’esso una possibile fonte per la comprensione dei discorsi ambientali all’interno di una comunità, in un determinato momento storico e spazio geografico. La prima parte di questo lavoro vuole introdurre i film di famiglia come testi non-narrativi e non-strutturati, evidenziandone le problematicità metodologiche di un possibile approccio a questi materiali audiovisivi, nonché le possibili traiettorie di analisi, come l’aspetto del taken-for-granted. Ossia, tutti quei discorsi ambientali dati per scontati all’interno della società contemporanea alla realizzazione dei film che emergono nonostante non ci sia stata una esplicita volontà autoriale. Si declineranno quindi gli strumenti offerti dalle ecocritical geopolitics all’interno del cinema amatoriale. Nella seconda parte, si proporrà un esempio concreto di analisi qualitativa proponendo come tema il rapporto tra umani e animali-non-umani nell’incontro tra turisti e pescatori durante il Secondo Dopoguerra. Si faranno riflessioni sulle reazioni dei turisti e dei cineamatori di fronte all’uccisione di animali evidenziando come questo atto fosse dato per scontato, privo di conseguenze etiche. Le immagini sono il risultato di un lavoro di estrazione in corso (Zimmermann, 1995) realizzato presso l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa a Ivrea, Cinescatti di Bergamo e SuperOttimisti di Torino.
Agnoletto, P. (2023). Narrazioni del quotidiano. La tonnara di Scopello e la mattanza nel cinema amatoriale. In Oltre la Globalizzazione – Narrazioni/Narratives (pp.929-934). Società di Studi Geografici.
Narrazioni del quotidiano. La tonnara di Scopello e la mattanza nel cinema amatoriale
Agnoletto, P
2023
Abstract
Le tematiche ambientali sono emerse come uno degli elementi più rilevanti nella ricerca non solo delle scienze naturali e sociali, ma anche umanistiche (Roberts, Nye, 2017). Un apporto in questo ambito è stato dato da Ecocritical geopolitics (dell’Agnese, 2021), il quale teorizza una metodologia che possa unire gli strumenti delle popular geopolitics con quelli dell’ecocriticsm per lo studio dei discorsi ambientali presenti nei media. Nonostante vengano presi come fonti esemplificative il cinema, la letteratura, o il mondo della serialità, viene ipotizzato che ogni forma mediale potrebbe essere analizzata sotto le lenti di questa disciplina. In questo contesto, il presente contributo vuole ipotizzare come il cinema amatoriale, ossia l’ autoproduzione cinematografica privata, possa essere anch’esso una possibile fonte per la comprensione dei discorsi ambientali all’interno di una comunità, in un determinato momento storico e spazio geografico. La prima parte di questo lavoro vuole introdurre i film di famiglia come testi non-narrativi e non-strutturati, evidenziandone le problematicità metodologiche di un possibile approccio a questi materiali audiovisivi, nonché le possibili traiettorie di analisi, come l’aspetto del taken-for-granted. Ossia, tutti quei discorsi ambientali dati per scontati all’interno della società contemporanea alla realizzazione dei film che emergono nonostante non ci sia stata una esplicita volontà autoriale. Si declineranno quindi gli strumenti offerti dalle ecocritical geopolitics all’interno del cinema amatoriale. Nella seconda parte, si proporrà un esempio concreto di analisi qualitativa proponendo come tema il rapporto tra umani e animali-non-umani nell’incontro tra turisti e pescatori durante il Secondo Dopoguerra. Si faranno riflessioni sulle reazioni dei turisti e dei cineamatori di fronte all’uccisione di animali evidenziando come questo atto fosse dato per scontato, privo di conseguenze etiche. Le immagini sono il risultato di un lavoro di estrazione in corso (Zimmermann, 1995) realizzato presso l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa a Ivrea, Cinescatti di Bergamo e SuperOttimisti di Torino.File | Dimensione | Formato | |
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