Matrimoni forzati e “prezzo della sposa”: la Cassazione ribadisce l’irrilevanza di tradizioni e culture lesive della libertà individuale

This contribution briefly analyses and comments on judgement no. 30538/2021, with which the Italian Criminal Court of Cassation has once again pronounced on the subject of culturally motivated offences, reiterating the positions already expressed on numerous other occasions. The peculiarity of the decision is the case dealt with by the Supreme Court: the 'transfer' in marriage of a girl of Roma ethnicity under the age of sixteen, in exchange for the so-called 'bride price', which the Cassation has qualified as 'enslavement'. This also provides an opportunity to dwell on the recent incrimination of the phenomenon of forced marriages in Italy (through Article 558-bis of the Criminal Code, coercion or induction to marriage).

Il contributo analizza e commenta, in forma sintetica, la sentenza n. 30538/2021, con cui la Cassazione penale italiana è tornata a pronunciarsi in materia di reati culturalmente motivati, ribadendo le posizioni già espresse in numerose altre occasioni. Peculiarità della decisione è il caso affrontato dalla Suprema Corte: la “cessione” in matrimonio di una ragazza di etnia Rom minore di sedici anni, a fronte del c.d. “prezzo della sposa”, che la Cassazione ha qualificato come "riduzione in schiavitù". Ciò fornisce anche l’occasione per soffermarsi sulla recente incriminazione del fenomeno dei matrimoni forzati in Italia (tramite l’art. 558-bis c.p., costrizione o induzione al matrimonio).