Obiettivi. Per valutare l’effetto della compliance ai farmaci antipertensivi sul rischio di esiti cardiovascolari in una popolazione in prevenzione primaria cardiovascolare, è stato condotto uno studio di coorte prospettico, con base di popolazione, tramite il record-linkage tra gli archivi sanitari elettronici della Regione Lombardia. Metodi. È stata reclutata una coorte di 242.594 pazienti, di età superiore ai 18 anni e residenti nella Regione Lombardia, che hanno ricevuto per la prima volta un trattamento con antipertensivi durante gli anni 2000-2001. La coorte è stata seguita dalla prima prescrizione di farmaci antipertensivi (prescrizione indice) fino alla fine del 2007. Durante questo periodo sono stati identificati tutti i pazienti che hanno sperimentato un’ospedalizzazione per malattia coronarica o cerebrovascolare (esito). È stata valutata la compliance ai farmaci antipertensivi dalla prescrizione indice fino alla data dell’esito o di censura. Per stimare l’associazione tra persistenza e aderenza alla terapia con farmaci antipertensivi ed esito, è stato interpolato un modello multivariato a rischi proporzionali di Cox. Risultati. Durante un periodo di follow-up medio di 6 anni, 12.016 soggetti della coorte hanno sperimentato l’esito in studio. Rispetto ai pazienti che hanno sperimentato almeno un episodio di interruzione del trattamento antipertensivo, coloro che hanno continuato il trattamento rischiano il 37% in meno di sperimentare l’esito cardiovascolare (intervallo di confidenza al 95%: 34%-40%). Confrontati con i pazienti con bassa aderenza al trattamento (proporzione di giorni coperti ≤25%), quelli con aderenza intermedia (dal 51% al 75%) ed elevata (>75%) mostrano una riduzione del rischio rispettivamente del 20% (16%-24%) e del 25% (20%-29%). Effetti simili sono stati osservati considerando separatamente gli eventi coronarici e gli eventi cerebrovascolari. Conclusioni. Nella pratica clinica corrente una buona compliance alla terapia con antipertensivi sembra efficace nella prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari.

Corrao, G., Parodi, A., Nicotra, F., Zambon, A., Merlino, L., Cesana, G., et al. (2012). Una miglior compliance ai farmaci antipertensivi riduce il rischio cardiovascolare. GIORNALE ITALIANO DI FARMACOECONOMIA E FARMACOUTILIZZAZIONE, 4(1), 22-33.

Una miglior compliance ai farmaci antipertensivi riduce il rischio cardiovascolare

CORRAO, GIOVANNI;Parodi, A;NICOTRA, FEDERICA;ZAMBON, ANTONELLA;CESANA, GIANCARLO;MANCIA, GIUSEPPE
2012

Abstract

Obiettivi. Per valutare l’effetto della compliance ai farmaci antipertensivi sul rischio di esiti cardiovascolari in una popolazione in prevenzione primaria cardiovascolare, è stato condotto uno studio di coorte prospettico, con base di popolazione, tramite il record-linkage tra gli archivi sanitari elettronici della Regione Lombardia. Metodi. È stata reclutata una coorte di 242.594 pazienti, di età superiore ai 18 anni e residenti nella Regione Lombardia, che hanno ricevuto per la prima volta un trattamento con antipertensivi durante gli anni 2000-2001. La coorte è stata seguita dalla prima prescrizione di farmaci antipertensivi (prescrizione indice) fino alla fine del 2007. Durante questo periodo sono stati identificati tutti i pazienti che hanno sperimentato un’ospedalizzazione per malattia coronarica o cerebrovascolare (esito). È stata valutata la compliance ai farmaci antipertensivi dalla prescrizione indice fino alla data dell’esito o di censura. Per stimare l’associazione tra persistenza e aderenza alla terapia con farmaci antipertensivi ed esito, è stato interpolato un modello multivariato a rischi proporzionali di Cox. Risultati. Durante un periodo di follow-up medio di 6 anni, 12.016 soggetti della coorte hanno sperimentato l’esito in studio. Rispetto ai pazienti che hanno sperimentato almeno un episodio di interruzione del trattamento antipertensivo, coloro che hanno continuato il trattamento rischiano il 37% in meno di sperimentare l’esito cardiovascolare (intervallo di confidenza al 95%: 34%-40%). Confrontati con i pazienti con bassa aderenza al trattamento (proporzione di giorni coperti ≤25%), quelli con aderenza intermedia (dal 51% al 75%) ed elevata (>75%) mostrano una riduzione del rischio rispettivamente del 20% (16%-24%) e del 25% (20%-29%). Effetti simili sono stati osservati considerando separatamente gli eventi coronarici e gli eventi cerebrovascolari. Conclusioni. Nella pratica clinica corrente una buona compliance alla terapia con antipertensivi sembra efficace nella prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari.
Articolo in rivista - Articolo scientifico
Aderenza,Agenti antipertensivi, Malattie cardiovascolari, Interruzione, Persistenza, Prevenzione primaria,
Italian
2012
4
1
22
33
none
Corrao, G., Parodi, A., Nicotra, F., Zambon, A., Merlino, L., Cesana, G., et al. (2012). Una miglior compliance ai farmaci antipertensivi riduce il rischio cardiovascolare. GIORNALE ITALIANO DI FARMACOECONOMIA E FARMACOUTILIZZAZIONE, 4(1), 22-33.
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