L’abbandono di importanti complessi minerari, attivi fino agli anni ’70, nelle Prealpi Lombarde – ma anche in altre regioni limitrofe alpine – ha lasciato sul territorio pesanti eredità, sia di aspetto socio-economico per le popolazioni locali, sia di natura ambientale, quali infrastrutture ed impianti, discariche e gli stessi vuoti minerari. Questi ultimi rappresentano oggi un serio vincolo, per motivi di sicurezza del soprasuolo, ad una conveniente fruizione territoriale, del quale la pianificazione deve tener conto, anche dal punto di vista urbanistico. Nel caso delle miniere di Gorno (BG), sia l’estensione del bacino, comprendente diverse unità estrattive – operanti su più comuni della provincia bergamasco – sia il diverso livello di conoscenza sulle miniere stesse, oggi posseduto, richiedono un attento esame, caso per caso, delle varie situazioni esistenti: geogiacimentologiche, minerarie e morfologiche dei siti. A tal fine la Regione Lombardia, Direzione Generale alla Qualità dell’Ambiente, ha da tempo promosso indagini conoscitive volte a definire metodologie di studio e di ricerca idonee, fra l’altro, a verificare lo stato delle cose, in alcuni particolari casi di palese criticità e di urgenza, per adeguati interventi di messa in sicurezza dei luoghi. L’Università di Torino e di Milano Bicocca, in collaborazione con il Politecnico di Milano, Polo di Lecco, hanno perciò avviato interessanti indagini metodologiche, anche strumentali, e di carattere geofisico, ma soprattutto di verifica, su base cartografica e topografica, per la individuazione e collocazione di possibili vuoti ipogei, lasciati dalle coltivazioni dei solfuri, in aree peraltro interessate anche da comprovati fenomeni di carsismo naturale. La ricerca ha, ancora una volta, evidenziato le difficoltà spesso derivanti, nelle situazioni congeneri, della attuale carenza di documentazioni tecniche – planimetrie, sezioni ecc. – o da una loro pratica indisponibilità per gli studiosi, sia dovuta alla sopraggiunta, esiziale dispersione degli archivi, sia, al contrario, da una loro ufficiale conservazione ma in forme e con modalità non funzionali ad una necessaria, libera consultazione operativa. A tal riguardo si ritiene quindi indispensabile un investimento, anche istituzionale, oggi ancora possibile grazie alla memoria storica di tecnici e ricercatori che, in passato si trovarono ad operare personalmente nelle miniere in attività.

Rodeghiero, F., Cavallo, A., Fornaro, M., Giuliani, A., Papini, M., Savoca, D. (2008). La presenza di grandi vuoti sotterranei di coltivazioni minerarie dismesse. Problemi conoscitivi ed indagini mirate. In GEAM, Proceedings V Convegno di Geoingegneria - "Vuoti minerari: risorsa o problema?", Torino 5-6-7 giugno 2008 (pp.0-6).

La presenza di grandi vuoti sotterranei di coltivazioni minerarie dismesse. Problemi conoscitivi ed indagini mirate

RODEGHIERO, FRANCO;CAVALLO, ALESSANDRO;
2008

Abstract

L’abbandono di importanti complessi minerari, attivi fino agli anni ’70, nelle Prealpi Lombarde – ma anche in altre regioni limitrofe alpine – ha lasciato sul territorio pesanti eredità, sia di aspetto socio-economico per le popolazioni locali, sia di natura ambientale, quali infrastrutture ed impianti, discariche e gli stessi vuoti minerari. Questi ultimi rappresentano oggi un serio vincolo, per motivi di sicurezza del soprasuolo, ad una conveniente fruizione territoriale, del quale la pianificazione deve tener conto, anche dal punto di vista urbanistico. Nel caso delle miniere di Gorno (BG), sia l’estensione del bacino, comprendente diverse unità estrattive – operanti su più comuni della provincia bergamasco – sia il diverso livello di conoscenza sulle miniere stesse, oggi posseduto, richiedono un attento esame, caso per caso, delle varie situazioni esistenti: geogiacimentologiche, minerarie e morfologiche dei siti. A tal fine la Regione Lombardia, Direzione Generale alla Qualità dell’Ambiente, ha da tempo promosso indagini conoscitive volte a definire metodologie di studio e di ricerca idonee, fra l’altro, a verificare lo stato delle cose, in alcuni particolari casi di palese criticità e di urgenza, per adeguati interventi di messa in sicurezza dei luoghi. L’Università di Torino e di Milano Bicocca, in collaborazione con il Politecnico di Milano, Polo di Lecco, hanno perciò avviato interessanti indagini metodologiche, anche strumentali, e di carattere geofisico, ma soprattutto di verifica, su base cartografica e topografica, per la individuazione e collocazione di possibili vuoti ipogei, lasciati dalle coltivazioni dei solfuri, in aree peraltro interessate anche da comprovati fenomeni di carsismo naturale. La ricerca ha, ancora una volta, evidenziato le difficoltà spesso derivanti, nelle situazioni congeneri, della attuale carenza di documentazioni tecniche – planimetrie, sezioni ecc. – o da una loro pratica indisponibilità per gli studiosi, sia dovuta alla sopraggiunta, esiziale dispersione degli archivi, sia, al contrario, da una loro ufficiale conservazione ma in forme e con modalità non funzionali ad una necessaria, libera consultazione operativa. A tal riguardo si ritiene quindi indispensabile un investimento, anche istituzionale, oggi ancora possibile grazie alla memoria storica di tecnici e ricercatori che, in passato si trovarono ad operare personalmente nelle miniere in attività.
poster + paper
vuoti sotterranei; coltivazioni minerarie dismesse
Italian
Suolosottosuolo - V Convegno di Geoingegneria: ''Vuoti minerari: risorsa o problema?''
2008
GEAM, Proceedings V Convegno di Geoingegneria - "Vuoti minerari: risorsa o problema?", Torino 5-6-7 giugno 2008
giu-2008
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Rodeghiero, F., Cavallo, A., Fornaro, M., Giuliani, A., Papini, M., Savoca, D. (2008). La presenza di grandi vuoti sotterranei di coltivazioni minerarie dismesse. Problemi conoscitivi ed indagini mirate. In GEAM, Proceedings V Convegno di Geoingegneria - "Vuoti minerari: risorsa o problema?", Torino 5-6-7 giugno 2008 (pp.0-6).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/3838
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