L’insegnamento del diritto, in particolare la didattica orientata a mettere in evidenza gli indispensabili contenuti teorici, i profili di analisi del linguaggio, i ragionamenti, gli argomenti, i concetti, le definizioni e ridefinizioni usate nei discorsi dei giuristi, specie con le nuove generazioni, risulta sempre più complesso. Da un lato, per quanto attiene in particolare alle discipline teoriche, i contenuti proposti sono affrontati quasi sempre, anche se non esclusivamente, solo nei primi anni di corso di studio, triennale o a ciclo unico, senza adeguate possibilità di approfondimento in corsi avanzati, che garantiscano una continuità didattica e il sedimentarsi degli strumenti appresi in ulteriori momenti, in anni diversi dal primo o dal secondo, della formazione dei giovani studenti. Dall’altro lato, i ventenni che compongono l’uditorio delle lezioni di teoria generale, di filosofia del diritto, ma anche della riflessione etica applicata al diritto (bioetica, biodiritto etc.) hanno poca o nessuna dimestichezza non solo con le ricadute pratiche dei contenuti teorici, ma hanno altresì scarsa confidenza con molti contenuti filosofici, e in generale giungono all’università con una scarsa attitudine all’analisi critica e alla riflessione argomentata riguardo a molti temi e problemi. Chi abbia un minimo di esperienza, sia in corsi orientati secondo la c.d. “didattica di grande aula”, sia in corsi con numeri contenuti, affrontando alcune questioni centrali del pensiero teorico – giuridico, si imbatte spesso in sguardi disorientati, come se i temi proposti fossero questioni surreali, se non assurde e inverosimili. Un esempio di quanto fin qui descritto è spesso riferibile alla difficile capacità di comprensione, da parte di un uditorio giovane, del c.d. “Stato di natura”, la cui più famosa descrizione e analisi dobbiamo a Thomas Hobbes, unitamente alle risposte di teoria del diritto, di teoria della politica e dello stato formulate per superare “la guerra di tutti contro tutti” e per contenere l’homo homini lupus. In soccorso a tale difficoltà di far capire, in modo efficace, in cosa possa essere consistito il bellum omnium contra omnes e quali strutture e istituzioni si rendano necessarie per orientare i consociati a superare l’idea che ciascuno è predatore dei propri simili, si propone un approfondimento, di tipo teorico – giuridico, a partire da contributi cinematografici e televisivi. Nello specifico, si vuole proporre una riflessione sullo stato di natura, di hobbesiana memoria, e della necessità del suo superamento col passaggio allo stato di diritto, partendo da alcuni contenuti molto apprezzati dai giovani. Ci si riferisce, ad esempio, non solo ai testi, come World War Z, di Max Brooks, ma anche a serie tv o film come Black Summer o Z Nation, presenti sulle principali piattaforme on demand e streaming di fruizione di contenuti. In genere, le nuove generazioni considerano tali proposte come prodotti di “intrattenimento”. Questi, invece, possono essere impiegati e diventare strumenti capaci di avere mordente e appeal in un pubblico giovane, fungendo, al tempo stesso, da espediente letterario per alcuni obiettivi, di didattica del diritto e di apprendimento concettuale con modalità innovative. Per quanto riguarda gli obiettivi didattici in generale, una riflessione guidata, a partire da certe descrizioni, o rappresentazioni di realtà improntate a scenari apocalittici rende i fruitori non solo e non più soggetti passivi: al contrario, rende tutti, giovani e meno giovani, maggiormente consapevoli di regole, procedure, istituzioni, prassi (a maggior ragione, dato oltretutto l’attuale periodo pandemico) che possiamo considerare in modo critico e consapevole, talvolta apprezzare e in ogni caso non dare (più) per scontate. Per quanto attiene, invece, ad alcuni obiettivi specifici di teoria generale del diritto, oltre ad un riferimento dell’homo homini lupus collocato in contesti non stra-ordinari, in cui l’umanità deve lottare per non essere sopraffatta e annientata, tali spunti narrativi possono essere utilizzati per riflettere e discutere di diversi modelli di costruzione di ordinamenti giuridici, da quelli improntati al Sovrano assoluto, a quelli caratterizzati dalla divisione dei poteri (come proposti, ad esempio, da Montesquieu), a quelli, infine, costruiti a partire da cambiamenti violenti, rovesciamenti istituzionali non pacifici, rivoluzioni, vale a dire in modo non legale che, per dirla con Kelsen, rappresentano il primo passo per la eventuale nuova fondazione di una Grundnorm di un nuovo sistema giuridico. Si tratta di approfondimenti proposti con contenuti non tradizionali, che tuttavia possono essere utili e appropriati per spiegare la– e magari far appassionare alla – teoria del diritto, partendo da prospettive nuove e inconsuete.

Forni, L. (2022). Nuove forme di stato di natura? Da Hobbes a La notte dei morti viventi.. In G. Viggiani (a cura di), La didattica del diritto (pp. 211-239). Milano : Ledizioni.

Nuove forme di stato di natura? Da Hobbes a La notte dei morti viventi.

Forni, L
2022

Abstract

L’insegnamento del diritto, in particolare la didattica orientata a mettere in evidenza gli indispensabili contenuti teorici, i profili di analisi del linguaggio, i ragionamenti, gli argomenti, i concetti, le definizioni e ridefinizioni usate nei discorsi dei giuristi, specie con le nuove generazioni, risulta sempre più complesso. Da un lato, per quanto attiene in particolare alle discipline teoriche, i contenuti proposti sono affrontati quasi sempre, anche se non esclusivamente, solo nei primi anni di corso di studio, triennale o a ciclo unico, senza adeguate possibilità di approfondimento in corsi avanzati, che garantiscano una continuità didattica e il sedimentarsi degli strumenti appresi in ulteriori momenti, in anni diversi dal primo o dal secondo, della formazione dei giovani studenti. Dall’altro lato, i ventenni che compongono l’uditorio delle lezioni di teoria generale, di filosofia del diritto, ma anche della riflessione etica applicata al diritto (bioetica, biodiritto etc.) hanno poca o nessuna dimestichezza non solo con le ricadute pratiche dei contenuti teorici, ma hanno altresì scarsa confidenza con molti contenuti filosofici, e in generale giungono all’università con una scarsa attitudine all’analisi critica e alla riflessione argomentata riguardo a molti temi e problemi. Chi abbia un minimo di esperienza, sia in corsi orientati secondo la c.d. “didattica di grande aula”, sia in corsi con numeri contenuti, affrontando alcune questioni centrali del pensiero teorico – giuridico, si imbatte spesso in sguardi disorientati, come se i temi proposti fossero questioni surreali, se non assurde e inverosimili. Un esempio di quanto fin qui descritto è spesso riferibile alla difficile capacità di comprensione, da parte di un uditorio giovane, del c.d. “Stato di natura”, la cui più famosa descrizione e analisi dobbiamo a Thomas Hobbes, unitamente alle risposte di teoria del diritto, di teoria della politica e dello stato formulate per superare “la guerra di tutti contro tutti” e per contenere l’homo homini lupus. In soccorso a tale difficoltà di far capire, in modo efficace, in cosa possa essere consistito il bellum omnium contra omnes e quali strutture e istituzioni si rendano necessarie per orientare i consociati a superare l’idea che ciascuno è predatore dei propri simili, si propone un approfondimento, di tipo teorico – giuridico, a partire da contributi cinematografici e televisivi. Nello specifico, si vuole proporre una riflessione sullo stato di natura, di hobbesiana memoria, e della necessità del suo superamento col passaggio allo stato di diritto, partendo da alcuni contenuti molto apprezzati dai giovani. Ci si riferisce, ad esempio, non solo ai testi, come World War Z, di Max Brooks, ma anche a serie tv o film come Black Summer o Z Nation, presenti sulle principali piattaforme on demand e streaming di fruizione di contenuti. In genere, le nuove generazioni considerano tali proposte come prodotti di “intrattenimento”. Questi, invece, possono essere impiegati e diventare strumenti capaci di avere mordente e appeal in un pubblico giovane, fungendo, al tempo stesso, da espediente letterario per alcuni obiettivi, di didattica del diritto e di apprendimento concettuale con modalità innovative. Per quanto riguarda gli obiettivi didattici in generale, una riflessione guidata, a partire da certe descrizioni, o rappresentazioni di realtà improntate a scenari apocalittici rende i fruitori non solo e non più soggetti passivi: al contrario, rende tutti, giovani e meno giovani, maggiormente consapevoli di regole, procedure, istituzioni, prassi (a maggior ragione, dato oltretutto l’attuale periodo pandemico) che possiamo considerare in modo critico e consapevole, talvolta apprezzare e in ogni caso non dare (più) per scontate. Per quanto attiene, invece, ad alcuni obiettivi specifici di teoria generale del diritto, oltre ad un riferimento dell’homo homini lupus collocato in contesti non stra-ordinari, in cui l’umanità deve lottare per non essere sopraffatta e annientata, tali spunti narrativi possono essere utilizzati per riflettere e discutere di diversi modelli di costruzione di ordinamenti giuridici, da quelli improntati al Sovrano assoluto, a quelli caratterizzati dalla divisione dei poteri (come proposti, ad esempio, da Montesquieu), a quelli, infine, costruiti a partire da cambiamenti violenti, rovesciamenti istituzionali non pacifici, rivoluzioni, vale a dire in modo non legale che, per dirla con Kelsen, rappresentano il primo passo per la eventuale nuova fondazione di una Grundnorm di un nuovo sistema giuridico. Si tratta di approfondimenti proposti con contenuti non tradizionali, che tuttavia possono essere utili e appropriati per spiegare la– e magari far appassionare alla – teoria del diritto, partendo da prospettive nuove e inconsuete.
Capitolo o saggio
didattica del diritto, stato di natura, teoria generale del diritto, Hobbes, Zombie
Italian
La didattica del diritto
Viggiani, G
2022
978-88-5526-715-1
Ledizioni
211
239
Forni, L. (2022). Nuove forme di stato di natura? Da Hobbes a La notte dei morti viventi.. In G. Viggiani (a cura di), La didattica del diritto (pp. 211-239). Milano : Ledizioni.
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