Si tratta di un case book che propone in una ragionata successione, come in una sorta di racconto breve, diversi episodi di giustizia contrattuale (riconosciuta o delusa) portati all’attenzione dei giudici delle corti del Regno d’Italia, in un arco temporale che corre dagli anni immediatamente successivi alla promulgazione del codice patrio fino a quelli dell’Italia fascista, attraversando i secoli per più versi tormentati dell’Italia liberale, dalla belle époque giolittiana ai duri anni della guerra e del disincanto che ne seguì, al crollo delle certezze del mondo di ieri, che furono certezze anche giuridiche e non solo politiche, sociali ed economiche. Tale “crestomazia di casi” ha uno scopo didattico e prevede quindi tutte quelle integrazioni opportune che hanno luogo in quello spazio naturale di discussione e interazione con gli studenti che è la lezione. Tramite una scelta di documenti significativi di una storia infinita, per la prima volta riuniti in unico volume con un commento unitario, come a fermare per un attimo il tempo trascorso, si è cercato di riflettere sulle tessere di un prezioso mosaico sepolto sotto la polvere dei vecchi repertori di giurisprudenza e delle antiche gloriose riviste nazionali, ora restituito, mi auguro, a luce più intensa. L’obiettivo è quello di far parlare i giudici, di udire la voce di questi costruttori della prassi, che sono giuristi in parte noti, in parte da scoprire, e di ricostruire, attraverso una carrellata di casi, celebri e meno celebri, l’impatto dei problemi di giustizia contrattuale nel mondo giuridico di allora. In alcuni aspetti di questa storia possiamo scorgere le radici di convinzioni tuttora valide; per altri versi, invece, si tratta di memorie di altre mentalità. Lo sguardo puntato sulla giurisprudenza non implica, naturalmente, che si voglia restituire un’immagine frammentaria del diritto privato: si intende soltanto proporre una tranche de vie, uno sforzo di riflessione sui casi della pratica, con la piena consapevolezza che il panorama è ovviamente più articolato e con la curiosità degli osservatori, che vogliono semplicemente, dopo aver scavato, mostrare alcuni dei reperti nascosti sotto la sabbia, per suscitare un dibattito. Per il diritto privato italiano, ma più generalmente europeo, di fine Ottocento e inizi Novecento, le ipotesi da considerare (se mettiamo tra parentesi tutto l’importante campo del diritto del lavoro), sono molteplici. L’attenzione si concentra sui “patti iniqui” più importanti o sui problemi più rilevanti di sproporzione, riservando ad essi una trattazione specifica: 1. clausola penale eccessiva; 2. interessi usurari; 3. patti sproporzionatamente gravosi; 4-5. sopravvenienza nei contratti di durata (una situazione che mette in campo diversi istituti: forza maggiore, clausola rebus sic stantibus, presupposizione, eccessiva onerosità sopravvenuta); 6. patto commissorio (clausola risolutiva espressa); 7) clausole vessatorie o abusive nei contratti di adesione (ad esclusione del contratto di trasporto ferroviario). Ciascuna di queste situazioni presenta delle costanti, ma anche delle varianti normative, in grado di spiegare le soluzioni specifiche. In altri termini, il problema della giustizia contrattuale non può essere affrontato in modo unitario, ma si presenta in termini diversi per ciascuna situazione, con riferimento a dati normativi differenti. Le sentenze selezionate sono 35 e vengono distribuite tra le varie parti del volumetto in proporzione alla qualità e al numero dei casi. Si tratta di materiale edito in varie riviste, come si troverà indicato in epigrafe a ciascuna di esse. Nella ricerca sono stati privilegiati il Monitore dei tribunali, Il Foro italiano e la Giurisprudenza italiana, ma lo spoglio effettuato è più ampio e si estende ad altri fogli dell’epoca, anche se qui non utilizzati.

Chiodi, G. (2009). Introduzione. In G. Chiodi (a cura di), La giustizia contrattuale. Itinerari della giurisprudenza italiana tra Otto e Novecento (pp. xi-xliv). Milano : Giuffrè Editore.

Introduzione

CHIODI, GIOVANNI
2009

Abstract

Si tratta di un case book che propone in una ragionata successione, come in una sorta di racconto breve, diversi episodi di giustizia contrattuale (riconosciuta o delusa) portati all’attenzione dei giudici delle corti del Regno d’Italia, in un arco temporale che corre dagli anni immediatamente successivi alla promulgazione del codice patrio fino a quelli dell’Italia fascista, attraversando i secoli per più versi tormentati dell’Italia liberale, dalla belle époque giolittiana ai duri anni della guerra e del disincanto che ne seguì, al crollo delle certezze del mondo di ieri, che furono certezze anche giuridiche e non solo politiche, sociali ed economiche. Tale “crestomazia di casi” ha uno scopo didattico e prevede quindi tutte quelle integrazioni opportune che hanno luogo in quello spazio naturale di discussione e interazione con gli studenti che è la lezione. Tramite una scelta di documenti significativi di una storia infinita, per la prima volta riuniti in unico volume con un commento unitario, come a fermare per un attimo il tempo trascorso, si è cercato di riflettere sulle tessere di un prezioso mosaico sepolto sotto la polvere dei vecchi repertori di giurisprudenza e delle antiche gloriose riviste nazionali, ora restituito, mi auguro, a luce più intensa. L’obiettivo è quello di far parlare i giudici, di udire la voce di questi costruttori della prassi, che sono giuristi in parte noti, in parte da scoprire, e di ricostruire, attraverso una carrellata di casi, celebri e meno celebri, l’impatto dei problemi di giustizia contrattuale nel mondo giuridico di allora. In alcuni aspetti di questa storia possiamo scorgere le radici di convinzioni tuttora valide; per altri versi, invece, si tratta di memorie di altre mentalità. Lo sguardo puntato sulla giurisprudenza non implica, naturalmente, che si voglia restituire un’immagine frammentaria del diritto privato: si intende soltanto proporre una tranche de vie, uno sforzo di riflessione sui casi della pratica, con la piena consapevolezza che il panorama è ovviamente più articolato e con la curiosità degli osservatori, che vogliono semplicemente, dopo aver scavato, mostrare alcuni dei reperti nascosti sotto la sabbia, per suscitare un dibattito. Per il diritto privato italiano, ma più generalmente europeo, di fine Ottocento e inizi Novecento, le ipotesi da considerare (se mettiamo tra parentesi tutto l’importante campo del diritto del lavoro), sono molteplici. L’attenzione si concentra sui “patti iniqui” più importanti o sui problemi più rilevanti di sproporzione, riservando ad essi una trattazione specifica: 1. clausola penale eccessiva; 2. interessi usurari; 3. patti sproporzionatamente gravosi; 4-5. sopravvenienza nei contratti di durata (una situazione che mette in campo diversi istituti: forza maggiore, clausola rebus sic stantibus, presupposizione, eccessiva onerosità sopravvenuta); 6. patto commissorio (clausola risolutiva espressa); 7) clausole vessatorie o abusive nei contratti di adesione (ad esclusione del contratto di trasporto ferroviario). Ciascuna di queste situazioni presenta delle costanti, ma anche delle varianti normative, in grado di spiegare le soluzioni specifiche. In altri termini, il problema della giustizia contrattuale non può essere affrontato in modo unitario, ma si presenta in termini diversi per ciascuna situazione, con riferimento a dati normativi differenti. Le sentenze selezionate sono 35 e vengono distribuite tra le varie parti del volumetto in proporzione alla qualità e al numero dei casi. Si tratta di materiale edito in varie riviste, come si troverà indicato in epigrafe a ciascuna di esse. Nella ricerca sono stati privilegiati il Monitore dei tribunali, Il Foro italiano e la Giurisprudenza italiana, ma lo spoglio effettuato è più ampio e si estende ad altri fogli dell’epoca, anche se qui non utilizzati.
Prefazione/Postfazione
contratto; giustizia contrattuale; sopravvenienza; usura; equilibrio contrattuale; contratto di adesione
Italian
La giustizia contrattuale. Itinerari della giurisprudenza italiana tra Otto e Novecento
Chiodi, G
2009
88-14-15240-3
56
Giuffrè Editore
xi
xliv
Chiodi, G. (2009). Introduzione. In G. Chiodi (a cura di), La giustizia contrattuale. Itinerari della giurisprudenza italiana tra Otto e Novecento (pp. xi-xliv). Milano : Giuffrè Editore.
none
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/35830
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact