Al di là delle fin troppo evidenti differenze di struttura e di stile, Il giardino dei Finzi-Contini e La cognizione del dolore hanno alcuni significativi aspetti in comune. Entrambi declinano la medesima serie di antitesi (chiuso/ aperto, esterno/ interno, accessibile/ inaccessibile, inclusione/ esclusione); entrambi evocano una struttura spaziale composta di cerchi concentrici; in entrambi predomina il tema funerario. L'interpretazione appare tuttavia radicalmente diversa. Il romanzo di Bassani è un nostalgico epicedio, che esemplifica un caso di elaborazione del lutto ben riuscita e assolutamente conclusa. Nella Cognizione invece il tema della morte si introduce di sbieco, in maniera quasi surrettizia, e prende campo via via, fino ad acquistare un vigore dirompente. Non c’è spazio per l’elegia, perché nessuna vera distanza temporale separa il presente dall’evento tragico; qui il lutto è rimasto al primo stadio, cioè al trauma privato della perdita – come confermano l'interdetto che colpisce il nome del defunto e l'interposizione ossessiva della sua immagine tra il protagonista e la madre, quasi a renderne immedicabile il dissidio. Mentre Il giardino dei Finzi-Contini è insomma il corrispettivo verbale di una decorosa cappella funeraria, teso a risarcire Micòl e i suoi familiari della sepoltura negata, la Cognizione è il resoconto dell'impossibilità di un seppellimento, cioè dell’incapacità di condividere (e quindi di superare) il dolore. Di qui il suo carattere di edificio assolutamente sui generis: un castello di traslati, digressioni, ipotiposi e allegorie, eretto a presidio di un groppo di reticenze.
Barenghi, M. (2011). Il Barchetto del Duca e la Villa Pirobutirro. Le forme del lutto in Bassani e Gadda. THE EDINBURGH JOURNAL OF GADDA STUDIES(S9).
Il Barchetto del Duca e la Villa Pirobutirro. Le forme del lutto in Bassani e Gadda
BARENGHI, MARIO LUIGI
2011
Abstract
Al di là delle fin troppo evidenti differenze di struttura e di stile, Il giardino dei Finzi-Contini e La cognizione del dolore hanno alcuni significativi aspetti in comune. Entrambi declinano la medesima serie di antitesi (chiuso/ aperto, esterno/ interno, accessibile/ inaccessibile, inclusione/ esclusione); entrambi evocano una struttura spaziale composta di cerchi concentrici; in entrambi predomina il tema funerario. L'interpretazione appare tuttavia radicalmente diversa. Il romanzo di Bassani è un nostalgico epicedio, che esemplifica un caso di elaborazione del lutto ben riuscita e assolutamente conclusa. Nella Cognizione invece il tema della morte si introduce di sbieco, in maniera quasi surrettizia, e prende campo via via, fino ad acquistare un vigore dirompente. Non c’è spazio per l’elegia, perché nessuna vera distanza temporale separa il presente dall’evento tragico; qui il lutto è rimasto al primo stadio, cioè al trauma privato della perdita – come confermano l'interdetto che colpisce il nome del defunto e l'interposizione ossessiva della sua immagine tra il protagonista e la madre, quasi a renderne immedicabile il dissidio. Mentre Il giardino dei Finzi-Contini è insomma il corrispettivo verbale di una decorosa cappella funeraria, teso a risarcire Micòl e i suoi familiari della sepoltura negata, la Cognizione è il resoconto dell'impossibilità di un seppellimento, cioè dell’incapacità di condividere (e quindi di superare) il dolore. Di qui il suo carattere di edificio assolutamente sui generis: un castello di traslati, digressioni, ipotiposi e allegorie, eretto a presidio di un groppo di reticenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.