Secondo David Der-wei Wang, la Cina contemporanea si definisce “not by geopolitical boundaries and ideological closures but by overlapping cultures and shared imaginative resources”. È mai possibile, allora, considerare l’Occidente come l’altro? A questo proposito può essere interessante leggere attraverso le opere delle scrittrici Hong Ying (1962) e Xu Kun (1965). La prima risiede da diversi anni nel Regno Unito e da “fuori” continua a scrivere in cinese, a raccontare la sua Cina, ad interrogarla e a re-inventarla, anche attraverso il confronto con l’Occidente. Emblematico è il caso del suo recente romanzo K, che si snoda lungo la storia d’amore tra una scrittrice cinese e Julian Bell, nipote di Virginia Woolf: il rapporto tra i due giovani, oltre che l’incontro tra uomo e donna è anche l’incontro problematico e intenso tra due culture. Xu Kun, quasi specularmente, vive a Pechino e, in opere come Regou (Hot-dog) e Xianfeng (Avanguardia), racconta da “dentro” la goffa adesione di intellettuali cinesi a stili di vita e modelli stranieri, il tutto con un’ ironia ed un sarcasmo che per la critica ricordano Wang Shuo. Continuando nella lettura delle due scrittrici, l’altro può anche essere visto come l’uomo, che incarna una società fallocentrica contro la quale le due autrici si scagliano. L’uomo è deriso in Xu Kun e, addirittura, evirato in Hong Ying, come nel racconto "Carnation Club". Infine, entrambe le scrittrici, affrontando e narrando il tema dell’omosessualità, decidono di porsi come alterità nei confronti di quella letteratura che qui per comodità indichiamo come tradizionale
Pozzi, S. (2009). Garofani e hot-dog: spunti per la lettura di Hong Ying e Xu Kun. In A. Palermo (a cura di), Atti IX Convegno AISC: La Cina e l’Altro (pp. 201-215). Il torcoliere.
Garofani e hot-dog: spunti per la lettura di Hong Ying e Xu Kun
Pozzi, S
2009
Abstract
Secondo David Der-wei Wang, la Cina contemporanea si definisce “not by geopolitical boundaries and ideological closures but by overlapping cultures and shared imaginative resources”. È mai possibile, allora, considerare l’Occidente come l’altro? A questo proposito può essere interessante leggere attraverso le opere delle scrittrici Hong Ying (1962) e Xu Kun (1965). La prima risiede da diversi anni nel Regno Unito e da “fuori” continua a scrivere in cinese, a raccontare la sua Cina, ad interrogarla e a re-inventarla, anche attraverso il confronto con l’Occidente. Emblematico è il caso del suo recente romanzo K, che si snoda lungo la storia d’amore tra una scrittrice cinese e Julian Bell, nipote di Virginia Woolf: il rapporto tra i due giovani, oltre che l’incontro tra uomo e donna è anche l’incontro problematico e intenso tra due culture. Xu Kun, quasi specularmente, vive a Pechino e, in opere come Regou (Hot-dog) e Xianfeng (Avanguardia), racconta da “dentro” la goffa adesione di intellettuali cinesi a stili di vita e modelli stranieri, il tutto con un’ ironia ed un sarcasmo che per la critica ricordano Wang Shuo. Continuando nella lettura delle due scrittrici, l’altro può anche essere visto come l’uomo, che incarna una società fallocentrica contro la quale le due autrici si scagliano. L’uomo è deriso in Xu Kun e, addirittura, evirato in Hong Ying, come nel racconto "Carnation Club". Infine, entrambe le scrittrici, affrontando e narrando il tema dell’omosessualità, decidono di porsi come alterità nei confronti di quella letteratura che qui per comodità indichiamo come tradizionaleFile | Dimensione | Formato | |
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